Del Polittico Griffoni, opera straordinaria le cui tavole sono state eccezionalmente riunite in occasione della mostra La Riscoperta di un Capolavoro in programmazione presso Palazzo Fava di Bologna fino al prossimo 10 gennaio 2020, vi avevamo già accennato in questo articolo.

Realizzata tra il 1470 e il 1472 per l’omonima cappella nella Basilica bolognese di San Petronio, l’opera è uno dei primi capolavori nati dal sodalizio artistico dei ferraresi Francesco del Cossa ed Ercole de’ Roberti, due protagonisti di quella che Longhi chiamò “Officina ferrarese”. L’opera, commissionata da Floriano Griffoni per la sua cappella di famiglia, era dedicata al domenicano San Vincenzo Ferrer canonizzato alcuni decenni prima. In quegli anni l’Ordine domenicano era infatti impegnato in un’opera di diffusione del culto del Santo, e per comprenderne meglio le connessioni è importante ricordare l’importanza dei domenicani a Bologna, città che ospita proprio la sepoltura di San Domenico.
Tuttavia la superba pala d’altare fu smembrata circa duecento anni dopo quando nel 1725 il nuovo proprietario della cappella, il futuro Cardinale Aldrovandi, ne fece trarre vari quadretti per adornane la residenza di campagna di Mirabello. Nel secolo successivo le tavolette finirono poi sul mercato antiquario fino ad entrare nelle collezioni di vari musei internazionali. Fu Longhi nel 1934 a recuperare la memoria del Polittico, definendone l’impianto monumentale in seguito avvallato dal ritrovamento di uno schizzo allegato ad una corrispondenza di Monsignor Aldrovandi.

Dal 4 dicembre vi è quindi una ulteriore novità che permette, anche chi non ha ancora avuto la possibilità di recarsi a Bologna vista la chiusura dei musei disposta dagli ultimi Dpcm, di partecipare comunque alla visita virtuale della mostra che, dopo trecento anni, ha ricomposto le 16 tavole del capolavoro di Francesco del Cossa ed Ercole de’ Roberti. Ricordiamo ancora una volta l’eccezionalità di questa impresa nella quale anche altri avevano infruttuosamente provato a cimentarsi in passato; per capirne le difficoltà basti considerare come le delicate tavole siano oggi nelle collezioni di alcuni importanti musei internazionali, come la National Gallery di Londra, la Pinacoteca di Brera di Milano, il Louvre di Parigi, la National Gallery of Art di Washington, la Collezione Cagnola di Gazzada (Va), i Musei Vaticani, la Pinacoteca Nazionale di Ferrara, il Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, la Collezione Vittorio Cini di Venezia.
Il percorso digitale segue tutta la mostra “fisica” offrendo approfondimenti lungo il percorso, dando la possibilità di ascoltare il racconto della voce narrante che presenta l’opera e il contesto artistico e culturale in cui fu creata, il tutto arricchito da brevi video che entrano nel dettaglio delle singole tavole raccontando curiosità, aneddoti e fornendo descrizioni critiche.

Questo è reso possibile grazie all’alta qualità con la quale le opere originali sono state digitalizzate, garantendo un grado di nitidezza che rende possibile zoommare le immagini fino a dettagli molto ravvicinati. In questo modo è possibile gustare, forse ancor meglio rispetto a quanto potrebbe fare il nostro occhio, i dettagli preziosi delle vesti dei protagonisti, le descrizioni di paesaggi e architetture particolarissime, ammirando anche i colori sgargianti e i dettagli dorati delle pitture.
La piattaforma si sta infine arricchendo di ulteriori contenuti sulla mostra, come gli interventi della Giornata Internazionale di Studi dello scorso 29 novembre che vanno a formare un palinsesto a coronamento della mostra stessa.

Didascalie immagini
Due fotogrammi del tour virtuale

Dove e quando

  • Fino al: – 10 January, 2021
  • Sito web