Con la direzione di Antonio Pappano, l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia ha accompagnato la pianista Beatrice Rana, protagonista della scena internazionale con un’apprezzatzissima attività. Lo straordinario concerto, in osservanza del Dpcm del 3 novembre 2020, ha avuto luogo senza pubblico alle ore 20.30 di venerdì 6 novembre ed è stato trasmesso in diretta radiofonica su Rai Radio Tre e in streaming su RaiCultura.
Siamo grati e stiamo imparando ad apprezzare (impossibile usare o coniugare il verbo “abituare” perché la musica la si ascolta in presenza) le grandi offerte culturali che, nonostante le enormi difficoltà, teatri e fondazioni musicali, organizzano per mantenere ben stretto il rapporto con il proprio pubblico.
Come quando in teatro ci si concentra sulla musica – e si baipassano i suoni di chi è così preso da se stesso e quindi incapace di non disturbare con i rumori più disparati dal perpetuo scartocciare di caramelle all’applaudire prima dell’ultima nota dell’overture’ – a casa basta chiudere gli occhi per matearizzarsi in sala, in questo caso in uno dei 2.744 posti della Sala Santa Cecilia. Per chi lo avesse perso, e per chi desidera riascoltarlo, l’appuntamento è per domani – mercoledì 18 novembre – ore 21:15 su Rai 5.

Robert Schumann lavorò al Concerto in la minore per pianoforte e orchestra, op. 54 tra tra il 1841 (cui risale il primo movimento) al 1845 (per il secondo e il terzo) in uno dei periodi meno tormentati della sua esistenza. Si era innamorato della figlia del maestro Johann Gottlob Friedrich Wieck. Il matrimonio fu celebrato il 12 settembre 1840 e Clara, pianista di talento, ne divenne preziosa collaboratrice vivendo felicemente i primi anni di unione.
Il Concerto proposto è, senza dubbio, una delle opere più intense e ardite dove il compositore fonde, in una composizione, suggestioni e ansie espressive che lo assillavano in una creazione di così vaste proporzioni e costretta a confrontarsi con la tradizione classica. Vi si avverte nettamente il desidero di superarla senza porsi limiti e, in una lettera scritta a Clara prima del matrimonio, già affermava l’idea nei confronti di un “grande” concerto per pianoforte e orchestra: “Quanto al concerto, ti ho già detto che si tratta di un qualcosa a metà tra sinfonia, concerto e grande sonata. Mi rendo conto che non posso scrivere un concerto da ‘virtuoso’ e che devo mirare a qualcos’altro“.

La Kammersymphonie op. 9, ultimata da Arnold Schönberg nel 1906, poi eseguita l’anno successivo in una Vienna stupita dalla prima vera opera dodecafonica del compositore che la definì un punto di rottura con il passato, in particolare per l’insolito organico cameristico di quindici strumenti e trattati anche solisticamente. Considerata per molto tempo la più adatta introduzione alla musica moderna, formalmente la Sinfonia si raggruppa in un unico movimento, distinto tuttavia in cinque diverse sezioni senza soluzione di continuità realizzando, come affermò lui stesso “un’azione reciproca molto stretta tra l’armonia e la melodia, in quanto entrambe provvedono a collegare i rapporti remoti della tonalità in una unità perfetta”.

La Sinfonia n. 35 in re maggiore “Haffner“, K 385 di Mozart risale all’estate 1782 per l’invito di Sigmund Haffner alla composizione di una serenata. Il ricco commerciante, in passato, quando ricopriva l’incarico di borgomastro a Salisburgo, gli aveva già commissionato un’opra (la K. 250) in occasione delle nozze della figlia. Mozart era impegnato con l’allestimento de II ratto dal serraglio e, non potendo dire no,    fu costretto a lavorare anche di notte e a spedire. uno alla volta. i pezzi a suo padre immediatamente dopo averli completati. Successivamente si fece rimandare la serenata a Vienna per eseguirla come sinfonia eliminando dalla partitura una marcia (poi catalogata come K. 385a) e uno dei due minuetti (andati perduti). E’ in questa nuova stesura che la composizione è fra le sinfonie mozartiane più popolari.

Buon ascolto con il vivo augurio di poter risentire Batrice Rana, questa volta in sala, quando tornerà sul palco di Santa Cecilia il prossimo  marzo con il Concerto n. 2 di Sergej Rachmaninov.

Didascalie immagini

  1. veduta interna della Sala Santa Cecilia vuota 
  2. il Mastro Antonio Pappano e la pianista Beatrice Rana durante le prove
  3. Beatrice Rana durante le prove 
     

In copertina 
la Sala Santa Cecilia vuota all’interno dell’Auditorium Parco della Musica di Roma

Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Antonio Pappano direttore
Beatrice Rana pianoforte

Programma

  • Robert Schumann
    Concerto in la minore per pianoforte e orchestra, op. 54
  • Arnold Schönberg
    Kammersymphonie op. 9
  • Wolfgang Amadeus Mozart
    Sinfonia n. 35 K 385 “Haffner”