Il suo nome è sinonimo di genio senza tempo. Pittore, scienziato, ingegnere, indagatore di medicina e dei più disparati campi dello scibile umano. Si occupò di architettura e scultura, fu disegnatore, trattatista, scenografo, anatomista, musicista, progettista. La sua è considerata una delle più grandi menti di ogni tempo. Indagatore dei più disparati campi della conoscenza. Talento universale, in qualunque impresa si imbarcasse, egli osservava, analizzava e scopriva. E inventava. Leonardo è tutto questo. E anche di più.
Come sappiamo ricorrono quest’anno i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci (1452-1519), e quale argomento migliore per celebrare il sommo Maestro nella città di Prato, se non l’interesse che dedicò all’arte tessile?
Fino al 26 maggio il Museo del Tessuto dedica una mostra a Leonardo da Vinci, l’ingegno, il tessuto, che mette in luce lo studio e la sensibilità che egli impiegò nella messa a punto di macchine e dispositivi per la produzione di tessuti, una delle attività economiche preponderanti del tempo, un tema che lo lega strettamente alla naturale vocazione del distretto pratese per il settore tessile.

L’industria tessile costituiva una delle attività economiche più importanti all’epoca di Leonardo, in particolare la lavorazione della lana e della seta impegnavano una parte considerevole della popolazione, poiché in entrambi i processi era necessaria una marcata specializzazione in ogni fase della lavorazione. Il prodotto finito sarebbe stato poi destinato ai mercati delle maggiori piazze dell’Europa e del Bacino del Mediterraneo.

Attraverso i disegni di Leonardo, apprendiamo come egli conoscesse ogni aspetto del processo tessile, disegni che dimostrano grande familiarità con strumenti e macchinari delle filiere della lana e della seta. I suoi studi si concentrano, infatti, sulle fasi del processo laniero e serico che presentavano problematiche tecniche e che rallentavano, per l’articolazione interna dei singoli passaggi di lavorazione, il flusso della produzione.
I progetti di Leonardo sono quindi orientati verso l’ottimizzazione del lavoro nelle due filiere: un processo ottimizzato, più fluido e veloce, poteva apportare vantaggi economici notevoli nei tempi di lavorazione con il personale impiegato in questo settore strategico dell’economia. Un processo di meccanizzazione all’avanguardia, che si verificherà nei secoli seguenti in epoca preindustriale.
In questo senso, infatti, è importante ricordare come i progetti di Leonardo abbiano costituito i presupposti tecnologici per le principali innovazioni introdotte nel settore dalla prima rivoluzione industriale, e sono ancora oggi alla base della moderna automazione delle fasi principali del processo.

Gli studi di Leonardo sono felici intuizioni della mente creativa di un artista che ragiona in modo concreto, e che utilizza il disegno come strumento applicato all’indagine scientifica. Come egli stesso afferma “nissuna umana investigazione si po’ domandare vera scienza, s’essa non passa per le matematiche dimostrazioni…”, sostenendo che i risultati progettuali erano la conseguenza diretta di una speculazione prima astratta e poi dimostrata.

Allontanatosi da una Firenze in cui non si riconosceva più pienamente, per motivi legati sia all’arte sia alla politica, è a Milano che Leonardo trova il suo habitat per esprimere con libertà il suo ideale scientifico e artistico, versatile e universale, aperto alla conoscenza di campi d’indagine fino a quel momento inesplorati.
Con spirito empirico, il Maestro applica il suo ingegno, durante il soggiorno milanese, a studi di meccanica, ingegneria e architettura. Dell’imponente mole di studi riferibile a questo periodo della sua vita, una discreta parte è dedicata al settore tessile, in particolare alla lana e alla seta. Un’industria che in ambito lombardo, grazie alla corte prima dei Visconti e poi degli Sforza, nel corso del Quattrocento conobbe un significativo sviluppo. Proprio alla tessitura, aspetto tra i meno noti dell’opera di Leonardo, è dedicata tra l’altro una sezione specifica del Museo Leonardiano di Vinci.

Il denominatore comune di tutti i progetti di Leonardo, rispettando il suo approccio “universale” alla natura, è dunque la declinazione speculativa: gli studi approfondiscono la tipologia dei meccanismi, degli ingranaggi e la trasformazione dei movimenti in una logica di applicazione reale.

La mostra in corso vuole essere uno strumento per avvicinare il pubblico ai poco conosciuti progetti meccanotessili di Leonardo, attraverso ricostruzioni 3d, apparati multimediali e modelli in scala, e costituisce anche un’occasione per valorizzare l’importanza dell’ingegneria meccanica applicata all’industria tessile, elemento che la collega saldamente alla città di Prato.
Sottolineandone la grande apertura e gli innumerevoli interessi, Claudio Giorgione, curatore del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano ricorda che Leonardo: “negli stessi anni in cui lavora al Cenacolo e al Cavallo, studia le fasi della realizzazione del tessuto, dalla filatura alla tessitura, in disegni caratterizzati da un’incredibile completezza progettuale e da un segno grafico dettagliato e sofisticato”.

