Il pubblico italiano è sicuramente abituato a concerti in cui ad esibirsi sono tre tenori, ma il teatro dell’Opera di Roma ha proposto uno spettacolo con tre giovani cantanti – già con carriere ben avviate per un repertorio più sconosciuto – di una bellezza che lascia senza parole.
Il Barocco è un periodo in cui le voci regine sono quelle dei cantori evirati, Farinelli, per fare un esempio, è noto a molti.
Fortunatamente la castrazione venne poi bandita con il passare del tempo ed oggi i cantanti arrivano ad essere contraltisti e sopranisti grazie ad anni di studio e a certe caratteristiche fisiche.
Molti nomi altisonanti di questo genere di artista sono di altre nazionalità, ma anche gli Italiani si stanno distinguendo nel mondo in repertori che richiedono questa vocalità, repertori che all’estero sono tenuti in considerazione molto di più rispetto alla nostra nazione, anche se tutto ha avuto inizio qui.
Nella serata del 20 ottobre il teatro Costanzi ha proposto tre nomi di notevole rilevanza del panorama operistico: Carlo Vistoli, Raffaele Pe e Aryeh Nussbaum Cohen.
Carlo Vistoli debutta nel 2012 e in dieci anni di carriera ha vinto numerosi riconoscimenti importanti tra i quali il premio “Farinelli”, ha cantato in molti teatri nel mondo ed è stato diretto dai più grandi ed esperti direttori d’orchestra della musica barocca, la sua carriera in continua ascesa lo ha portato ad affrontare tanti ruoli delle più importanti opere del settecento e ha già al suo attivo numerose registrazioni.

Raffaele Pe inizia a cantare da bambino ed oltre alle esibizioni che lo hanno reso famoso nel mondo, fonda nel 2014 “La lira di Orfeo”, un ensemble dedito alla riscoperta in tempi moderni del repertorio antico e barocco, nello stesso anno viene invitato a cantare a Verona diventando il primo controtenore ad esibirsi in Arena; anche lui ha nel suo curriculum diverse importanti incisioni.
Aryeh Nussbaum Cohen, americano, debutta ancora studente universitario in Europa, a Vienna diretto dal maestro Alan Curtis. Da qui inizia la carriera che lo ha portato ad affrontare numerosi ruoli e tanti concerti, tra cui le prime esecuzioni mondiali di Poems of Life di Kenneth Fuchs. Anche per lui numerosi riconoscimenti e tanti impegni per il futuro.

Il ricchissimo programma di questo concerto comprendeva:
Antonio Vivaldi, Concerto ripieno per archi in do maggiore RV 115 – Allegro, Adagio, Allegro
Antonio Vivaldi, “Nel profondo cieco mondo” (Orlando furioso RV 728)
Georg Friedrich Händel, “Or la tromba” (Rinaldo HWV 7)
Leonardo Vinci,Tu vuoi ch’io viva” (Artaserse)
Georg Friedrich Händel, “Stille amare” (Tolomeo, re d’Egitto)
Nicola Porpora,“Tu spietato non farai” (Ifigenia in Aulide)
Riccardo  Broschi,Ombra fedele anch’io” (Idaspe)
Antonio Vivaldi, “In braccio de’ contenti” (La Gloria e Imeno RV 687)
Georg Friedrich Händel, “Vivi, tiranno” (Rodelinda HWV 19)
Georg Friedrich Händel, “Con l’ali di costanza” (Ariodante HWV 33)
Georg Friedrich Händel, “Ah mia cara, se tu resti” (Floridante HWV 14)
Christoph Willibald Gluck, “Che farò senza Euridice” (Orfeo ed Euridice)
Gioachino Rossini, “Di tanti palpiti” (Tancredi)
Antonio Vivaldi, “S’egli è ver che la sua rota” (La fida ninfa RV 714)

Tre voci simili, ma con tante sfumature diverse, tre interpreti che con estrema disinvoltura passano da arie di sentimento ad arie di furore, ed anche in questa serata confermano le straordinarie doti interpretative:  Pe canta con grande naturalezza l’aria “Con l’ali di costanza” dall’Ariodante di Händel  nonostante le grosse difficoltà da affrontare; Cohen canta con lo struggimento necessario la bellissima aria “Che farò senza Euridice?” dall’Orfeo e Euridice di Gluck  e Vistoli nonostante la stanchezza dei numerosi impegni intersecati con questo, canta in maniera perfetta, per la prima volta con orchestra (non barocca) “Di tanti palpiti” dal Tancredi di Rossini.

La direzione dell’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma è affidata a Rinaldo Alessandrini, un esperto della musica del XVIII secolo e questa sera lo ha dimostrato dirigendo in maniera ineccepibile ogni brano proposto.
Nonostante l’impegno dei tre cantanti nell’affrontare le numerose arie dei tanti compositori previsti nel programma, hanno regalato al pubblico il coro finale (Il destino, la sorte e il fato) della serenata di Antonio Vivaldi “La Senna festeggiante” e la meravigliosa “Sound the trumpet” di Henry Purcell, scritta per due voci qui adattata a tre, eseguita da clavicembalo e violoncello: semplicemente magnifica.

Una serata magica di musica meravigliosa, accompagnata da tre voci che hanno incantato il numeroso pubblico, che ha accolto con fragorosi e interminabili applausi un concerto di rara bellezza.

Dettagli

Didascalie immagini

  1. Locandina del concerto
  2. Carlo Vistoli
    foto © Fabrizio Sansoni – Teatro dell’Opera di Roma
  3. Raffaele Pe
    foto © Fabrizio Sansoni – Teatro dell’Opera di Roma
  4. Aryeh Nussbaum Cohen
    foto © Fabrizio Sansoni – Teatro dell’Opera di Roma
  5. I tre controtenori
    © Fabrizio Sansoni – Teatro dell’Opera di Roma
  6. I cantanti con l’orchestra
    © Fabrizio Sansoni – Teatro dell’Opera di Roma

IN COPERTINA

Aryeh Nussbaum Cohen, Carlo Vistoli e Raffaele Pe insieme sul palco
© Fabrizio Sansoni – Teatro dell’Opera di Roma