Casa Buonarroti, museo e monumento, luogo della memoria e della celebrazione del genio di Michelangelo, se non fosse a Firenze – dove l’offerta culturale è immensa – certamente sarebbe preso d’assalto dal grande pubblico registrando numeri da capogiro. Le scelte della Fondazione sono sempre indirizzate alla miglior conoscenza della storia della famiglia Buonarroti che nei secoli, pur non trascurando la presenza e la memoria dell’ombra più grande, ha annoverato personaggi di grande livello, come Filippo l’archeologo, giunto alla proprietà della Casa non solo per motivi di discendenza diretta, ma anche per effettivi e insigni meriti di studioso. Furono suoi discendenti diretti i padroni di casa che vennero dopo di lui, fino a Cosimo Buonarroti (1790-1858), che non avendo eredi lasciò alla città di Firenze il palazzo con tutte le sue preziose collezioni. Negli anni, la Fondazione ha sempre realizzato e allestito, autentici gioielli espositivi e scientificamente supportati, lontanissimi dal “mostrismo” che si limita ad assemblare opere.  

Chi entra nel palazzo secentesco di Casa Buonarroti incontra subito una sala nella quale il grande studioso Massimo Pallottino riconobbe l’intera raccolta di un illustre archeologo, proprio Filippo Buonarroti (1661-1733). A lui si deve l’accrescimento più cospicuo della raccolta, soprattutto per quanto riguarda il settore etrusco. Così, la collezione, dopo essere rimasta a lungo esposta nelle sale della Casa, nel 1882 fu trasferita in deposito presso il neonato Museo archeologico di Firenze. Nel 1965, per intervento dell’allora direttore di Casa Buonarroti, Charles de Tolnay, qualche prezioso pezzo tornò nel museo di Via Ghibellina. Solo nel 1996, però, è stato possibile riportarvi circa centocinquanta pezzi, spesso belli e rari e tanto importanti da riuscire a completare la collezione. L’allestimento e il relativo catalogo si devono a Stefano Corsi (1964-2007), alla cui memoria è dedicata la sala.

Maria Grazia Marzi e Clara Gambaro, curatrici della mostra Vasimania dalle Explicationes di Filippo Buonarroti al Vaso Medici, inaugurata la scorsa settimana, sono partite proprio da qui per approfondire il contributo di Filippo Buonarroti alla riscoperta della ceramografia antica e la sua fondamentale influenza nel modificare il gusto dei collezionisti. Filippo, insignito di diverse onorificenze e cariche, quali accademico della Crusca e Presidente perpetuo dell’Accademia Etrusca di Cortona, continuò ad approfondire gli studi antiquari, ad ampliare la collezione archeologica e ad arricchire la già fornita biblioteca.

Definito “vir nobilis, doctus et antiquariae rei peritus” da Bernard de Montfacon nel suo Diarium Italicum, venne identificato, negli anni venti del Settecento, quale curatore della pubblicazione del manoscritto seicentesco De Etruria Regali di Thomas Dempster, edito a Firenze nel 1726. L’aggiunta delle sue Explicationes et conjecturae all’opera dempsteriana prevedeva anche un ricco corredo iconografico che illustrava reperti archeologici.

Le immagini, inserite in tavole e vignette, aprirono la strada a un nuovo sistema di studio arricchendo il panorama del linguaggio figurativo. Si tratta della prima pubblicazione a stampa che presenta, tra le altre antichità, un considerevole numero di vasi. I reperti vascolari sono illustrati in maniera puntuale: viene riprodotta la sagoma e, in fasce, lo svolgimento delle scene figurate, che, anche se tracciate sinteticamente, offrono una importante testimonianza grafica dell’oggetto. Inoltre, l’uso del tratteggio suggerisce immediatamente l’appartenenza del vaso alla classe delle figure nere o delle figure rosse. Le tavole e le vignette, accuratamente selezionate, riportano chiara indicazione della collezione di appartenenza, dimostrando la minuziosa ricerca del curatore nel corredare quest’opera, che divenne immediatamente un ‘best seller’ europeo.

Questo ‘atlante’ di immagini consente la ricostruzione di importanti collezioni, come quella medicea, che risulta in quel periodo composta non solo da esemplari italioti, come la maggior parte delle raccolte vascolari dell’epoca, ma anche da esemplari greci.

La mostra, suddivisa in tre sezioni, analizza l’interesse per una classe di materiali che da quel momento entra sempre di più nel panorama antiquario e collezionistico: la ceramica. Il contributo dato dal Buonarroti, attraverso le immagini, allo studio dei vasi, allora considerati etruschi, ben presto darà origine all’importante dibattito sui luoghi di produzione di tali manufatti – risolto grazie all’intuizione di Luigi Lanzi all’inizio dell’Ottocento – e alla formazione di grandi collezioni di ceramica e alla pubblicazione sempre maggiore di questi oggetti fino alle monumentali opere monografiche di d’Hancarville e di Passeri.

