La 41ª edizione del Festival Monteverdi (dove tutto è nato e tutto rinasce) in corso a Cremona dal 14 giugno e si concluderà con il Gala di questa sera, ha visto inserito, nel ricco programma, un concerto del sopranista venezuelano Samuel Mariño.

Giovane cantante che inizia i suoi studi di canto durante la tarda adolescenza dopo aver intrapreso un percorso di studi di pianoforte e danza. La bellissima voce con variegate sfumature e la padronanza di una tecnica perfetta, gli hanno valso numerosi riconoscimenti e vasti consensi, non solo in Europa. A Cremona ha cantato arie bellissime e di estrema difficoltà, alcune molto note ed altre vere rarità.

Nel programma:
Antonio Vivaldi (1678 – 1741)
Agitata da due venti, aria da “Griselda”, RV718, 1735, Venezia
Qui si inizia subito ad apprezzare il suo virtuosismo vocale;

Claudio Monteverdi (1567 – 1643)
Quel sguardo sdegnosetto SV247 da “Scherzi musicali”, 1632

Arcangelo Corelli (1653 – 1713)
Concerto grosso in re maggiore n. 4, da “12 Concerti grossi”, Op. 6, 1712, Amsterdam  

Antonio Caldara (1670 – 1736)
Vanne pentita a piangere, da “Il trionfo dell’innocenza”, 1704, Firenze
Quest’aria celestiale è stata interpretata con l’intensità che solo un grande può trasmettere, veramente da brivido;

Alessandro Scarlatti (1660 -1725)
Torbido, irato e nero, aria da “Erminia”, RosS 374/26, 1723, Napoli
Qui, lo stesso Mariño ha fatto credere al pubblico di essere preoccupato nell’affrontare questa aria, ma con la sua tecnica perfetta ha superato tutte le difficoltà regalando un momento sublime;

Claudio Monteverdi (1567 – 1643)
Sinfonia da “L’incoronazione di Poppea”, SV308, 1643, Venezia

Antonio Vivaldi (1678 – 1741)
Vedrò con mio diletto, aria da “Il Giustino”, RV717, 1724, Roma
Una musica divina per un’aria da sogno, qui l’artista mette in mostra le sue straordinarie doti di interprete;

Quell’augellin che canta, da “Silvia”, RV734, 1721, Milano
Qui, al contrario di altre occasioni in cui il cantante “duetta” con un flauto, è stato il violino a “cinguettare”;

Concerto in re maggiore per archi e basso continuo RV 121, 1717, Venezia

Alessandro Scarlatti (1660 -1725)
Caldo sangue, da “Il Sedecia, re di Gerusalemme”, 1705, Roma

Antonio Vivaldi (1678 – 1741)
Anch’il mar par che sommerga, aria da “Bajazet”, RV703, Verona

Il bis è stato “lascia ch’io pianga“ voluto dal cantante come messaggio di pace.

Il maestro Marcello Di Lisa, impegnato nella ricerca musicologica, rivolta soprattutto alle opere inedite di Alessandro Scarlatti e alle opere dimenticate del barocco italiano, ha diretto con sicurezza l’Ensemble Concerto De’ Cavalieri da lui stesso fondato, composto da sei eccezionali professionisti. Ensemble che è diventato rapidamente una delle principali orchestre italiane di strumenti d’epoca.

Un’ora e mezza di musica e canto sopraffini, il pubblico attento ed emozionato ha accolto con scroscianti applausi ogni aria proposta, un consenso unanime al giovane artista, che può aggiungere questa serata ai suoi numerosi successi.

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Foto © Salvo Liuzzi – vari momenti del concerto