Il percorso espositivo si apre con le riproduzioni in grande scala di alcuni dipinti di Leonardo. Ritratti e soggetti religiosi visti da una prospettiva nuova e inusuale, che mette in luce gli studi sul panneggio e le osservazioni per una restituzione in pittura della consistenza delle stoffe e del movimento delle pieghe, secondo i diversi tipi di tessuto.
La visita è accompagnata da un’istallazione sonora creata da Giorgio Ferrero e Rodolfo Mongitore della Minus&Plus, ispirata a un immaginario che prende vita dai progetti di Leonardo sugli strumenti musicali. La ciclicità della composizione è un richiamo ai motori, alle ripetizioni, ai meccanismi circolari, al “nodo” vinciano, così come la concretezza del suono sordo dei legni fa risuonare la materia prima alla base delle invenzioni.

Con uno scenografico allestimento, la seconda sezione segna il passaggio, con continuità rispetto alla prima, dall’esecuzione pittorica che si sofferma sulle stoffe, ai meccanismi delle ruote dentate presenti nei disegni di Leonardo, di cui sono esposte alcune riproduzioni, e introduce il tema degli studi sui dispositivi e sulle macchine, relativi al suo periodo milanese.

Rappresentativo di questo momento storico, la presenza in sala dei due celebri ritratti della Pinacoteca di Brera: Ritratto di Francesco Sforza e Ritratto di Bianca Maria Visconti, ad opera di un ignoto pittore lombardo nel 1480 circa. Il dettaglio della manica in entrambi i nobili dialoga con il frammento di stoffa del Museo del Tessuto – un velluto operato rosso a fondo bianco di fine Quattrocento – esempio dell’eccellenza della produzione tessile italiana per l’abbigliamento delle corti.

Sempre dalle collezioni del Museo del Tessuto proviene il rarissimo frammento di veste “frappata” con motivo a code di pavone, in panno di lana garzato ricamato in oro, argento filato e seta, su cui è applicato un gallone in oro filato. Le vesti “frappate” erano indumenti di lusso caratterizzati da bordi sfrangiati o sagomati in forma di foglie o, come in questo caso, di code di pavone. La moda delle vesti frappate – già apprezzata nel tardo Medioevo e normata dalle leggi suntuarie che ne limitavano gli eccessi – era ancora vivace negli anni della giovinezza di Leonardo che, nel Libro della pittura, si pronuncia proprio sugli eccessi di questa tendenza.

In questa seconda sezione, un sistema di videoproiezioni illustra le diverse fasi del processo di trasformazione della lana e della seta, nelle quali affreschi, miniature e dipinti prendono vita illustrando le fasi produttive del tessuto nel Rinascimento.
Un contenuto multimediale affianca i disegni di Leonardo per macchine tessili presenti nel Codice Atlantico e Codice Madrid I e mediante l’animazione ne illustra in alcuni casi anche il movimento. I modelli dinamici 3D realizzati dal Museo Leonardiano di Vinci e dal Museo del Tessuto attraverso la collaborazione di Lorenzo Barni della Lido Barni – presenta al pubblico le parti del processo produttivo laniero e serico sulle quali si concentrò Leonardo, guidando il fruitore in un viaggio emozionale attraverso la sua mente geniale, capace di anticipare i tempi con una visione ingegneristica senza eguali.

Grazie ai sei modelli storici in legno e metallo di macchine e dispositivi concessi in prestito dal Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, è possibile apprezzare al meglio i dispositivi che il Maestro aveva pensato per la ritorcitura e binatura del filato di seta dotati di meccanismi di arresto, un maglio battiloro per la produzione di lamine da sbalzo che trovavano applicazione in oreficeria, nel settore del ricamo e del tessuto, e, tra le macchine più complesse da lui concepite, un telaio meccanico sviluppato a partire da esemplari manuali, ma dotato di navetta lanciata in automatico, meccanismo che sarà riproposto come anticipavamo in epoca preindustriale.

La mostra pratese è dunque un utile strumento di comprensione delle invenzioni leonardesche e un’occasione per valorizzare l’importanza dell’ingegneria meccanica applicata all’industria tessile.

Per l’occasione il Museo del Tessuto e il Museo Leonardiano di Vinci hanno stipulato una convezione che prevede, per tutta la durata della mostra, reciproche riduzioni per l’ingresso nei due musei.
L’iniziativa è accompagnata da un ricco calendario di attività ed eventi rivolti al pubblico, alle scuole, ai bambini e alle famiglie, nonché agli adulti.

