A Palazzo Sarcinelli di Conegliano prosegue, fino al 29 gennaio 2023, l’omaggio a uno dei maggiori paparazzi con la prima grande mostra dedicatagli in Italia. Su di lui, forse, la frase più celebre appartiene ad Andy Warhol che disse: “Una buona foto deve ritrarre un personaggio famoso che sta facendo qualcosa di non famoso. Ecco perché il mio fotografo preferito è Ron Galella”.
Soprannominato “Paparazzo Extraordinaire” da Newsweek e “Il Padrino dei paparazzi americani” da Time e Vanity Fair, i suoi scatti sono conservati nei più importanti musei del mondo e acquistati da primarie collezioni private nei cinque continenti. Nato nel Bronx, classe 1931 – padre italiano originario di Muro Lucano e madre italo-americana – si è spento improvvisamente il 30 aprile scorso quando la preparazione della mostra era già iniziata da qualche mese.
Ron Galella iniziò nel 1965 a inseguire, stanare e fotografare i personaggi di allora riuscendo a coglierli nella loro quotidianità, agendo quasi sempre di sorpresa, a loro insaputa e, spesso, contro la loro volontà.
Immagini rubate e scattate a raffica, frutto di appostamenti, depistaggi, camuffamenti, inseguimenti, lunghe attese, nello sprezzo di ogni rischio, fisico o legale.
Per questo anche Jackie Kennedy, negli anni Settanta, gli intentò due cause che finirono tra i titoli di giornali e telegiornali americani. Ancora: le guardie del corpo di Richard Burton lo picchiarono e gli fecero passare una notte in galera a Cuernavaca in Messico, mentre Marlon Brando, con un pugno, gli spaccò una mascella e cinque denti, ma poi gli pagò anche un salatissimo risarcimento.
La mostra, curata da Alberto Damian – organizzata da Sime Books – casa editrice coneglianese che nel 2021, in collaborazione con lo stesso Galella, ha pubblicato la monografia “100 Iconic Photographs – A Retrospective by Ron Galella”, l’ultimo libro dell’artista – è sviluppata per “temi” (Le dive e i divi del cinema, i musicisti britannici e quelli americani, Andy Warhol, Jackie Kennedy Onassis…) esponendo oltre centottanta fotografie, ma, per ogni “tema”, ci sarebbe stato materiale per costruire un’intera mostra. La selezione ha eliminato celebrities molto popolari negli Stati Uniti, poco note al pubblico italiano, ed è stata poi integrata con quelle più note e da lui particolarmente amate.
Il risultato è una sintesi della produzione di un fotografo irripetibile il cui archivio rappresenta uno spaccato del costume dell’ultimo trentennio del secolo breve, attraverso immagini della vita pubblica e privata del jet-set internazionale.