I cartelli gialli con scritto “May You Live In Interesting Times” indicano che da sabato prossimo aprirà al pubblico la 58ª Esposizione Internazionale d’Arte curata da Ralph Rugoff e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta. Da fedeli cruscanti avremmo preferito la traduzione (Possa tu vivere in tempi interessanti), ma ormai siamo una minoranza perché, il nostro, è davvero uno strano popolo: non studia l’inglese e cerca di mascherarlo contaminando la lingua con anglismi. Aumentano esponenzialmente le persone capaci di sostenere, con la più assoluta convinzione, di come l’utilizzo dei termini italiani sia superato e brutto (ove brutto assume le più svariate sfumature essendo stato ridotto a un quarto il lessico di base dopo l’avvento dei social). Evidentemente in pochi viaggiano, diversamente si sarebbero accorti che, in Europa, a nessun altro viene in mente di usare una lingua diversa dalla propria per eventi anche minori.
Divagazione a parte, avrete tempo fino a domenica 24 novembre per organizzare almeno due giorni a Venezia in quanto, dopo un paio di edizioni non indimenticabili, l’attuale, vale viaggio e soggiorno magari ignorando ogni polemica politica, poco supportata da adeguate basi culturali, ma solo esigenza preelettorale. Il maggior pregio dell’esposizione è proprio l’indagine sul nostro tempo, lo stimolo a pensare attraverso una reale apertura alla constatazione del presente e non attraverso utopiche divagazioni artistiche troppo spesso sopravvalutate (più per dare tono che per reale novità espressiva). Tempi difficili, oscuri, ma, come ha sottolineato Baratta durante la pre-apertura riservata ai giornalisti «fa paura se non adeguatamente preparati perché l’arte ci insegna a non far finta che la complessità non esista».
Il biglietto di ingresso sarà valido due giorni e nelle sale dell’Arsenale personale qualificato dettaglierà le opere attraverso quello che viene definito “catalogo attivo” del percorso di Ralph Rugoff. Capace di riflettere quanto annunciato nei mesi scorsi, sono tangibili gli aspetti precari della nostra esistenza attuale, fra i quali «le molte minacce alle tradizioni fondanti, alle istituzioni e alle relazioni dell’ “ordine postbellico”. Riconosciamo però fin da subito che l’arte non esercita le sue forze nell’ambito della politica. Per esempio, l’arte non può fermare l’avanzata dei movimenti nazionalisti e dei governi autoritari, né può alleviare il tragico destino dei profughi in tutto il pianeta (il cui numero ora corrisponde a quasi l’un percento dell’intera popolazione mondiale).» Evidenziandone la visione della funzione sociale, ove si includa il piacere, ma anche il pensiero critico, l’obiettivo del Curatore è stato cercare una modalità indiretta per vivere e pensare in questi ‘tempi interessanti’. Così gli artisti sono partiti da questi presupposti e presentano significati alternativi a ciò che prendiamo come dati di fatto, proponendo modi diversi di metterli in relazione tra loro e di contestualizzarli. Ogni lavoro ha una genesi nel cronista di catastrofi del Terzo millennio declinato poi con soggettività. Un invito a «considerare alternative e punti di vista sconosciuti, e a capire che “l’ordine” è ormai diventato presenza simultanea di diversi ordini.»
Ne sono esempi lucidissimi “Testa pensante” di Lara Favaretto (nuvola di vapore dove il fumo offusca la vista ai Giardini); “Barca nostra” allestita dallo svizzero Cristoph Buchel (il natante naufragato nel Canale di Sicilia il18 aprile 2015 con oltre settecento migranti) e “Can’t Help Myself” dei cinesi Sun Yuan e Peng Yu (braccio robotico su una pozza di liquido color sangue dove una spatola cerca di contenerlo e lo rimanda verso il centro) solo tre esempi di un percorso realizzato dai settantanove artisti internazionali selezionati da Rugoff. Un cammino da vivere in solitudine per superare l’iniziale disorientamento.
L’esposizione prosegue con le novanta partecipazioni nazionali dove sono presenti per la prima volta Ghana, Madagascar, Malesia e Pakistan mentre la Repubblica Dominicana partecipa con un proprio primo padiglione. Infine, ventuno eventi collaterali – ammessi dal Curatore e promossi da enti e istituzioni senza fini di lucro – sono allestiti in numerose sedi cittadine.
Il risultato del tutto è un pluralismo di voci, magari alcune anche discutibili, indubbiamente non banali.
Didascalie immagini
- Logo della 58ª Esposizione Internazionale d’Arte
- Ralph Rugoff e Paolo Baratta avvolti dal fumo dell’opera di Lara Favaretto
- “Barca nostra” di Cristoph Buchel
- “Can’t Help Myself” di Sun Yuan e Peng Yu
In copertina
un cartello della 58ª Biennale
all fermata del vaporetto
foto © Cinzia Colzi in esclusiva per questo articolo
Dove e quando
Evento: Venezia: Arsenale, Giardini e… ovunque in città
- Date : 11 May, 2019 – 24 November, 2019