La mostra è organizzata dalla Fondazione Museo del Tessuto di Prato in collaborazione con il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano e il Museo Leonardiano di Vinci e si avvale del prestigioso patrocinio e del contributo del Comitato Nazionale per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci.
Con questa esposizione, afferma Francesco Nicola Marini, Presidente della Fondazione Museo del Tessuto, “Prato celebra l’importante ricorrenza vinciana attraverso una mostra che valorizza la plurisecolare vocazione tessile della nostra area, facendo conoscere al grande pubblico le straordinarie innovazioni che Leonardo ha introdotto nella meccanizzazione del processo di lavorazione dei tessuti“.

La mostra dedicata al genio del Rinascimento si affianca ad un’altra esposizione in corso al Museo del Tessuto. Drappi d’oro, e di seta. Tessuti per le corti europee del Rinascimento, visitabile fino al 9 giugno nella Sala dei Tessuti Antichi è un omaggio ai tessuti rinascimentali della collezione pratese. Oltre 120 esemplari, molti dei quali mai esposti prima e restaurati per l’occasione, raccontano l’evoluzione delle produzioni tessili di lusso tra Quattro e Cinquecento.

Il percorso espone le fogge sartoriali in voga presso l’aristocrazia e la nobiltà dell’epoca, com’è visibile nel puntuale riscontro degli abiti indossati da Bianca Maria Sforza, Elisabetta Gonzaga, Sigismondo Malatesta, Cosimo Primo de’ Medici ed altri grandi personaggi di corte, che sono riprodotti in scala nei ritratti che ne realizzarono Domenico Ghirlandaio, Piero della Francesca Raffaello, Tiziano ed Alessandro Allori, tra gli altri.

L’arte della seta nel XV e XVI secolo, tocca vertici di qualità tecnica e invenzione. Venezia, Milano, Firenze, Lucca, Genova, città mercantili che disponevano di grandi capitali da investire in materie prime di pregio e che avevano la capacità di commerciare prodotti di lusso in tutta Europa, si dedicarono alla produzione di stoffe pregiate di seta, come velluti, lampassi, damaschi arricchiti da preziosi effetti in filato metallico d’oro e d’argento.
L’esposizione al pian terreno costituisce dunque un utilissimo preambolo alla comprensione di quella dedicata a Leonardo da Vinci, l’ingegno, il tessuto.

In copertina:
Un immagine dell’allestimento della mostra

  • Leonardo da Vinci (1452-1519)
    Autoritratto num.15571
    Torino, Biblioteca Reale
    © 2018. Foto Scala, Firenze
    RIPRODUZIONE SU SCALA
  • Leonardo da Vinci (1452-1519)
    Codice di Madrid I
    Trattato di estetica e meccanica, 1493/97
    Foglio 67 verso
    Filatoio multiplo ad alette mobili

    © Biblioteca nazionale di Spagna, Madrid
    RIPRODUZIONE SU SCALA
  • Modello di garzatrice continua
    Interpretazione di Giovanni Strobino, 1953
    Legno, tessuto
    Museo Nazionale Scienza Tecnologia Leonardo da Vinci, Milano, Inv. n. 6626
    Foto ©Alessandro Nassiri
  • Leonardo da Vinci (1452-1519)
    La Bella Principessa, 1496 ca.
    Collezione Privata
    © 2018. Foto Scala Firenze/Heritage Images
    RIPRODUZIONE SU SCALA
  • Un immagine dell’allestimento della mostra
  • A sinistra: Pittore Lombardo
    Ritratto di Francesco Sforza, 1480 ca.
    Tempera su tela 
    Pinacoteca di Brera, Milano
  • A destra: Pittore Lombardo
    Ritratto di Bianca Maria Visconti, 1480 ca.
    Tempera su tela 
    Pinacoteca di Brera, Milano
  • Leonardo da Vinci (1452-1519)
    Codice di Madrid I
    Trattato di estetica e meccanica, 1493/97
    Foglio 65 verso
    Ruota per torcere i fili, distributore automatico del filo (zetto) e puleggie

    © Biblioteca nazionale di Spagna, Madrid
    RIPRODUZIONE SU SCALA
  • Frammento di veste “frappata” con motivo a code di pavone
    Italia, sec. XV, metà
    Panno di lana garzato, lavorato a traforo, ricamato in oro, argento filato e seta; applicazione di un gallone in oro filato
    Museo del Tessuto, inv. n. 81.01.139
  • Tessuto
    Italia (Milano?), sec. XV, terzo quarto
    Velluto operato, lanciato, broccato bouclé, allucciolato; seta, oro filato
    Museo del Tessuto, Inv. n. 81.01.50
     

Dove e quando

Evento: Leonardo da Vinci, l’ingegno, il tessuto
  • Fino al: – 26 February, 2019
  • Indirizzo: Museo del Tessuto – Via Puccetti 3, Prato
  • Sito web