Il Louvre di Abu Dhabi, che aprirà ufficialmente nel 2017, si pone l’obiettivo di diventare un museo “universale”, come universale è la città di Abu Dhabi, aperta a Oriente e a Occidente, affezionata al passato ma pronta ad accogliere le novità contemporanee. Il museo cerca di tessere una memoria comune a più popoli e a più culture attraverso il linguaggio dell’arte.
E’ in questo contesto che l’architetto Jean Nouvel ha progettato una città-museo che richiamasse da un lato la tradizionale medina araba, fatta di case bianche dai tetti bassi e piatti; dall’altro la dimensione contemporanea, incarnata da una cupola che sembra arrivare da un futuro surreale. La pioggia di luce proiettata dal soffitto verso l’interno immerge infatti lo spettatore in una dimensione fantastica, ricorda una luce galleggiante sull’acqua.
Leaves of Light, Giuseppe Penone, 2016
E’ sotto questa magica cupola che verranno esposte le opere di due grandi artisti della scena contemporanea, Giuseppe Penone e Jenny Holzer. Il primo, italiano, è uno dei maggiori esponenti dell’Arte Povera e usa materiali organici per ricordarci come l’arte sia sempre in costante connessione con la natura e con l’uomo. La sua Germination è un’installazione formata da quattro parti, il cui pezzo principale è Leaves of light (foglie di luce), un albero in bronzo dalle foglie fatte di piccoli frammenti di specchi che riflettono la luce della cupola. L’opera è un esempio di come architettura e scultura possano dialogare in modo nuovo sfruttando la sola componente luministica, ma è soprattutto un esempio di elemento naturale che accomuna tutti i popoli, riscontrabile in ogni civiltà, presente in ogni memoria.
Creation Myth, Jenny Holzer, 2015
Un’altra opera di Penone ricorda le origini dell’indipendenza degli Emirati Arabi: Propagation, realizzata con l’aiuto della manifattura francese di Sèvres, è formata da quadrati in porcellana contenenti cerchi concentrici disegnati a mano. Le linee vengono dall’impronta digitale del pollice di Sheikh Zayed, che pose fine al protettorato britannico e fondò gli Emirati Arabi Uniti nel 1971, sfruttando la scoperta delle riserve di petrolio per promuovere lo sviluppo del paese.
L’altra grande opera è firmata Jenny Holzer, artista contemporanea americana di fama internazionale. Si tratta di tre grandi muri, su cui sono trascritti con la tecnica dell’incisione testi storici di epoche e paesi diversi: la Muqaddimah, testo dello storico arabo Ibn Khaldun, risale al XIV secolo e ci dà una visione universale della storia, trattando anche di scienza, politica, filosofia, teologia islamica, economia e sociologia; segue Creation Myth, riproduzione di una tavoletta mesopotamica scritta in caratteri cuneiformi e riportante un testo bilingue accadico-sumero; troviamo infine alcune pagine tratte dagli Essais di Montaigne risalenti all’edizione del 1588.
Le installazioni di questi artisti contribuiscono a confermare l’apertura del Louvre di Abu Dhabi nei confronti di tutte le civiltà umane esistenti o esistite, consapevole che dietro a ogni civiltà c’è una cultura unica, e questa non può che produrre un’arte unica.

Dettagli

Leaves of Light, Giuseppe Penone, 2016 Creation Myth, Jenny Holzer, 2015 Louvre Abu Dhabi (fonte)