Giovedì 18 aprile il maestro Roland Böer, alla guida dell’Orchestra e Coro del Teatro Regio d Torino, dirigerà l’oratorio Elias, per soli, coro e orchestra op.70, di Felix Mendelssohn-Bartholdy (Amburgo, 3 febbraio 1809 – Lipsia, 4 novembre 1847) altro genio musicale scomparso precocemente. Divenuto uno dei grandi lavori sinfonico-corali di primissimo piano nella musica europea dell’Ottocento, Mendelssohn vi lavorò alacremente – mettendo più volte in crisi l’amico poeta e librettista Julius Schubring con ripensamenti e cancellazioni –  dovendola consegnare in tempo per il festival di Birmingham dove debuttò il 26 Agosto 1846 alla Town Hall, diretta dallo stesso compositore e ottenendo un’accoglienza trionfale. 

In realtà, Mendelssohn aveva iniziato a pensale all’Elias subito dopo l’oratorio Paulus (Düsseldorf, Niederrheinisches Festspiel, 22 Maggio 1836), ma, gli occorsero dieci anni per svilupparne concetto poetico e forma musicale. Probabilmente, un Oratorio biblico, lo gravava anche di una certa responsabilità spirituale essendo cresciuto, sì, nella fede luterana, ed era spiccato il valore della tradizione sinfonica-corale tedesca e protestante, ma l’appartenenza a una nobile famiglia ebrea, è impossibile non abbia pesato il fatto che il nonno paterno era Moses Mendelssohn, il filosofo razionalista, intimo amico di Lessing (invece, Bartholdy, lo aveva aggiunto il padre Abraham essendo il cognome di famiglia della madre di Felix).

Elias, è bassato sul Primo libro dei Re e la voce di un basso, nell’ouverture, annuncia la sua profezia dopo che il popolo settentrionale comincia ad abbandonare la fede in Dio. Canta a cappella “So wahr der Herr, der Gott Israels lebet”.
Al riguardo, Monsignor Gianfranco Ravasi, ha osservato: È curioso notare che proprio lo stesso testo dell’oratorio e il testo biblico, profondamente intrecciati tra di loro, si aprano con la prima riga in assoluto della Bibbia in cui appaia la figura di Elia, ed è curiosissima questa presentazione, nel primo libro dei Re, al cap. XVII, versetto 1: il profeta entra in scena senza nessuna precisazione, senza nessuna presentazione, senza nessuna genealogia. C’è un inizio che suona così, nell’originale biblico: «Elia il Tishbita (della città di Tishbà) disse ad Achab: “per la vita del Signore Dio di Israele, dinnanzi al quale io sto, in questi anni non cadrà dal cielo…”». È l’annuncio della siccità. Ecco l’apparire di una parola, una realtà quasi fragile, inconsistente, e d’altra parte così incisiva. C’è quell’intuizione che è propria della profezia biblica, dell’essere solo parola, dell’essere solo parola, di essere parola nuda. I profeti sono costantemente in opposizione al potere, e non hanno nessuna arma, se non quella della loro parola. E la loro parola, come diceva un altro profeta (paradossalmente citato proprio nel testo di Mendelssohn e attribuito ad Elia, mentre in realtà è il profeta Geremia), nel capitolo XXIII, al verso 29: «La mia parola è come un martello che spacca le rocce e come l’ala ardente che brucia le ossa». Nonostante di Elia non ci resti una parola scritta (abbiamo soltanto profezie all’interno del primo libro dei Re), questa figura della parola continua ancora a incidere e ha inciso lungamente nella storia della cultura dell’Occidente. 

Didascalie immagini

  1. Roland Böer foto © Carlo Cofano
  2. Orchestra e Coro del Teatro Regio
    foto Edoardo Piva © Teatro Regio 

In copertina un particolare di:
Orchestra e Coro del Teatro Regio
foto Edoardo Piva © Teatro Regio 

Programma
Felix Mendelssohn-Bartholdy (1809-1847)
Elias
oratorio su parole dell’Antico Testamento
per soli, coro e orchestra opera 70

Interpreti

Roland Böer direttore

Andrea Secchi maestro del coro

Orchestra e Coro del Teatro Regio

Teatro Regio
Giovedì 18 Aprile 2019 – 20.30

Dove e quando

Evento: Teatro Regio – Piazza Castello, 215 – Torino
  • Data: 18 April, 2019