Mi interessa solamente esprimere le emozioni umane fondamentali
(Mark Rothko)

La Fondation Louis Vuitton di Parigi presenta dal 18 ottobre 2023 al 2 aprile 2024, la prima rassegna monografica dedicata a Mark Rothko (Daugavpils, Lettonia 1903-New York 1970) dopo la retrospettiva tenutasi nel 1999 al Musée d’Art moderne de la Ville de Paris. Vi sono riunite oltre cento opere provenienti dalle più importanti istituzioni e collezioni internazionali e dalla raccolta privata della famiglia dell’artista, in una panoramica che ripercorre l’intera produzione di Rothko, dai primi dipinti figurativi fino alle opere astratte che lo hanno reso celebre.

Il percorso si apre con l’unico Autoritratto, dipinto nel1936, in cui l’artista offre di sé l’immagine di una figura massiccia, che nasconde lo sguardo dietro le lenti scure e sembra concentrarsi su una visione interiore. Marcus Rothkowitz era emigrato negli Stati Uniti con la famiglia all’età di dieci anni, lasciando la Lettonia (che all’epoca faceva parte dell’impero russo) dopo aver frequentato una scuola talmudica, in un’epoca in cui le scorrerie dei cosacchi attraverso i villaggi a caccia di ebrei si concludevano con uccisioni di massa nella foresta. Rothko conserverà un’incerta memoria di questi eventi – senza riuscire a distinguere se per esperienza diretta o attraverso le narrazioni di chi li aveva vissuti – cristallizzati nell’immagine di “una grande fossa quadrata“: il senso della morte percorrerà tutta la sua opera, e molti anni più tardi risponderà a chi gli chiedeva quale fosse il soggetto della sua pittura, “l’infinità della morte“, anzi “l’eternità infinita della morte“.

Negli Stati Uniti conduce studi irregolari fino a quando, all’età di ventitré anni, diviene membro ufficiale dell’Art Students League e nel 1933 tiene la sua prima monografica a New York. Il percorso della mostra parigina si apre con la produzione di questi anni, opere figurative che comprendono alcuni nudi, interni e una serie di scene urbane, soprattutto immagini colte nelle gallerie della metropolitana, in cui compaiono figure solitarie e anonime compresse in ambienti claustrofobici.

Dalla fine degli anni Trenta l’arrivo di artisti in fuga dall’Europa nazista, tra i quali Max Ernst, si riflette nella pittura di Rothko con una fluidificazione degli spazi e delle forme vegetali e animali che li popolano, e che si trovano a galleggiare all’interno di campiture cromatiche non delimitate, con un ulteriore passo verso l’astrazione delle opere “classiche” alle quali l’artista approderà alla fine del decennio successivo.

Gli anni Quaranta e Cinquanta sono rappresentati nella rassegna parigina da quasi settanta dipinti, tra i quali spiccano due complessi eccezionalmente riuniti, quello della Phillips Collection a Washington e quello dei Seagram Murals (1959), concessi in prestito dalla Tate di Londra: un insieme di nove tele che nell’intento dell’artista dovevano creare un ambiente immersivo, nel quale lo spazio e la disposizione delle opere sarebbero stati concepiti e realizzati in totale libertà.

Originariamente destinato a un ristorante di New York, il complesso di dipinti, per i quali adotta una tavolozza scura di rossi, bruni e neri, andava assumendo in corso d’opera un’importanza e un significato crescenti per l’artista, fino a fargli cancellare l’impegno con il committente. In seguito, Rothko donò i dipinti alla Tate Gallery, dove desiderava fossero esposti in prossimità delle sale dedicate a William Turner, un artista che amava e ammirava moltissimo.

Con gli anni Cinquanta, il formato delle tele si fa sempre più monumentale, producendo un effetto avvolgente: “Dal momento che sono coinvolto nell’elemento umano, voglio creare uno stato d’intimità. I grandi formati vi assorbono in sé. La scala è di estrema importanza per me – la scala umana“. Consapevole dell’impatto visivo che le sue opere producono, e temendo che vengano considerate decorative, rifiuta la definizione di “colorista” che alcuni critici gli attribuiscono, rivendicando l’essenza intimamente sofferta della sua arte: “A quelli che pensano che i miei dipinti siano sereni, vorrei dire che io ho imprigionato la violenza più assoluta in ogni centimetro quadrato della loro superficie“.

I colori scuri, che erano comparsi nella serie dei Seagram Murals prendono il sopravvento fino quasi alla monocromia nel complesso di dipinti realizzato tra il 1969 e il 1970 per la nuova sede UNESCO di Parigi. Poste in dialogo con alcune sculture di Alberto Giacometti, in un allestimento personalmente progettato da Rothko, le tele suscitarono in un primo momento l’incomprensione dei committenti per la loro austera e gelida uniformità.

Scandite in due zone contrastanti dai toni nero, grigio e blu-grigio circondati da un sottile bordo bianco, appaiono sprigionare quella eloquenza e intensità che Rothko aveva dichiarato di voler ricercare nella sua pittura. Il 25 febbraio 1970, poco dopo aver completato quest’opera, l’artista si darà la morte nel suo atelier di New York. Aveva scritto: “Per noi, l’arte è un’avventura in un mondo sconosciuto, che solo coloro che accettano di assumersene il rischio possono esplorare“.

Dettagli

Didascalie immagini

  1. Mark Rothko, Autoritratto, 1936 – Collection of Christopher Rothko
    © 1998 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko – Adagp, Paris, 2023
  2. Da sinistra a destra: Mark Rothko: Underground Fantasy, c. 1940; Untitled (Subway), 1937; Untitled, 1935; Entrance to Subway, 1938; Untitled, 1938-1939; Portrait, 1939; Street Scene, 1936-1937; The Road, 1932-1933
  3. Da sinistra a destra: Mark Rothko: Sacrifice of Iphigenia, 1942; Tiresias, 1944; Slow Swirl at the Edge of the Sea, 1944
  4. Da sinistra a destra: Mark Rothko: Red on Maroon, 1959; Red on Maroon, 1959; Red on Maroon, 1959; Black on Maroon, 1959 – I dipinti fanno parte della serie dei Seagram Murals
  5. Mark Rothko, Black On Maroon, 1958 – Tate London – Presented by the artist through American Federation of Arts, 1968 – Il dipinto fa parte della serie dei Seagram Murals
    © 1998 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko – Adagp, Paris, 2023
  6. Da sinistra a destra: Mark Rothko No. 8, 1949; Untitled (Blue, Yellow, Green on Red), 1954; No. 7, 1951; No. 11, No. 20, 1949; No. 21 (Untitled), 1949
  7. Da sinistra a destra: Mark Rothko: Untitled, 1969-1970; Untitled, 1969; Untitled, 1969; Untitled, 1969; Untitled, 1969 – Sculture: Alberto Giacometti: L’Homme qui marche I, 1960; Grande Femme III, 1960
  8. Da sinistra a destra: Mark Rothko: Untitled, 1969; Untitled, 1969 – Sculture: Alberto Giacometti: Grande Femme III, 1960

in prima pagina:
Mark Rothko, No. 21, 1949 – The Menil Collection, Houston – Acquired in honor of Alice and George Brown with support from Nancy Wellin and Louisa Sarofim
© 1998 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko – Adagp, Paris, 2023

Sito web: https://www.fondationlouisvuitton.fr

Dove e quando

Evento: Mark Rothko

Indirizzo: Fondation Louis Vuitton - 8, Avenue du Mahatma Gandhi Bois de Boulogne - Paris
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Fino al: 02 Aprile, 2024