Cari Bambini.
Ne parlano tutti della mostra di Caravaggio a Palazzo Reale e, avendola vista, assicuro che è imperdibile (in un altro articolo pubblicato nelle prossime settimane, Marica la racconterà da storica dell’arte, ma leggetelo ugualmente perché la sua bravura sta anche nell’essere comprensibile a tutti).
Se anche voi siete molto curiosi e avete in famiglia qualcuno particolarmente sensibile al massimo dei voti, suggerisco un fortissimo impegno nello studio così da chiedere in premio un viaggio a Milano per visitare “Dentro Caravaggio” e state certi che non ve ne pentirete. Non si tratta di una semplice esposizione di opere, ma della possibilità di osservare anche quello che l’occhio non vede. Mi riferisco alla “diagnostica artistica: un metodo di studio nato nell’Ottocento e basato su analisi scientifiche che forniscono informazioni non desumibili sulla tecnica esecutiva di un artista, nel nostro caso Caravaggio. Gli strumenti utilizzano l’intero spettro di radiazioni elettromagnetiche: sia visibili all’occhio umano (macrofoto, microfono, foto a luce radente), sia invisibili (raggi X, radiazioni infrarosse e ultraviolette), e metodologie di tipo chimico-fisico per le analisi dei pigmenti“. Tradotto in bambinese vuol dire essere più occhiuti del solito e, come i medici, vedere i referti di radiografie o risonanze. Un po’ come al cinema nei film che usano effetti speciali, in mostra è la tecnologia a stupire i visitatori di tutte le età.
Per spiegare ancora meglio, osservate, e leggete, questi video riferiti a cinque dei venti quadri iesposti:
Riposo durante la fuga un Egitto
Maddalena penitente
La Buona Ventura
Fanciullo morso da un ramarro
Giuditta e Oloferne
La cosa migliore è ispezionare i particolari di ogni quadro così vi fate un’idea personale (nella “Buona ventura” osservate cosa fa la zingara mentre legge la mano al cavaliere), ascoltate cosa dice l’audio guida per quella specifica opera e solo dopo andate nella parte posteriore per seguire i video. Vi divertirete un sacco.
L’audioguida, compresa nel prezzo del biglietto, funziona tipo cellulare ed è uno strumento essenziale per questa mostra anche se non mi è minimamente piaciuto come raccontano la vita di Caravaggio. Non dico che sia un modello da imitare nel comportamento, ma nella storia quante persone sono state capaci di rinnovare quello che fino ad allora veniva fatto? e se lui aveva un pessimo carattere cosa cambia? il peggio è stato per lui che è morto da solo, senza amici, senza neppure una tomba dove andare a portargli un fiorellino e poi che noia questi adulti sempre pronti a salire in cattedra per criticare tutto!
Caravaggio, per primo, ha dipinto la luce e i laboratori didattici – sia per le scuole sia per le famiglie con bambini – lo dimostrano anche ai più piccoli in uno spazio appositamente allestito all’interno della mostra.
Provate a pensare alla difficoltà nel dipingere la luce in un’epoca dove non esisteva ancora la corrente elettrica. E infatti, durante le visite destinate alle scuole, studenti e insegnanti vengono accompagnati in un percorso alla scoperta del pittore, delle sue parole, dell’uso della luce e delle ombre tipiche di quadri così particolari. Diversificata per fasce di età, alla fine della visita viene distribuito materiale didattico per ulteriori approfondimenti e agli insegnanti consegnata la guida contenente le indicazioni per la successiva elaborazione in classe.
Ringrazio Irene, che con tanta gentilezza, durante il laboratorio Viaggio tra luci ed ombre per famiglie con bambini 6-10, mi ha illustrato cosa fanno nelle due ore di lavoro e anche in quello di Storie di volti ed emozioni destinato a famiglie con bambini 4-5 anni. Non li racconto per non svelare la sorpresa, ma vale davvero prenotarli insieme alla visita (fate presente a chi vi accompagnerà che la prenotazione fa saltare la lunghissimaaaaaaaaa fila).
Buon divertimento e ricordate che non si possono fare foto neppure senza flash.