La Galleria Nazionale dell’Umbria, dopo la grande mostra “Il meglio maestro d’Italia”. Perugino nel suo tempo, dedica a Vannucci un altro evento ospitando, fino al 14 gennaio 2024, la preziosa mostra dossier per seguirne le alterne vicende in età moderna e contemporanea. Sguardi su Perugino è curata da Carla Scagliosi e Benedetta Spadaccini e accompagnata dal Catalogo Aguaplano (serie Quaderni della Galleria Nazionale dell’Umbria n. 8).
Suddivisa in tre sezioni, documenta la fortuna e il tramandarsi del ritratto dell’artista, la diffusione dei suoi capolavori e delle iconografie più note attraverso il medium della stampa di traduzione, gli errori di attribuzione di opere che, per l’adesione al linguaggio figurativo erano considerate di sua mano.
Il percorso si compone di venticinque opere, tra incisioni, disegni e un dipinto, provenienti oltre che dalla GNU, da prestigiose istituzioni pubbliche e private, di autori quali Tommaso Minardi (1787-1871), artista affascinato dal colorismo veneto e fiammingo e dal disegno quattrocentesco, che divenne promotore del manifesto purista, Giovan Battista Cavalcaselle (1819-1897), fondatore dei moderni studi di storia dell’arte in Italia, il perugino Silvestro Massari (1794-1851), allievo di Minardi e docente di scultura all’Accademia di Perugia, che si dedicò alla riproduzione incisoria di monumenti cittadini.
A questi lavori si affianca una sezione virtuale composta da due filmati: il primo permette di sfogliare l’intero album di disegni di Tommaso Minardi esposto in vetrina; l’altro propone una selezione di opere ispirate da Perugino, dall’Ottocento fino ai nostri giorni, dai Preraffaelliti come William Dyce agli autori francesi dell’Ottocento come Ingres o Delacroix, dalle fotografie di Julia Margaret Cameron alle opere astratte di Ian Davenport, per giungere a quegli artisti che sono stati protagonisti negli scorsi anni delle iniziative organizzate dalla Galleria Nazionale dell’Umbria, da Brian Eno a Roberto Paci Dalò ed altri.
Come ben noto, a partire dalla fine del primo decennio del Cinquecento, la fama di Perugino si dissolve a favore del suo fin troppo celebre allievo, Raffaello, modello indiscusso per molte generazioni di artisti e per un’intera corrente, il classicismo. Nel Seicento, attraverso le incisioni e la grafica, le soluzioni e le opere peruginesche sono d’ispirazione per pittori dal personalissimo e particolare classicismo come Barocci, Sassoferrato o Cerrini. Saranno gli artisti e i letterati del Settecento, e ancor di più dell’Ottocento, a riscoprire Perugino e a dare nuovo impulso alle ricerche e agli studi. Infatti, se da un lato il paragone con Raffaello – al quale vengono attribuite molte delle opere più belle e riuscite del Vannucci – è pesantemente onnipresente, di contro genera un interesse nei confronti di quest’ultimo.
Attraverso questa lente, il pittore venne così “riscoperto” dall’Ottocento, sia dai neoclassici-romantici come Ingres o Chasseriau sia dai coloristi come Delacroix. La corrente nazarena e purista, con Minardi e Overbeck in testa, attingerà all’universo compositivo di Pietro Vannucci, caratterizzato da quell’aura di armonica e astratta devozione che sarà fondamentale anche per i pittori francesi “cristiani” che facevano capo al teorico Alexis-François Rio.
Nazareni, puristi e “cristiani” finirono per influenzare anche i pittori inglesi come William Dyce e i Preraffaelliti, i quali però, considerando Perugino troppo vicino a Raffaello, individueranno i loro modelli in altri artisti quattrocenteschi e nei cosiddetti “primitivi”.
Nella seconda metà dell’Ottocento la riscoperta di Perugino avviene grazie ai nuovi studi sulla luce e sul colore; la purezza e l’armonia degli accostamenti cromatici della sua tavolozza sollecitano le sperimentazioni più all’avanguardia di artisti che hanno segnato il passaggio cruciale verso la modernità: dai simbolisti (Moreau) agli impressionisti (Degas), sino ai puntinisti (Seurat, Signac).
Il secondo Ottocento è anche l’epoca nella quale si assiste al definitivo avanzamento negli studi degli storici dell’arte e dei connoisseurs che, con una sistematizzazione del catalogo e le conseguenti nuove attribuzioni, riconoscono i dovuti meriti a Perugino e gli restituiscono la paternità di opere fino a quel momento ritenute del giovane Raffaello. I taccuini e gli appunti di viaggio di Cavalcaselle, a esempio, punteggiati da bellissimi disegni, documentano le ricerche che coinvolgono studiosi italiani e stranieri, in una fitta rete di scambi.
La riscoperta di Perugino nel contemporaneo è un fenomeno sorprendente, che ha permesso di intessere dialoghi attualissimi e ricchi di sollecitazioni. L’ultima opera, datata al 2023, dimostra questa continuità e si collega, simbolicamente, alle celebrazioni per il quinto centenario della morte dell’artista.