Mentre proseguono con straordinario successo le repliche de La Calisto di Francesco Cavalli – la terza nuova produzione dell’autunno scaligero eseguita per la prima volta nel tempio della lirica (ben trecentosettant’anni dalla prima rappresentazione veneziana) con la direzione di Christophe Rousset e la e la regia di David McVicar (Mirko vi riferirà sabato prossimo) – il repertorio della musica del Seicento e primo Settecento bissa giovedì il 18 novembre con un concerto di Sonya Yoncheva che spazierà da Monteverdi e Cavalli a Stradella e Caldara fino ad autori spagnoli Lucas Ruiz De Ribayaz e José Marín e britannici Orlando Gibbons ed Henry Purcell.

Il soprano bulgaro, tra le voci di riferimento per parti verdiane e pucciniane, è attesa al Piermarini nella prossima Stagione nelle vesti di due grandi eroine tra Ottocento e Verismo: Gioconda e Fedora nelle opere eponime di Ponchielli e Giordano, mentre è stata recentemente protagonista di Siberia, sempre di Giordano, a Firenze.

Però, nella sua formazione, la musica barocca occupa una posizione centrale – fin dagli inizi nel Jardin des Voix di William Christie – e, a questo repertorio, è tornata anche nel 2020 per incidere l’album Rebirth, che risale a splendori e malinconie della musica vocale del tardo Rinascimento proponendo pagine composte tra la fine del Cinquecento e il primo Settecento.

Parte dell’impaginato dell’album si riversa nel programma del concerto milanese che accosta classici italiani alle atmosfere elisabettiane e autori secenteschi spagnoli. Indubbiamente una serata insolita e di suggestione con il contributo dell’Ensemble Cappella Mediterranea fondato nel 2005 da Leonardo García Alarcón, ormai un punto di riferimento in questo repertorio.