Il museo MAN di Nuoro prosegue ancora, fino a domenica 3 marzo, l’inedito progetto dedicato a un dialogo ideale fra passato e presente, fra classico e contemporaneo, in linea con la filosofia espositiva che da anni conduce a riflessioni sull’eterno ritorno di temi universali nell’arte di tutti i tempi.
Grazie a due prestiti prestigiosi, la tavola di Giotto Due apostoli e Concetto spaziale di Lucio Fontana, adesso, a essere indagato, è il nesso che, a distanza di secoli, collega proprio la ricerca spaziale di Fontana con il valore dello spazio nelle composizione di Giotto, unitamente alla presenza fortemente simbolica del colore oro nella sua reificazione dell’infinito e dell’altrove.
L’oro non è un colore, ma un simbolo divino. Il fondo oro delle icone esalta le figure, ieratiche e bidimensionali, le astrae dal contesto reale, le isola nel tempo e nello spazio: nessuna espressione o movimento, nessun paesaggio familiare, nessun riscontro col vissuto. Solo luce, sacralità e mistero.
Con il titolo Giotto | Fontana. Lo spazio d’oro l’evento, nato da un’idea di Chiara Gatti, curato da Andrea Nante – Direttore del Museo Diocesano di Padova – e Paolo Campiglio – Professore di Storia dell’arte contemporanea all’Università di Pavia – è stato realizzato in collaborazione con Mart di Rovereto e Fondazione Giorgio Cini di Venezia.
Il catalogo edito da Interlinea, una piccola quanto preziosa pubblicazione, arricchisce il progetto grazie a un racconto nutrito di altre opere che, dal Medioevo ai giorni nostri, brillano di un oro metafisico. Una storia dorata dipanata nei testi dei curatori e nell’approfondimento della studiosa medievalista Serena Colombo sulla tavola di Giotto esposta eccezionalmente al MAN, cui si unisce una riflessione sul contemporaneo e sulle tavole di Cinzia Fiorese ispirate alle Annunciazioni (d’oro!) di Masolino da Panicale.