Cari Bambini.
A me i dinosauri sono sempre piaciuti, fin da piccola, e a voi?
Se la risposta è sì, provate a convincere i vostri genitori a fare un viaggio a Milano (cliccando qui potrete suggerire altri 10 buoni motivi per visitarla) entro il 9 luglio perché al Museo Mudec è in corso “Dinosauri. Giganti dall’Argentina” che ne racconta tutta la loro evoluzione attraverso reperti originali provenienti dall’Argentina, unico Paese dove si può infatti trovare una grande ricchezza di esemplari appartenenti ai tre periodi dell’Era Mesozoica.
Infatti, la mostra parte dal Triassico, passa poi nel Giurassico e si conclude con il Cretaceo periodo che ha visto il massimo livello di biodiversità nel mondo dei dinosauri dove sono vissuti i giganti che tutti conosciamo.
Inoltre “Rex and the city. I sauri e noi” è uno spazio che stimola a riflettere su come il dinosauro è stato immaginato con il passare del tempo. Come avrete capito non si tratta di una mostra solo per bambini, però, per noi hanno creato un percorso illustrato arricchito con iniziative per i più piccoli e per le famiglie.
Fa un certo effetto alzare la testa per guardare le ricostruzioni degli scheletri in dimensioni reali: l’erbivoro forse più grande del mondo, l’Argentinosaurus huinculensis (per alcuni paleontologi poteva raggiungere i 38 metri di lunghezza) oppure il Giganotosaurus carolinii che sembra sia stato il più grande predatore di terraferma, ancora più grande del famoso Tyrannosaurus Rex.
Al Cretaceo risalgono anche le molte uova provenienti da Auca Mahuevo nella provincia di Neuquén in Patagonia, dove è stato rinvenuto anche il primo embrione di titanosauro, un dinosauro erbivoro gigante. Questo straordinario fossile è esposto in mostra con la stupefacente rappresentazione virtuale del suo sviluppo nell’uovo.
Tra gli esemplari più spettacolari la ricostruzione di un triceratopo, realizzata circa 40 anni fa e divenuta una sorta di mascotte del Museo, il calco del fossile di “Ciro” (Scipionyx samniticus), primo dinosauro italiano e unico al mondo fossilizzato con gli organi interni.
150 milioni di anni di storia naturale raccontati da chi dedica la vita allo studio dei dinosauri, persone capaci di sorprenderci realizzando riproduzioni ottenute con tecniche specialissime che partono dai semplici resti fossili, pezzi unici scientificamente rilevanti ricostruiti dai paleontologi, che hanno partecipato attivamente alla realizzazione della mostra. Bravi!
Un suggerimento: per evitare, probabili, lunghe attese nel fine settimana, se potete organizzare la visita durante gli altri giorni è decisamente meglio. Comunque sia, vi piacerà.