Prende il via alle ore 20:00 l’ottantacinquesima edizione del Festival del Maggio Musicale Fiorentino con un intenso cartellone che proseguirà fino all’otto luglio.
Sul podio, questa sera, alla guida dell’Orchestra del Maggio, il direttore principale Daniele Gatti, alla terza inaugurazione del Festival e, in locandina, un programma di musiche tedesche. In apertura, una selezione di brani sinfonici del Götterdämmerung, il Crepuscolo degli dei di Richard Wagner proposti a centoquaranta anni esatti dalla prima esecuzione assoluta italiana dell’opera, avvenuta il 18 aprile del 1883 al Teatro La Fenice di Venezia.
Quarto e ultimo dei drammi musicali della Tetralogia wagneriana (Der Ring des Nibelungen) fu rappresentato al Festival di Bayreuth il 17 agosto 1876 in occasione della prima rappresentazione al Festspielhaus dell’intero ciclo. Nella terza e ultima parte della saga l’azione riparte laddove si era interrotta in quella precedente (Siegfried) conclusa dal duetto d’amore di Siegfried e Brünnhilde.
Nel Prologo della Götterdämmerung i due protagonisti si salutano dopo essersi scambiati promesse d’amore sulla rupe delle valchirie. Il filo del destino tessuto dalle Norne si è spezzato, presagio della fine imminente, e dalle tenebre si levano le prime luci dell’alba che accompagneranno Sigfrido nel suo percorso. L’eroe deve infatti affrontare un viaggio sul Reno che lo porterà nella reggia dei Ghibicunghi, Gunther e Gutrune, fratellastri di Hagen, figlio del nibelungo Alberich. Il brano orchestrale Tagesgrauen und Siegfrieds Rheinfahrt (Alba e viaggio di Sigfrido sul Reno) funge da collegamento tra il prologo e il primo atto del dramma. In esso ritroviamo alcuni dei leitmotive impiegati nei drammi precedenti – il tema del destino, il tema d’amore di Siegfried e Brünnhilde, il canto delle figlie del Reno – che arricchiscono di significato una pagina sinfonica di idilliaca bellezza sonora. Il brano tratto dal terzo atto, Siegfrieds Tod und Trauermarsch (Morte e Marcia funebre di Sigfrido), rappresenta invece il punto culminante dell’intera Tetralogia. Sigfrido è stato ucciso a tradimento da Hagen e il corteo funebre accompagna le sue spoglie nell’oscurità della notte. È una pagina dai colori cupi e lividi che riassume, inglobandoli e sublimandoli in un flusso sinfonico di estrema concentrazione drammatica, i temi principali legati alla figura dell’eroe.

La seconda parte del concerto inaugurale prevede anche Ein Heldenleben (Vita d’Eroe), op. 40 di Richard Strauss, ultimo dei poemi sinfonici fu composto nel 1898 ed eseguito per la prima volta a Francoforte il 3 marzo 1899 dallo stesso autore. Si tratta di una composizione che è possibile delineare come un un lavoro autobiografico poiché l’eroe del titolo è il compositore stesso. Suddiviso in sei sezioni (L’eroe, Gli avversari, La compagnia, Il campo di battaglia, Le opere di pace, Il ritiro dal mondo e La fine dell’eroe) Ein Heldenleben è una riflessione del musicista sulla propria esistenza e le esperienze artistiche vissute fino a quel momento. Non a caso, Strauss dissemina la partitura di autocitazioni estrapolate dai poemi sinfonici precedenti che si uniscono a scelte musicali particolarmente efficaci: il tema dell’eroe, vigoroso e vitale, quello degli avversari, petulante e grottesco, il tema della donna amata affidato al timbro suadente del violino solista, fino al poetico episodio conclusivo che sigla la quiete finalmente conquistata dall’eroe dopo aver affrontato mille avventure.
“Il programma di Ein Heldenleben era pronto nella mia mente prima che io componessi la musica” racconta Strauss in una lettera all’editore Carl Spitzweg asserendo altresì di aver realizzato l’opera per appagare “un’urgentissima necessità di eroismo”. Un eroismo che si riflette nella tonalità scelta di mi bemolle maggiore – la stessa dell’Eroica di Beethoven – e nell’impiego di un’orchestra poderosa, rinforzata soprattutto nella sezione degli ottoni, “con tanti corni che sono sempre un chiaro segno di spirito eroico”, sottolineò compiaciuto il compositore.
Per lo spettatore, le pagine sinfoniche scelte per questa sera riassumeranno, inglobandoli e sublimandoli, in un flusso sinfonico di estrema concentrazione drammatica – a tratti anche con valore emblematico per la situazione della Fondazione del Maggio – i temi principali legati alla figura dell’Eroe.