Io canto l’individuo, la semplice singola persona, eppure pronuncio la parola democratico, la parola in-massa, io canto la fisiologia da capo a piedi, né la sola fisionomia, né il solo cervello meritano la Musa: io affermo che la forma completa ha maggior pregio, io canto tanto il Maschio che la Femmina.
La Vita immensa in passione, impulso, potenza, piena di gioia, per le più libere azioni che si svolgono sotto le leggi divine,
L’Uomo Moderno, io canto.
Io Canto l’individuo (Walt Whitman)
Il 10 dicembre del 1948 venne proclamata da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite la Dichiarazione universale dei diritti umani.
Nasce così, o meglio viene messo per iscritto, un ideale comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni. Viene chiesto ad ogni individuo di promuovere, attraverso l’insegnamento e l’educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà, di garantirne l’effettivo e universale riconoscimento.
Dopo questa solenne deliberazione, l’Assemblea delle Nazioni Unite diede istruzioni al Segretario Generale di provvedere a diffonderla e a tal fine, di pubblicarne e distribuirne il testo non soltanto nelle cinque lingue ufficiali dell’Organizzazione internazionale (cinese, francese, inglese, russo e spagnolo) ma anche in quante più lingue possibile usando ogni mezzo a sua disposizione.
Questo codice etico – di importanza storica fondamentale – viene ricordato e festeggiato ogni 10 dicembre come primo documento che sancisce universalmente (in ogni epoca storica e in ogni parte del mondo) i diritti che spettano all’essere umano.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite viene rappresentata da una bandiera descritta come: “Una mappa del mondo rappresentante una proiezione azimutale equidistante centrata sul Polo Nord, inscritta in un cercine composto da rami d’ulivo convenzionali incrociati; […] La proiezione della mappa estende il 40° parallelo Sud ed include quattro cerchi concentrici.”
I colori e i simboli scelti non sono casuali, hanno un loro perché: bianco e azzurro, opposti al rosso della guerra, rami d’ulivo simbolo di pace, una mappa che descrive tutti i popoli del mondo.
Festeggiamolo anche noi tra qualche giorno, ma nel farlo chiediamoci quanti di questi principi siano realmente rispettati. Quanto tutti gli uomini abbiano chiari certi diritti. Quanto, soprattutto, c’è ancora da battersi affinché di universale si possa davvero parlare.
Forse qualcosa non sta andando nel verso giusto? Forse quei 30 diritti, ne troppi ne pochi, così chiari e poco aperti a interpretazioni sbagliate, non hanno ancora convinto tutti.
Forse dovremmo rileggere attentamente quelle 30 semplici e profonde frasi, ripeterle ad alta voce ogni giorno a noi stessi.
A quelli che si mettono un titolo addosso e non lo sanno onorare.
A quelli che dovrebbero metterle in atto.
A chi predica bene e razzola male.