E’ in corso a Firenze, presso Tornabuoni Arte Contemporary Art, la mostra personale dedicata a Carlo Rea, a cura di Bruno Corà. Trasferitasi da via Maggio 58r al primo piano della sede centrale (Lungarno Benvenuto Cellini, 3), lo spazio che la galleria riserva alle interessanti proposte dell’arte contemporanea espone fino al 22 luglio una selezione di opere, dipinti e sculture, che l’artista romano ha realizzato dal 2012 ad oggi.
Allestimento della mostra
Personalità colta e raffinata, attento all’aspetto ideologico e filosofico dell’arte, Rea parte dall’esperienza maturata in campo musicale per arrivare progressivamente alle arti visive.
Classe 1962, figlio di Ermanno Rea, noto giornalista e scrittore, l’artista si diploma prima al Conservatorio Verdi di Milano, studiando violino, per poi frequentare quello di San Pietro a Majella a Napoli, dove approfondisce lo studio della viola. La sua formazione prosegue a Roma, diplomandosi al Conservatorio di Santa Cecilia. E’ nel fervore della capitale all’inizio degli anni Ottanta che Rea si inserisce nell’ambiente della musica e dell’arte contemporanea, in particolare astratta. A questi anni risalgono le sue “partiture visuali” come le definisce Corà, lavori a carboncino su carta che consistono in grafismi annotati su pentagramma, diretta derivazione di appunti musicali, che possono essere guardati ma non suonati.
Allestimento della mostra
I ritmi e le pause visive mutuate dal campo musicale diventano dunque un linguaggio pittorico che permea le sue opere, una costante che evolverà in forme nuove, ma farà sempre parte del suo linguaggio. E’ così che la cosiddetta arte del tempo, la musica, diventa un tutt’uno con l’arte plastica, tradizionalmente considerata arte dello spazio.
Carlo rea mostra tornabuoni arte contemporary art firenze valentina grandini
Alla fine degli anni Ottanta Rea abbandona l’Italia e si reca a Parigi, dove si dedica interamente alla carriera artistica. Nel 1992 presso la Galerie Berthet Aittouares in Rue de Seine si tiene la sua prima personale, e da questo momento inizia la sua progressiva ascesa. Costante del suo lavoro rimarrà sempre l’intreccio tra la pittura e la musica.
Nel corso del tempo Rea ricorre all’uso di materiali considerati extra-pittorici ma con intrinseca valenza plastica, come legno, terracotta, ceramica, juta, asfalto, ferro, cellulosa e gesso, nella continua ricerca di vibrazione, respiro, suono, intesi come ritmo, pausa e musicalità.
Carlo rea spore rosso vinaccia 2016 gesso cellulosa colla e tempera su tela 50x50cm
Le sperimentazioni si susseguono veloci una dopo l’altra, verso un approdo stilistico personale. Dopo un’esperienza di interconnessione tra musica, pittura e medicina cui segue una fase di profonda meditazione sul suo operato, negli ultimi lavori intraprende un silenzioso percorso pittorico nel bianco, con un ritorno alla musica minimalista legata a video da lui ideati e prodotti. La sua pittura si fa sempre più filtrata e rarefatta, con le ‘“superfici impermanenti”, che costituiscono una riflessione sulla fragilità dell’essere.
Carlo rea spore bianche 2016 gesso cellulosa colla e tempera su tela 75x75cm
Nel suo bel testo in catalogo, Bruno Corà così spiega il senso dei lavori in mostra: “Quali autentiche manifestazioni della vis creatrice capaci di restituire l’universale senso di permanenza che circonda uomini e cose, le opere di Carlo Rea esposte in questo episodio fiorentino testimoniano una fase molto particolare della sua azione artistica. Concepite e realizzate tra ardue prove quali l’urto della scomparsa di Ermanno Rea, suo amato padre, i catastrofici e tragici sismi che hanno imperversato per mesi nelle Marche, in Umbria, nel Lazio e in Abruzzo, fino a compromettere gravemente l’abitazione e lo studio di Rea, costituendo seria minaccia per l’incolumità della propria famiglia, queste opere di Rea si mostrano altresì come risposta tenace dell’artista alle avversità che nulla possono contro la radicata esigenza di esprimersi che sorregge la vita e il proprio pensiero, perfino in condizioni limite”.
Carlo rea portrait
Le sue opere sono permeate da una particolare dimensione di spazio-temporalità, quel sentimento  del panta rei inteso come lo scorrere del tempo nello spazio, un tempo infinitesimale eppure eterno. Leggerezza e impermanenza nella fluttuazione del tempo, fragilità eppure persistenza delle forme visive. Obiettivo di Rea è rendere visibile la materializzazione di ciò che resta di questo continuo fluire, la percezione fisica dello scorrere. Così, passato, presente e futuro, insieme alla distanze fisiche, convivono in un unico istante e in un solo luogo.
Carlo rea mostra firenze tornabuoni arte contemporary art valentina grandini
In mostra la recente serie delle Spore, realizzate con una tecnica mista di gesso, cellulosa, impasto di stucco e tempera, dove l’instabilità dei cambiamenti prodotti dallo scorrere del tempo allude alla nostra condizione di fragilità. Monocromi che vibrano, grazie ad un leggero rilievo dato alla superficie da piccoli petali che si distribuiscono sulla tela creando una trama visiva di suoni e forme.

Dettagli

Catalogo Forma

Orari apertura mostra: dal Lunedì al Venerdì (9.00-13.00/15.30-19.30) Sabato (11.00-19.00) ingresso libero

Carlo Rea insieme alla sua opera (©Tornabuoni Arte) Allestimento della mostra (Foto: Valentina Grandini ©Tornabuoni Arte) Allestimento della mostra (Foto: Valentina Grandini ©Tornabuoni Arte) Carlo Rea, Piccola Deposizione (dettaglio), 2016-2017, (Foto: Valentina Grandini ©Tornabuoni Arte) Carlo Rea, Spore, Rosso vinaccia, 2016, (©Tornabuoni Arte) Carlo Rea, Spore, Bianco, 2016, (Foto: Valentina Grandini ©Tornabuoni Arte) Carlo Rea insieme all'opera Pozzo, 2015-2017 (©Tornabuoni Arte) Carlo Rea, Spore, Bianco (dettaglio), 2016, (Foto: Valentina Grandini ©Tornabuoni Arte)

Dove e quando

Evento: Carlo Rea

Indirizzo:
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Fino al: 20170722