L’idea di rivoluzione, di cambiamento e di rinascita. I colori di una ribellione forte e decisa, i simboli di un violento e necessario cambio di rotta, immagini dure.
Palazzo Strozzi celebra il 50esimo anniversario del ’68 così con la mostra Nascita di una Nazione. Tra Guttuso, Fontana e Schifano, fino al 22 luglio.
Opere emblematiche dell’arte italiana tra gli anni Cinquanta e il Sessantotto. Ottanta capolavori dei più grandi come Fontana, Burri, Guttuso,  Vedova, Castellani, Manzoni, Schifano, Merz, Paolini e Pistoletto. Nomi così che solo a scriverli viene la pelle d’oca.

Tra pittura, scultura, video e installazione; tra viaggio, arte, politica e società degli anni Cinquanta , la contestazione e il trionfo dell’ Arte Informale e le sperimentazioni su immagini, gesti e figure della Pop Art in giustapposizione con le esperienze della pittura monocroma, fino all’Arte Povera e a quella Concettuale.

In questa mostra, curata da Luca Massimo Barbero, la strada e il percorso degli artisti italiani negli anni della lotta, del “vietato vietare” e della “immaginazione al potere” sessantottesca.
Sale assolutamente diverse una dall’altra, sulla base di una narrazione che è insieme cronologica e tematica, raccontano l’Italia del secondo dopoguerra in cui l’arte viene concepita sia come forza riformatrice che come strumento per comprendere un più ampio contesto culturale.
Il senso di Nazione, il concetto d’identità e appartenenza spiegati attraverso il linguaggio artistico. I video che raccontano tutto questo sono di immagini immediate ed emozionali come a voler davvero rivelare quella società e quei costumi, periodi ormai lontani ma ai quali guardare quasi con la nostalgia della lotta.
L’ approccio storico e didattico è quello in grado di rendere finalmente l’arte moderna accessibile a tutti.

Militanza e impegno politico a rielaborare i concetti d’ identità, di appartenenza e di una forte collettività allacciandosi alle contraddizioni della storia d’Italia negli anni successivi al periodo del fascismo e della guerra. Il “miracolo economico”, momento di trasformazione profonda della società italiana fino alla fatidica data del 1968, di cui nel 2018 ricorre appunto il cinquantesimo anniversario.
Proprio in  questi anni prende forma una nuova idea di arte, che si proietta nella contemporaneità attraverso una insolita esuberanza fatta di linguaggi, di materia e di forma, che si nutrono di segni e figure della cronaca.

Uno spaccato delle principali sperimentazioni – volendo le più mature – di ciò che rappresentava (e che forse ancora rappresenta) la più estrema contemporaneità di avanguardia.
L’elegante disputa tra Realismo e Astrazione, proseguita e raccontata – tappa dopo tappa – in un dibatto crescente sull’arte contemporanea in Italia.

I nomi: il neorealismo forte e propagandistico di Renato Guttuso, con uno dei suoi capolavori – La battaglia di Ponte dell’Ammiraglio (1951-1955) – che parla appunto dell’Unità d’Italia e della nascita di una Nazione messo subito a confronto con le poetiche dell’Informale declinate dalle sperimentazioni radicali di altri autori. La manipolazione della materia come elemento esistenziale tipica delle azioni di Alberto Burri con la sua juta, la tela o il legno bruciato come Alberto Burri.
L’esistenzialismo di un sempre unico Lucio Fontana con i suoi lacerante tagli e il suo metallo parlante in Concetto Spaziale, New York 10 (1962). La grande tela Scontro di situazioni ’59-II-1 (1959) di Emilio Vedova.
Il colore bianco, l’azzeramento e la monocromia di grandi opere quali Superficie lunare (1968) di Giulio Turcato, il monumentale capolavoro Superficie bianca (1968) di Enrico Castellani, accanto alle composizioni con bende di Salvatore Scarpitta, le tele estroflesse di Agostino Bonalumi, la straordinaria serie Achrome di Piero Manzoni che ha aperto in modo dirompente le esperienze artistiche degli anni ’60.
E ancora: l’iconicità nei colori e nello stile della Mappa (1971-1973) di Alighiero Boetti, l’oltremodo provocatorio e illuminante Tentativo di volo (1970) di Gino De Dominicis, quasi a fare eco e introduzione a un’Italia che parla un linguaggio internazionale.
Rovesciare i propri occhi (1970) di Giuseppe Penone a chiudere il percorso come a essere simbolo di una nazione che guarda a se stessa mentre entra in un periodo di pura polemica che diventerà anche storica lotta armata.

La vicinanza, la contemporaneità e la compresenza di grandissimi artisti negli anni in questione.
C’ è il rosso e il bianco. Ci sono le bandiere, falce e martello, occhi che “si girano”, ci sono i tagli, la pittura, la tela, il sacco. C’è tutto quello che sa di rivoluzione, di visione nuova, di storie di uomini che sapevano guardare oltre e lanciarsi in avanti.

Didascalie immagini

  1. Alberto Burri (Città di Castello 1915-Nizza 1995), Sacco e bianco, 1953, olio, intonaco, sacco, juta su tela, corda, cm 149 x 249,5, Parigi, Centre Pompidou, Musée national d’art moderne/Centre de création industrielle.
    Foto © Centre Pompidou, MNAM-CCI, Dist. RMN-Grand Palais / Jacqueline Hyde. Alberto Burri, by SIAE 2018
  2. Mario Schifano (Homs 1934-Roma 1998), NO, 1960, smalto su tela, cm 160 x 200, Collezione privata
    Foto © C.Vannini, Mario Schifano, by SIAE 2018
  3. Lucio Fontana (Rosario di Santa Fe 1899-Varese 1968) Concetto spaziale. Attesa, 1965, idropittura bianca su tela tagliata, cm 145 x 114. Firenze, Musei Civici Fiorentini – Museo Novecento. Fototeca Musei Civici Fiorentini.
    © Fondazione Lucio Fontana, Milano by SIAE 2018
  4. Franco Angeli (Roma 1935-1988) Stelle, 1961, tecnica mista su tela con velatino, cm 132 x 163. Collezione Valerio De Paolis.
    © Franco Angeli, by SIAE 2018
  5. Mario Schifano (Homs 1934-Roma1998) Compagni compagni, 1968, smalto e spray su tela e perspex, cm 200 x 300. Collezione privata
    Courtesy Fondazione Marconi, Milano. Mario Schifano, by SIAE 2018
  6. Giuseppe Penone (Garessio 1947) Rovesciare i propri occhi, 1970, stampa fotografica b/n, cm 80 x 62,5. Collezione privata.
    Paolo Mussat Sartor © Archivio Penone, Giuseppe Penone, by SIAE 2018
  7. Gino De Dominicis, Tentativo di volo, 1’55” in Gerry Schum, Identifications, 1970, Torino, Videoteca della Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea. 
    © Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Gino De Dominicis, Mario Merz, Gilberto Zorio, by SIAE 2018

IN COPERTINA
Giulio Turcato (Mantova 1912-Roma 1995), Comizio, 1950, olio su tela, cm 145 x 200, Roma, Galleria d’Arte Moderna
© Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Foto Schiavinotto Roma. Giulio Turcato, by SIAE 2018
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Dove e quando

Evento: Nascita di una Nazione. Tra Guttuso, Fontana e Schifano