Il 9 ottobre uscirà la nuova fatica discografica del cantautore Matteo Passante, ancora una volta accompagnato dall’ottima Malorchestra.
I brani di Passante possiedono uno stile diretto (in directum direbbero i gregoriani) nel quale la classica divisione fra strofe e ritornelli della forma canzone è spesso appianata in uno storytelling fatto di piccoli e continui crescendo; la struttura è evidenziata, piuttosto che da forti contrasti, dai dettagli degli arrangiamenti – curati da Marco Vismara – che mettono in atto un processo di variazione timbrica in miniatura.
Lo si sente già nel rock un po’ alla Iron Butterfly della traccia di apertura, Il museo dei disamori. Eri la lusinga e Dichiarerò per sempre sono due arie “a elenco” post-litteram; la prima mi appare come una versione postmoderna (e molto meno sbarazzina) di You’re the Top di Cole Porter, la seconda ci racconta la semplicità della bellezza con la sua malinconica melodia alla francese e un arrangiamento jazzy quanto basta. Se Parlarsi addosso è un invito alla sobrietà, Crepe ci ricorda l’importanza delle esperienze; ispirata al valore estetico che la frattura saldata con l’oro ha in Giappone, la canzone conferma che avere una storia da raccontare è quanto mai importante. Dotate di un groove più coinvolgente sono Noi uomini e Endrigo e le bolle a mano. La prima, poggiandosi su un arrangiamento anni Ottanta, snocciola un inno contro la fossilizzazione emotiva; la seconda, nel suo buffo stile alla Rino Gaetano, addita al fatto che fantasia e creatività sono le vie per trovare il bello e la libertà. Indubbiamente la metafora fra aereo e idee non è pienamente originale ma la sua forza e la necessità del concetto che esprime le donano nuova forza.
Non mancano neanche testi più impegnati. Pirati stanchi ci racconta di come la follia possa consistere semplicemente in un eccesso di creatività, fuga da una realtà ingiusta che, imposta, conduce alla morte. Gli eventi della crisi del Congo belga sono ricordati in 1958 che, guardando a ritroso, offre un ripasso di storia contemporanea a chi dice “aiutiamoli a casa loro”.
“Il grande stupore” è un disco ben fatto che ci rispiega la differenza fra “pop” e “commerciale”; ottimo lavoro per Matteo Passante e la sua Malorchestra.
Dettagli
Didascalie immagini
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Matteo Passante
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La copertina del disco
IN COPERTINA
Particolare della copertina del cd
Tracklist
1. Il museo dei disamori (Passante)
2. Eri la lusinga (Passante/Scilla)
3. 1958 (Passante)
4. Dichiarerò per sempre (Passante/Vismara)
5. Endrigo e le bolle a mano (Passante)
6. L’amore è dei miopi (Passante/Vismara)
7. Parlarsi addosso (Passante)
8. Milano e le nuvole (Passante/Scilla)
9. Noi uomini (Passante)
10. Crepe (Passante)
11. Pirati stanchi (Passante)
Personnel
Matteo Passante: voce
Marco Vismara: chitarre, clarinetto, ukulele, synth
Diego Scilla: pianoforte e tastiere
Luca Moroni: basso e contrabbasso
Raffaele Pellino: batteria e percussioni