La prima sezione, “La forza dell’immagine”, è dedicata alle pubblicazioni settecentesche che trattano di ceramica e che vedono la luce sulla scia delle Explicationes et conjecturae, fino ad arrivare alle opere monografiche, come quella monumentale di Pierre-François Hugues d’Hancarville (1766-1776) e quella di Wilhelm Tischbein (1791-1795) sulle collezioni di sir William Hamilton, o quella antologica di Giovanni Battista Passeri (1767-1775), sulle principali collezioni vascolari italiane dell’epoca. Documenti d’archivio e disegni affiancano l’esposizione dei volumi, testimoniando la genesi di tali opere e la nascita di questo nuovo interesse che influenza il gusto collezionistico. Fra i prestiti, presente in mostra anche lo straordinario Euphronios, il cratere a volute attico del Museo Archeologico di Arezzo.

L’opera del Buonarroti è frutto anche dell’influenza dell’ambiente cosmopolita romano: dal 1684 infatti Filippo svolge le funzioni di bibliotecario e conservatore del cardinale Gaspare Carpegna respirando l’atmosfera antiquaria della Roma papale, animata da importanti presenze come quella della regina Cristina di Svezia. Altro tema affrontato in questa sezione è quello delle collezioni di ceramica.

Tema che si sviluppa nella seconda sezione “Un nuovo collezionismo”, in quanto il panorama collezionistico dell’epoca era univoco sia per quanto concerne le più ridotte, ma selezionate collezioni, sia per le più copiose. A Firenze una considerazione particolare merita la raccolta granducale che ebbe origine fino dal “bellissimo vaso di terra antiquissimo”, destinato a Lorenzo il Magnifico. L’importanza e la cura dedicata dai Medici al collezionismo di ceramica antica è testimoniato da una serie di manufatti, come i piani di tavolo in commesso di pietre dure eseguiti dalla Manifattura granducale.

La terza sezione denominata “Il Vaso Medici” è dedicata al vaso marmoreo che Filippo Buonarroti, come testimoniano disegni conservati tra le sue carte, ebbe modo di ammirare a Roma a Villa Medici prima che venisse portato a Firenze, il che sarebbe avvenuto solo nel 1770. Restaurato nel 1779 da Francesco Carradori, il vaso fu esposto alla Galleria degli Uffizi, nella Sala dei Niobidi, dove costituì una delle attrazioni maggiori per visitatori e artisti.

Accompagna l’esposizione un bel catalogo edito da Edifir.

Didascalie immagini

  1. Gaetano Vascellini, Ritratto di Filippo Buonarroti, incisione, mm 296×195 (con cornice), Firenze, Casa Buonarroti
  2. Askos etrusco, altezza cm 8, Firenze, Museo Archeologico Nazionale, inv. 4664
  3. Situla campana, altezza cm 20, Firenze, Museo Archeologico Nazionale, inv. 4097
  4. Skyphos etrusco, altezza cm 25, Firenze, Museo Archeologico Nazionale, inv. 241255
  5. Kyathos miniaturistico di bucchero, Firenze, Museo Archeologico Nazionale, inv. 3148
  6. Cratere etrusco di Fabbrica Malacena, Firenze, Museo Archeologico Nazionale, inv. 4556
  7. Olla etrusca, altezza cm 12, Firenze, Museo Archeologico Nazionale, inv. 2784
  8. Euphronios, Cratere a volute attico, altezza cm 59,5, diametro cm 43,6, Arezzo, Museo Archeologico Nazionale G.C. Mecenate, inv. 1465 (Collezione Bacci)
  9. Bernard de Montfaucon, L’antiquité expliquée et représentée en figures, Supplement III, Paris 1724, volume a stampa, cm 44,5×62 (aperto), Firenze, Biblioteca Marucelliana, 1.K.II.7
  10. Galleria dei Lavori, Piano di tavolo, ante 1792, cm 119x95x69, Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina, inv. O. d’A. 1911 n. 1522, base MPP n. 19530
  11. Thomas Dempster, De Etruria Regali libri VII. Nunc primum editi curante Thomas Coke, I-II,, Firenze 1723-1724, volume a stampa, cm 35,5×52,5 (aperto), Firenze, Biblioteca Marucelliana, 1.HH.III.19, vol. I,

In copertina un particolare di 
Artista del XVIII secolo 
Disegni e stampe preparatori per il Museum Etruscum
rilegati in volume, cm 37,8×61 (aperto)
Firenze, Biblioteca Marucelliana, ms. A 65-66, c.185 

courtesy Fondazione Casa Buonarroti

Orario di apertura della mostra e del museo
10.00-17.00
chiuso il martedì

aperture straordinarie fuori orario per gruppi
(su prenotazione) 

 

L’eventuale non corretto funzionamento delle mappe è una problematica di Google Map e quindi non possiamo intervenire.

Dove e quando

Evento: Vasimania dalle Explicationes di Filippo Buonarroti al Vaso Medici
  • Fino al: – 28 February, 2019
  • Indirizzo: Casa Buonarroti, via Ghibellina, 70 – Firenze
  • Sito web