A Torino, un appuntamento assolutamente da non perdere, per il nuovo allestimento del Progetto Opera Barocca con L’Orfeo di Claudio Monteverdi e Antonio Florio sul podio dell’Orchestra e Coro del Teatro Regio.
L’Opera Barocca solo recentemente viene riscoperta e apprezzata, non dico dal grande pubblico (ancormeno da chi va a teatro per farsi vedere), ma certamente da tutti coloro aperti all’ascolto.
Invece, nell’ultimo mezzo secolo, L’Orfeo – riconosciuto e venerato come il primo esempio di lavoro drammatico nel quale la musica invade tutta la narrazione, il primo esempio di opera lirica giunto completo sino a noi – ha sempre affascinato senza dover subire periodi di oblio.
Pochissime le fonti storiche: non esistono bozzetti di costumi, né vi è traccia a chi siano appartenute le scene della prima rappresentazione ignorando, in assenza di certezza documentaria, dove avvenne.
Con il tempo, è divenuta tradizione, farla risalire al 1607 nella Galleria degli Specchi (o nella Galleria dei Fiumi) del Palazzo Ducale di Mantova per le dimensioni delle sale.
Se avrete tempo, consiglio di approfondire e vi appassionerete andando alla scpperta di quali e quante difformità siano legate alla prima rappresentazione. Ulilissima la corrispondenza tra i due principi – Francesco e Ferdinando Gonzaga – e arrivare a presumere perché il finale fu modificato.
Claudio Monteverdi è il maggior compositore della prima metà del diciassettesimo Secolo per essere stato il primo a traghettare, la storia della musica dal periodo rinascimentale all’epoca barocca, con un nuovo genere musicale.
In quest’opera racconta il mito di Orfeo ed Euridice per esaltare l’immenso potere della Musica e lo fa utilizzando toccate, sinfonie, balletti, lo “stile recitativo”, duetti e numerosi cori – che assumono un ruolo fondamentale e drammaturgicamente rilevante – fondendo lo stile madrigalesco con la varietà scenica e orchestrale degli intermedi iniziando così a codificare quello che poi diverrà lo stile dell’opera lirica.
La direzione di Antonio Florio – considerato a livello internazionale uno degli interpreti di riferimento del repertorio barocco con strumenti d’epoca – includerà anche gli Strumentisti della Cappella Neapolitana, affidando loro il basso continuo – elemento musicale di fondamentale importanza nelle opere barocche – e l’Ensemble strumentale La Pifarescha per arricchire la rigogliosa partitura e per far cogliere al pubblico il primo esempio in cui Monteverdi assegna specifici strumenti a singole parti.
Se proprio non potete andare a Torino, l’opera sarà ripresa dalla Rai e trasmessa su Rai5 giovedì 3 maggio alle 21.15, quindi prendete buona nota e mi ringrazierete.
Dettagli
Didascalie immagini
- Bozzetto allestimento - courtesy Teatro Regio
- L'Orfeo, locandina del 1619 (fonte)
- Bozzetto allestimento - courtesy Teatro Regio
- Il M° Antonio Florio - courtesy Teatro Regio
- Bozzetto allestimento - courtesy Teatro Regio
In copertina
Bozzetto allestimento (particolare) courtesy Teatro Regio
L’Orfeo
Favola in musica in un prologo e cinque atti
Libretto di Alessandro Striggio
Musica di Claudio Monteverdi
Personaggi Interpreti
- La Musica e Proserpina soprano Roberta Invernizzi
- Orfeo baritono Mauro Borgioni
- Euridice soprano Francesca Boncompagni
- La Messaggera e La Speranza mezzosoprano Monica Bacelli
- Caronte basso Luigi De Donato
- Plutone basso Luca Tittoto
- Apollo e Primo pastore tenore Fernando Guimarães
- La Ninfa soprano Leslie Visco
- Eco e Secondo spirito tenore Joshua Sanders
- Primo spirito e Secondo pastore tenore Luca Cervoni
- Terzo pastore contralto Marta Fumagalli
Realizzazione del basso continuo
Strumentisti della Cappella Neapolitana
Direttore d’orchestra Antonio Florio
Regia Alessio Pizzech
Scene Davide Amadei
Costumi Carla Ricotti
Coreografia Isa Traversi
Luci Andrea Anfossi
Maestro del coro Andrea Secchi
Orchestra e Coro del Teatro Regio
partecipazione dell’Ensemble strumentale La Pifarescha