Impropriamente definita “arazzo”, la tela di Bayeux (tapisserie de Bayeux, in antico Telle du Conquest) è in realtà una serie di nove teli di lino cuciti insieme fino a raggiungere le ragguardevoli dimensioni di circa settanta metri per un’altezza di mezzo metro: su questo lunghissimo pannello è ricamata la storia della conquista normanna dell’Inghilterra, culminata nel 1066 con la battaglia di Hastings, affacciata sul canale della Manica, di fronte alla città francese di Boulogne. Qui l’esercito giunto via mare dalla Francia al comando di Guglielmo I, duca di Normandia – passato alla storia come il Conquistatore – sbaragliò le truppe anglosassoni del re inglese Aroldo II, che nella battaglia trovò la morte.

Per ricamare le sessantadue scene che compongono la narrazione, sono stati utilizzati fili di lana in otto colori; lo stile delle raffigurazioni è direttamente derivato da quello della miniatura inglese che all’epoca, insieme a quella irlandese, rappresentava la più avanzata e raffinata d’Europa. L’Inghilterra era anche rinomata per i suoi abilissimi ricamatori, maestri di quell’opus anglicanum che sarebbe divenuto celebre in tutto il continente durante il XIII secolo. Probabilmente l’opera si deve agli abili ricamatori di Canterbury su commissione di Oddone, vescovo di Bayeux e fratellastro di Guglielmo il Conquistatore, che lo seguì nella spedizione e che vediamo raffigurato in varie scene. Caduto in disgrazia, nel 1082 Oddone fu allontanato da Bayeux ed esiliato a Palermo, conquistata dai Normanni alcuni anni prima. Per la comprensione dello svolgersi degli eventi e per individuare i personaggi che compaiono di volta in volta, una serie di scritte in latino è ricamata all’interno delle varie scene, così che la tela di Bayeux può essere considerata come la prima “striscia a fumetti” della storia.

Almeno fino alla fine del Quattrocento il lunghissimo pannello veniva utilizzato per decorare la navata centrale della cattedrale di Bayeux in occasione delle solenni festività, dedicate alle reliquie custodite nel tesoro della cattedrale, che si celebravano agli inizi di luglio. Poi, se ne perdono le tracce per tre secoli, finché riappare durante la Rivoluzione francese: destinato ad avvolgere un carico d’armi, fu recuperato e nascosto in una soffitta finché il vescovo di Bayeux lo riportò nella cattedrale. Nel 1803 Napoleone portò la tela da Bayeux a Parigi, esponendola in vista del progettato attacco all’Inghilterra, e restituendole così il valore politico che aveva avuto al tempo della sua creazione; dopo che l’idea dello sbarco sul suolo inglese venne abbandonata, il pannello tornò a Bayeux, dove a metà del XIX secolo fu sottoposto a un impegnativo lavoro di restauro. Infine, durante la seconda guerra mondiale, i nazisti che occupavano la Francia portarono l’opera a Parigi per studiarla.

Oggi il pannello è esposto a Bayeux nel Musée del la tapisserie de Bayeux, ed è in programma un’operazione di restauro destinata a durare un anno e mezzo, che inizierà nel 2024. Operazione delicatissima vista la fragilità del supporto, segnato da oltre diecimila strappi, tanto che, spiega Antoine Verney, curatore del Museo di Bayeux, “Per spostarlo serve una squadra di cinquanta persone perfettamente coordinate, allenate a fare questo movimento”. Il Presidente francese Macron ha promesso di concedere in prestito al governo britannico la tela di Bayeux, che attraverserà la Manica dopo la conclusione dei restauri, ribadendo così ancora una volta il valore politico di questa straordinaria opera.

Al di là del documento storico di notevole portata – basti pensare che dopo quello di Guglielmo il Conquistatore nessun altro esercito straniero ha più messo piede sul suolo britannico – la tela di Bayeux costituisce una testimonianza unica della vita nell’XI secolo, descritta minuziosamente in molti suoi aspetti, a iniziare dalla scena dell’incoronazione di Aroldo, che offre una chiara rappresentazione della struttura propria della società del tempo: ai lati del re compaiono i nobili (che impugnano la spada, simbolo del loro status) e l’arcivescovo di Canterbury Stigand, mentre il popolo si affolla fuori dal palazzo per assistere alla scena.

Sono soprattutto le annotazioni di vita quotidiana che costituiscono un documento prezioso, dal momento che le fonti dell’epoca sono quasi inesistenti da questo punto di vista. Le scene di banchetto offrono una dettagliata rappresentazione degli arnesi utilizzati in cucina per preparare le vivande: trionfano gli arrosti di carne allo spiedo, ma compaiono anche pesci, pane e dolci, mentre sono accuratamente descritti gli arredi della tavola, piatti, coltelli (l’unica posata utilizzata all’epoca) brocche di ceramica e recipienti in legno.

