Il 14 novembre 1951, il Po trasformò il Polesine in tragico quanto immenso pantano e, per il mondo intero, diviene terra della disperazione e della tragedia. Lo stesso anno, i RossoBlu del Rugby di Rovigo si aggiudicarono il primo dei quattro scudetti consecutivi. Atto di orgoglio, ma, soprattutto, prova di forza di una terra che dalle avversità sa trarre nuova energia.

Questa, e tante altre storie, non meno epiche, vengono ricordate in “Rugby. Rovigo città in mischia”, una mostra che vuole andare oltre la cronaca sportiva, per raccontare come questo sport sia valso, a Rovigo forse più che altrove, come modello sociale di inclusività e accoglienza.

Curata da Ivan Malfatto, Willy Roversi e Antonio Liviero, da una idea di Sergio Campagnolo, proseguirà a Palazzo Roncale fino al 29 gennaio 2023 per iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.

Stupisce e meraviglia quel primo scudetto dei RossoBlu colpendo l’immaginazione di chi non conosce la grande tradizione rugbistica di questo lembo italiano. La terra dell’Alluvione è Campione d‘Italia, qualcosa di incredibilmente epico, che le cronache sportive seppero ben ben rimarcare.

Quel Rovigo del Rugby ha la sua forza nella mischia che non manca di grandi solisti, ma è dal lavoro di insieme che trae maggiormente forza.

La propulsione viene dall’attitudine al combattimento, che unisce ragazzi di estrazione sociale diversissima: i figli della borghesia con “quelli di San Bortolo”, il quartiere popolare dove la città diventa campagna, accogliendo i più poveri. I ragazzi cresciuti lì portano in squadra spirito battagliero e voglia di riscatto sociale.

Il rugby permette di uscire dalla marginalità diventando qualcuno in città, legando con i compagni di squadra della buona società del centro, girando l’Italia per giocare. Qui nascono o vivono i Battaglini, Bettarello, Cecchetto, Biscuola, Visentin, e poi Busson, Quaglio, Vecchi, Casellato, Bordon, Bassani… che hanno fatto la storia RossoBlu.

Le vittorie, le vicende di questa Società – ha sottolineato il Presidente della Fondazione, Gilberto Muraro, – hanno certamente appassionato il mondo del rugby, ma non c’è dubbio che esse si siano riverberate anche al di fuori di esso. Influenzando positivamente la percezione di Rovigo e del Polesine a livello nazionale e anche internazionale. Per questo la mostra non è una mera (pur meritata) celebrazione di partite e vittorie ma un’occasione per capire, e far capire, l’unicità del fenomeno del rugby in queste terre”.

Accompagnata da un bel catalogo edito da Silvana Editoriale, una mostra davvero diversa, da scoprire in tutte le sue peculiarità.

Dettagli

Didascalie immagini

courtesy © Fondazione Cariparo
(gentilmente concesse a corredo di questo articolo)

  1. Prime tracimazioni, novembre 1951, Polesella
  2. Ritrovamento Camion di Frasinelle, novembre 1951
  3. Interventi sugli argini, novembre 1951, Polesella
  4. Formazione Rovigo Rugby, anni 50, Collezione Famiglia Quaglio
  5. Operazioni dei soccorritori, novembre 1951, Rovigo Viale Porta Po
  6. Operazioni dei soccorritori, novembre 1951, Rovigo Viale Porta Po
  7. Soccorsi nella notte, novembre 1951, Rovigo
  8. Maci Battaglini alla festa per la conquista del primo scudetto, 1951, Rovigo, Collezione Famiglia Quaglio

In copertina un particolare della 
Formazione Rovigo Rugby, anni 50, Collezione Famiglia Quaglio

Dove e quando

Evento:

Indirizzo: Palazzo Roncale - Piazza Vittorio Emanuele, 25- Rovigo
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Fino al: 29 Gennaio, 2023