Al Museo degli affreschi alla Tomba di Giulietta si è concluso il restauro dell’affresco di Bernardino India “Allegorie di Verona, Rovigo e Treviso” il cui cantiere, avviato lo scorso marzo, è rimasto visibile al pubblico per tutta la durata dei lavori, con numerose visite guidate promosse per l’occasione dalla Direzione dei Musei Civici veronesi. Intervento realizzato grazie a un’importante donazione per un ricco calendario di iniziative organizzate in occasione delle celebrazioni del bicentenario di Giovanni Battista Cavalcaselle.
L’opera, restaurata da Anna Lucchini con Francesca Siena e Sara Silva, fu commissionata nel 1555 da Fiorio dei Flori a Bernardino India, per decorare la facciata meridionale del Palazzo Fiorio della Seta.

L’affresco raffigura una donna al centro, personificazione della Città di Verona, con ai piedi l’Adige rappresentato come un uomo anziano con la barba, alla destra Rovigo con parte di un vaso con la scritta “Eridanus”, di cui rimangono solamente le lettere US, e alla sinistra Treviso dai tre volti di donna come dall’etimologia latina del suo nome, che reca in mano lo stemma ovale del committente con le iniziali FDF. La pittura faceva parte di un trompe d’oeil di grisaglie (realizzate dal Brusasorzi) a pitture bicrome che suddivideva in cinque fasce orizzontali la facciata accentuando la marcatura dei piani ad imitazione dei palazzi rinascimentali con sculture e bassorilievi in facciata.
Nel 1891 l’edificio che si affacciava direttamente sull’Adige, all’altezza del ponte Nuovo fu distrutto, per costruire il muraglione di contenimento delle acque. Le pitture vennero quindi strappate, poste su nuovo supporto e conservate presso i Musei Civici. Purtroppo parte di esse venne dispersa durante la seconda Guerra Mondiale, ma grazie alle tavole redatte da Pietro Nanin, conosciamo la disposizione e i soggetti ritratti.

Nel 1980-81 l’opera subì un ulteriore restauro a cura di Pier Paolo Cristani, di cui restano solamente delle fotografie in bianco e nero. Il restauratore dopo aver protetto la pellicola pittorica con due strati di tessuto di canapa e cencio di nonna, probabilmente stesi con colle forti, rimosse il supporto ottocentesco e lo sostituì con un pannello in alluminio traforato rinforzato con un telaio sempre in allumino a scacchiera, facendovi aderire l’opera con resina epossidica caricata. Purtroppo l’adesione non è completamente planare e restano alcune zone di intonaco aggettanti come sul volto di Rovigo. Le fasi successive hanno previsto una sommaria pulitura, una stuccatura dei bordi con malta acrilica a neutro sottolivello e un intervento estetico che, come dettato dalla filosofia dell’epoca, era volto a mantenere lo stato di frammento dell’opera non prevedendo una ricostruzione delle lacune e delle abrasioni.
Successivamente l’opera venne collocata nel Museo degli Affreschi dove si trova ancora oggi.
Il restauro appena concluso è stato quindi necessario per ristabilire la corretta lettura dell’opera rimuovendo i degradi pregressi (solfati e ossalati), il nero fumo e realizzando un ritocco pittorico in linea con la filosofia odierna.  

Didascalie immagini

  1. Bernardino India “Allegorie di Verona, Rovigo e Treviso
    prima del restauro
  2. Bernardino India “Allegorie di Verona, Rovigo e Treviso
    dopo il restauro

In copertina un particolare dell’opera
a restauro concluso

Dove e quando

Evento: Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle alla Tomba di Giulietta – via Luigi da Porto, 5 – Verona