Il progetto vincitore del bando MAD residenze d’artista dell’ottobre 2023 è “Agorà” del sound artist SADI, (con la curatela di Veronica Caciolli e Valentina Gensini, realizzata in collaborazione con BHMF Black History Month Florence) dal 1° febbraio divenuto un’installazione permanente degli spazi fiorentini del Carcere duro del Murate Art District, centro di ricerca, di produzione artistica e di scambi internazionali.
Il progetto si è sviluppato attraverso una ricerca sulle memorie orali, ottenute in particolare grazie alla collaborazione di Valeria Muledda (artista), Corrado Marcetti (già direttore della Fondazione Michelucci di Firenze) e su fonti scritte, ricevute da: Archivio di Stato di Firenze, Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea, Villa Romana, le ricercatrici Pamela Giorgi e Elena Gonnelli insieme all’archivio raccolto da MAD negli ultimi dieci anni.
L’artista, analizzando il lasso temporale dagli anni Venti agli anni Settanta del Secolo scorso, ha individuato un elenco di antifascisti tra cui Gaetano Salvemini (storico e politico, 1873-1957), Hans Purrmann (pittore, 1880-1966), Aldo Capitini (filosofo e politico, 1899-1968), Carlo Levi (scrittore e pittore, 1902-1975), Alessandro Sinigaglia (partigiano, 1902-1944) oltre a una medesima, quanto articolata minoranza resistente, dissidente e perseguitata costituita da afro-discendenti, ebrei e omosessuali.
Ne è poi conseguita come “Agorà“, sviluppata durante i quattro mesi di residenza, un’installazione spazializzata del suono e volta a far risuonare i pensieri, gli orientamenti, le filosofie e le lotte sedate delle predette figure. La loro idea di mondo, le loro testimonianze sono oggi una preziosa eredità da difendere e divulgare. Il carcere duro, da spazio di negazione (di libertà, di azione, di parola e di comunicazione), si trasforma nel suo opposto, una Agorà: la piazza al centro dell’antica polis greca, luogo di democrazia per antonomasia, di incontri religiosi, politici, commerciali e sociali.
Alla presentazione stampa, SADI ha speigato: “Il carcere duro è sempre stato per me un posto di grande ispirazione per la sua storia. Attratto dal vilipendio sociale che gravava nel contesto socio-politico italiano in cui le libertà di espressione, di pensiero, di identità di genere e origine sono state ammutolite, escluse e detenute nel penitenziario delle Murate di Firenze, è stato necessario identificare il tema su cui concentrarsi per poi attivarmi in ricerche storiche e archivistiche. Una residenza che mi ha introdotto a riflessioni profonde da cui creare qualcosa che valorizzasse trasformazione, bellezza e cultura. Grazie alle tante collaborazioni con ricercatori, artisti e archivisti, tutto è arrivato come se da quelle porte aperte arrivasse un’anima pronta per essere liberata. Questo lavoro è dedicato ai tanti nomi che hanno vissuto in quelle mura e che spero oggi possano invitare studenti e persone interessate a scoprirne le storie. Una commemorazione nel ricordo, per sfamare la libertà di tutti nell’oggi”.
Il progetto proseguirà con un’azione performativa in programma il 27 marzo alle ore 18:00 presso il Museo di Antropologia e Etnologia di Firenze.