Numerose sono state in tempi recenti le mostre dedicate a Gustav Klimt (1862-1918), l’ultima delle quali, Klimt. La Secessione e l’Italia, si è conclusa a Roma alla fine del marzo scorso. Focalizzata in una prospettiva diversa e complementare rispetto a quella romana, la rassegna Klimt. L’uomo, l’artista, il suo mondo, che si tiene dal 12 aprile al 24 luglio 2022 presso la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza e negli spazi di XNL-Piacenza Contemporanea, offre un particolare motivo di interesse: è in questo contesto, infatti, che torna ad essere esposto nelle sale della Galleria il Ritratto di signora di Gustav Klimt, protagonista di una lunga, complessa e per certi versi ancora misteriosa, vicenda. La mostra conduce il visitatore alla scoperta della personalità di Klimt, seguendolo dalla formazione nell’ambiente viennese di tardo Ottocento fino all’influenza che esercitò sugli artisti della generazione successiva; un percorso che si sviluppa attraverso centosessanta pezzi tra dipinti, sculture, grafica e manufatti d’arte decorativa, provenienti da raccolte pubbliche e private.

In apertura, una panoramica del Simbolismo europeo visto attraverso incisioni e disegni di Klinger, Redon, Munch, Ensor, Khnopff, introduce alla vicenda artistica di Gustav Klimt, il cui momento centrale si identifica con la nascita della Secessione viennese, da lui fondata nel 1897 insieme a un gruppo di altri artisti che non si riconoscevano nell’ufficialità accademica. Il motto dei secessionisti, Der Zeit ihre Kunst, der Kunst ihre Freiheit  (Al tempo la sua arte, all’arte la sua libertà), campeggia sulla facciata del Palazzo della Secessione, realizzato su progetto di Joseph Maria Olbrich e destinato alle esposizioni degli artisti che aderivano al movimento: si tratta di un padiglione dalla struttura rigorosamente geometrica, sormontato da una cupola formata da foglie d’alloro dorate, che brilla ancora oggi nel centro di Vienna.

La Secessione viennese si caratterizza fino dall’inizio per lo stretto legame tra arti figurative, scultura, architettura e design; lo spirito animatore è lo stesso di altri movimenti artistici europei dell’epoca, dall’Art Nouveau francese allo Jugendstil tedesco, fino al britannico Arts and Crafts. Nel 1903 nascevano a Vienna le Wiener Werkstätte (Officine viennesi), con i laboratori d’arte decorativa creati da Josef Hoffmann e Kolo Moser, della cui produzione sono presenti in mostra arredi, argenti, vetri e ceramiche. La ricostruzione del grandioso Fregio di Beethoven – lungo oltre trenta metri – che Klimt realizzò nel 1902 per la XIV mostra della Secessione, testimonia come anche Klimt subisse l’influenza di quell’aspirazione verso l’opera d’arte totale, la Gesamtkunstwerk, teorizzata da Richard Wagner: il Fregio unisce pittura, disegno e arte decorativa, utilizzando materiali eterogenei, tra cui madreperle, vetri, chiodi, pietre dure e ceramica.

Il cuore della mostra è rappresentato dal Ritratto di Signora di Klimt, tornato nella sua sede ed esposto nuovamente dopo la felice conclusione di una vicenda romanzesca, durata oltre venti anni. La storia ha inizio nel 1996, quando una studentessa del liceo artistico piacentino, confrontando i ritratti femminili dipinti da Klimt, rilevò numerose corrispondenze tra il Ritratto di signora (1916-17) custodito presso la Galleria Ricci Oddi e un Ritratto di ragazza che si riteneva da tempo perduto, databile intorno al 1910.

Di quest’opera si sapeva solo che era stata esposta a Dresda nel 1912, e una riproduzione fotografica in bianco e nero era apparsa su una rivista tedesca nel 1917-18. Poi l’oblio. Accurati esami, condotti con le tecnologie più avanzate, hanno dimostrato senza alcun dubbio che il Ritratto di signora – acquistato nel 1925 dal collezionista Giuseppe Ricci Oddi – copre una precedente immagine della stessa modella, la cui identità non è mai stata individuata.

Poco dopo la scoperta, nel febbraio 1997 il quadro veniva misteriosamente trafugato dalla Galleria con modalità che non sono mai state chiarite. La caccia al dipinto scomparso coinvolse a lungo non solo le Istituzioni, ma anche una serie di personaggi più o meno improbabili, dai medium a sedicenti intermediari. Infine, dopo quasi ventitré anni, nel dicembre 2019, durante alcuni lavori nel giardino della Galleria venne alla luce un piccolo vano lungo il muro di cinta nel quale fu ritrovato il dipinto; non si è mai saputo chi e quando ve lo avesse nascosto.