Un’attenta cura è riservata alla descrizione dell’allestimento delle imbarcazioni per la traversata della Manica: si inizia dal taglio degli alberi per gli scafi, seguito dalla costruzione nei cantieri, fino al varo di navi che appaiono derivate da quelle dei Vichinghi – con gli scudi allineati lungo la fiancata, la testa di animali mitici (draghi) sulla prua e la caratteristica forma delle vele – per concludere con l’imbarco dei cavalli e delle vettovaglie destinate alla spedizione.

In alcune scene è raffigurata la costruzione di fortificazioni sul suolo inglese, mentre appare immortalata perfino la Cometa di Halley, che brillava nel cielo con la sua coda luminosa durante la primavera del 1066: un gruppo di persone, stupite e intimorite per la comparsa dell’astro, nelle credenze popolari foriero di sventure, se lo indicano a vicenda (Isti Mirant Stella, recita la didascalia).

Un mondo popolato da oltre seicento personaggi e cinquecento animali, che si muovono tra palazzi, chiese, campagne e acque, siano queste fiumi o il canale della Manica, con dettagli di straordinaria vivezza che si rivelano sempre nuovi a ogni sguardo: cavalli e cavalieri che sprofondano nelle sabbie mobili presso l’abbazia di Mont-Saint-Michel; il gesto di modesta ritrosia di Aefgyve, adolescente promessa sposa di Guglielmo che appare simile a quello delle Vergini Annunciate nella pittura dell’epoca; Oddone davanti alla mensa del banchetto che benedice cibi e bevande; le crude descrizioni dei campi di battaglia con i cadaveri smembrati e spogliati delle armi; la ricerca di una prospettiva nella raffigurazione dei cavalli, con le zampe in secondo piano di un colore diverso rispetto a quelle in primo piano.

La narrazione scorre nella fascia centrale del pannello, mentre in alto e in basso due strisce più sottili sono decorate con immagini di animali reali o fantastici e con scene della vita in tempo di pace, dalla coltivazione dei campi alla caccia con il falcone o con i cani; vi compare perfino un cacciatore che affronta un orso. Tutto si svolge con il contrappunto di quell’Hic (qui) che apre quasi tutti i titoli posti a corredo delle varie scene, e sembra voler trasportare chi guarda nel luogo (e nel tempo) dell’azione, in una sorta di fascinoso, coinvolgente incantesimo che dura da quasi mille anni.

Dettagli

Didascalie immagini

  1. Scene 55 e 56. Il duca Guglielmo alza la celata dell’elmo per farsi riconoscere sul campo di battaglia di Hastings.
    Titolo: Hic Est Willel [Mus] Dux
    (fonte)
  2. Scena 44. Guglielmo e i suoi fratellastri; alla sua destra il vescovo Oddone di Bayeux e alla sinistra il conte Robert de Mortain.
    Titolo: Odo Ep[iscopus]s Willelm Robert
    (fonte)
  3. Scena 16. Il duca Guglielmo e il suo esercito arrivano in vista dell’abbazia di Mont-Saint-Michel.
    Didascalia: Hic Willem Dux et Exercitus Eius Venerunt ad Monte Michaelis
    (fonte)
  4. Scene 29-30-31. Incoronazione di Aroldo II re d’Inghilterra. Il re riceve lo scettro e il globo; alla sua sinistra l’arcivescovo Stigand.
    Titolo: Hic Dederunt Haroldo Corona[m] Regis (qui dettero ad Aroldo la corona regale) – Hic Residet Harold Rex Anglorum (qui siede Aroldo re degli Inglesi) – Stigant Archiep[iscopu]s (l’Arcivescovo Stigand)
    (fonte)
  5. Scena 42. La cottura della carne.
    Titolo: Hic Coquitur Caro (qui si cuoce la carne) e il servizio in tavola. Titolo: Et Hic Ministraverunt Ministri (e qui gli aiutanti servono)
    (fonte) la cucina2 /
    Scena 43. Il vescovo Oddone benedice il cibo e le bevande del primo banchetto di Guglielmo e dei baroni normanni sul suolo inglese.
    Didascalia: Et Hic Episcopus Cibu[m] et Potu[m] Benedicit
    (fonte)
  6. Sulle navi normanne sono imbarcati anche i cavalli
    (fonte)
  7. Le navi normanne derivano da quelle vichinghe, di cui mantengono numerose caratteristiche
    (fonte)
  8. Scena 32. La cometa di Halley comparsa nel cielo d’Inghilterra nella primavera del 1066.
    Didascalia: Isti Mirant Stella (questi guardano la stella)
    (fonte)
  9. La tela di Bayeux è esposta nel Musée de la Tapisserie de Bayeux (che fa parte del Centre Guillaume le Conquérant) all’interno di una teca lunga settanta metri
    (fonte)

IN COPERTINA

Particolare della Battaglia di Hastings – Tapisserie de Bayeux – Bayeux, Musée de la Tapisserie de Bayeux
(fonte)