“Riprendiamo la missione della Scuola del Cuoio, voluta da nostro Padre settantadue anni fa,
e attraverso la Fondazione torniamo a formare come artigiani pellettieri
chi è a rischio di emarginazione
per offrire l’opportunità di riprendere in mano la loro vita, valorizzando i talenti creativi”
Con questo obiettivo – e con sole finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale – la Fondazione Marcello Gori, istituita dalle figlie Laura, Francesca e Barbara per portare avanti il progetto del padre che, con il cognato Silvano Casini e in collaborazione con i Frati Minori Conventuali della Basilica di Santa Croce, fondò a Firenze nel 1950 la Scuola del Cuoio per dare agli orfani della Seconda Guerra Mondiale la possibilità di imparare un mestiere pratico per un futuro lavorativo. Convinto che la Scuola dovesse svolgere anche un ruolo sociale nella città, la visione di Gori si fondava sulla cultura della condivisione perché, affermava, “Chi è ricco di conoscenza e non la trasmette sarà povero per sempre.”
I Frati Francescani misero a disposizione degli studenti artigiani il vecchio dormitorio posizionando tavoli da lavoro lungo il corridoio. Quest’ala del Monastero fu donata ai Frati Francescani, durante il Rinascimento, dalla famiglia Medici che commissionò la costruzione all’architetto Michelozzo. Il corridoio principale, con il suo soffitto a volta e gli stemmi della famiglia Medici posizionati sulle varie porte, è decorato da affreschi eseguiti dalla scuola del Ghirlandaio.
Tra i primi studenti della Scuola del Cuoio, c’erano ragazzi della “Città dei ragazzi” di Pisa rimasti orfani dopo la Seconda Guerra Mondiale. Agli studenti venivano insegnate: le differenze tra i vari tipi di pellame, le tecniche per tagliare la pelle a mano e come realizzare articoli in pelle, dai piccoli prodotti alle grandi borse. Agli studenti più talentuosi veniva oltretutto insegnata l’arte della doratura, realizzata soprattutto su oggetti come scrittoi e portagioie con foglia d’oro ventidue carati.
Alla fine del 1950, in accordo con il Ministero della Giustizia, Scuola del Cuoio iniziò ad offrire corsi ai detenuti della
prigione delle Murate. Per questa ragione Gori venne premiato con una medaglia dal Governo Italiano.
Nel Novembre del 1966, dopo giorni di forti piogge, l’Arno esondò allagando la città di Firenze e distruggendo così il
centro storico. Scuola del Cuoio, come l’intera Basilica di Santa Croce, fu completamente sopraffatta dall’acqua e dal fango provocando enormi danni. L’accaduto paralizzò l’attività per quasi un anno. Tuttavia, grazie all’entusiasmo e all’impegno della famiglia e dello staff, Scuola del Cuoio fu riportata al suo splendore. Nel 1968, il presidente Saragat nominò Marcello Gori “Cavaliere del Lavoro” ed è così che venne premiato il suo impegno nel coniugare un’attività di eccellenza con progetti socialmente utili.
Adesso, la volontà, la fermezza e la riconoscenza del passato sosterranno di nuovo quei progetti che aiuteranno
giovani e ragazzi, per dare loro speranza nel futuro e il primo atto della Fondazione è l’assegnazione di Borse di formazione-lavoro. Donne e uomini ex degenti di ospedali psichiatrici, anche giudiziari, soggetti in trattamento psichiatrico, tossicodipendenti, alcolisti, minori in età lavorativa con difficoltà familiari, detenuti ammessi al lavoro all’esterno, beneficiari di protezione internazionale, persone senza fissa dimora in condizione di povertà, ma anche cittadini non in grado di permettersi il pagamento di corsi specializzati.
Il percorso di studio, della durata di nove mesi, avrà inizio il 3 ottobre e si terrà in un laboratorio della Scuola del Cuoio nel quartiere di Santa Croce, accanto alla Basilica. Sotto la guida dei Maestri artigiani della Scuoia del Cuoio, gli studenti avranno l’opportunità di imparare le tecniche della lavorazione artigianale della pelle e del cuoio, oltre a seguire alcune lezioni teoriche a cura di Docenti esperti, legate alla comunicazione e agli aspetti normativi per aprire un’impresa.