Il Ritratto di signora è un’opera tarda di Klimt, che nel corso degli anni ha dedicato all’universo femminile una parte importante della sua produzione. “Senza le donne, che si offrono in dote alla sua arte, Klimt sarebbe impensabile. Circondano la sua opera come una ghirlanda di fiori. Sono le viennesi. Ragazze del popolo e dame dell’alta società, ebree ed aristocratiche. Lui le conosceva bene, viveva per così dire nella scia del loro profumo. E divenne il loro glorificatore – uno dei pochi a scoprire la moderna donna europea”, scriveva il giornalista Franz Servaes nel 1918, subito dopo la morte dell’artista, avvenuta nello stesso anno in cui, con la fine della prima guerra mondiale, finisce anche l’Impero austroungarico; lo ricorda Eva di Stefano nel saggio Dalla parte delle donne, pubblicato nel ricco catalogo della mostra piacentina.

È l’epoca in cui Giovanni Boldini, a Parigi, dipinge le dame che frequentano i salotti dell’aristocrazia e dell’alta finanza, indagandone pensieri ed emozioni; Klimt affronta l’immagine della donna spaziando dal ritratto intimista alle figure simboliche – come nelle due versioni di Giuditta o nelle Tre età della donna – e lasciando migliaia di disegni, molti dei quali esplicitamente erotici, le cui linee sinuose documentano un incessante studio delle forme e della gestualità femminili, fermate sulla carta senza limiti né censure. Sfilano nella mostra piacentina immagini di donna che attraversano un arco di trenta anni, dal Ritratto di signora su fondo rosso del 1898 fino al Ritratto di Amalie Zuckerkandl, rimasto incompiuto.

L’ampia panoramica su Klimt. L’uomo, l’artista, il suo mondo, offre anche lo spunto per una riflessione su Egon Schiele e Oskar Kokoschka, i “compagni di strada” di Klimt, che nella generazione successiva portarono avanti le sue ricerche, sviluppandole in senso espressionista. Infine, la parte conclusiva del percorso apre una prospettiva sull’influenza che la partecipazione di Klimt alla Biennale Veneziana del 1910, e all’Esposizione Internazionale di Roma dell’anno seguente, esercitò sull’ambiente artistico italiano, orientando verso un decorativismo di gusto Déco il linguaggio figurativo di pittori quali Galileo Chini e Vittorio Zecchin.

Dettagli

Didascalie immagini

  1. Una delle sale della mostra in corso a Piacenza, con un esempio degli elementi di arredo prodotti dalle Wiener Werkstätte (Officine viennesi)
    © Foto DELPAPA
  2. Gustav Klimt: Manifesto per la I Mostra della Secessione (26.03.1898-20.06.1898), dopo la censura, 1898 – Klimt Foundation, Vienna
    © Klimt Foundation, Vienna
  3. Dettaglio del Fregio di Beethoven (ricostruzione del 2019)
    © Foto DELPAPA
  4. Gustav Klimt: Ritratto di signora, 1916-1917- Piacenza, Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, nel suggestivo allestimento della mostra Klimt. L’uomo, l’artista, il suo mondo
    © Foto DELPAPA
  5. Gustav Klimt: Ritratto di signora, 1916-1917- Piacenza, Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi
  6. Gustav Klimt: Ragazza nel verde, 1898 circa – Klimt Foundation, Vienna
    © Klimt Foundation, Vienna /
    Gustav Klimt: Ritratto di signora con fondo rosso, 1897-1898 – Klimt Foundation, Vienna
    © Klimt Foundation, Vienna
  7. Gustav Klimt: Amalie Zuckerkandl, 1917-1918 – Belvedere, Vienna
    © Belvedere, Vienna – Photo: Johannes Stoll
  8. Vittorio Zecchin: Le principesse e i guerrieri, 1914 – Venezia, Fondazione Musei Civici di Venezia – Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro

IN COPERTINA

Gustav Klimt: Ritratto di signora, 1916-1917- Piacenza, Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi

Sito web: https://riccioddi.it

Dove e quando

Evento: Klimt. L’uomo, l’artista, il suo mondo

Indirizzo: Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi Via San Siro, 13 - 29121 Piacenza
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Fino al: 24 Luglio, 2022