L’Abbazia di Sant’Antimo, gioiello della mistica medievale, sorge a pochi chilometri da Montalcino nella valle del torrente Starcia, un affluente del fiume Orcia, in prossimità di Castelnuovo dell’Abate. Capolavoro dell’architettura romanica, con richiami ai modelli francesi e lombardi, dallo scorso fine settimana ha riaperto le sue porte a fedeli e visitatori, nel rispetto dei protocolli di sicurezza.
L’antica Abbazia è stata abitata nei secoli dalla comunità dei monaci benedettini i quali, attraverso la preghiera, il lavoro e la “fatica laboriosa dell’obbedienza” ricercavano la comunione con Dio.
La Chiesa attuale è stata costruita all’inizio del Dodicesimo secolo, ma le origini sono precedenti infatti, la leggenda, fa risalire la sua edificazione al Nono secolo, all’epoca del Sacro Romano Impero, guidato dall’imperatore Carlo Magno, ritenuto il fondatore di una cappella, detta Cappella Carolingia, corrispondente all’attuale sagrestia.
Certamente l’Abbazia esiste già nell’anno 814 quando l’imperatore Ludovico il Pio, successore di Carlo Magno, emana un diploma che la arricchisce di beni e privilegi.
La pianta di Sant’Antimo è conforme a quella delle chiese situate sulle antiche vie di pellegrinaggio, come testimonia il deambulatorio con cappelle radiali, elemento architettonico di derivazione francese, così come la copertura delle navate laterali con volte a crociera e il matroneo con le bifore.
Al grande cantiere per l’edificazione di questo monumento presero parte maestranze italiane e francesi, come la bottega del Maestro di Cabestany, autore dello straordinario capitello raffigurante Daniele nella fossa dei leoni.
La visita alla chiesa permette di ammirare anche due capolavori della scultura lignea: sull’altare si erge un crocifisso – databile tra la fine del Dodicesimo e l’inizio del Tredicesimo secolo – influenzato dalla scultura borgognona e ricavato da un unico blocco di legno.
Ai piedi del crocifisso pregò anche santa Caterina da Siena che, nel 1377, si trovava nella zona di Sant’Antimo per una missione di pace e per predicare la parola di Gesù alla popolazione del territorio.
Nel fianco destro si trova una statua lignea raffigurante la Madonna di Sant’Antimo realizzata nel Tredicesimo secolo da uno scultore di scuola umbra. Maria in trono, Sedes Sapientiae, sorregge sulle ginocchia il Bambino che reca nella mano sinistra il globo sormontato dalla croce.
È inoltre possibile passeggiare nell’Orto di Santa Ildegarda, nello spazio esterno dell’Abbazia allestito secondo le visioni della santa benedettina nelle quali ricorre spesso la viriditas, termine latino che indica ciò che è di colore verde e che, germogliando, esprime freschezza e vigore.
Viriditas è per Santa Ildegarda la vitalità, l’energia creativa che si perde quando viene a mancare la fede e subentra l’aridità del cuore permettendo l’entrata di tutte le malattie. Ad ogni gruppo di malattie corrispondono delle erbe curative da scoprire durante la visita all’orto.
Sotto la grande quercia, denominata la Quercia di Moreh in ricordo dell’apparizione di Dio ad Abramo (Gn 12,1-9), è possibile meditare in silenzio.
Riaperta anche la farmacia del monastero, allestita nell’antica sala del tesoro, con prodotti alimentari e per la cura del corpo realizzati secondo le ricette della secolare tradizione erboristica monastica. Si può inoltre degustare la birra di Sant’Antimo prodotta secondo una ricetta esclusiva dell’Abbazia e l’amaro con l’essenza dell’erba carlina, legata alla leggenda della fondazione dell’abbazia da parte di Carlo Magno.
Nel complesso l’armonia dell’architettura, il calore dei materiali costruttivi utilizzati, il paesaggio circostante punteggiato di ulivi, sagrato naturale della chiesa, la raffinatezza degli elementi decorativi sono espressione della “Vera bellezza”.
Didascalie immagini
vedute esterne dell’Abbazia di Sant’Antimo
in Val di Starcia
courtesy Civita Opera Laboratori
Orario di ingresso
- dalle 11.00 alle 13.30 e dalle 14.00 alle 18.00
- la domenica dalle 12.00 alle 18.00
dopo la Messa solenne in canto gregoriano
che si celebra alle ore 11.00
(dal lunedì al venerdì la Santa Messa
si celebra alle 17.30)