A Verona, in quel microcosmo di eccellenze gastronomiche e arte – E.ART.H (Eataly Art House) – prosegue, a ingresso gratuito fino a domenica 17 settembre, una nuova mostra collettiva curata da Walter Guadagnini in collaborazione con Costanza Vilizzi e realizzata insieme a Magnum Photos.
Photo&Food. Il cibo nelle fotografie Magnum dagli anni Quaranta a oggi” è stata pensata proprio per il primo piano di Eataly Art House dedicato alla programmazione di mostre temporanee di arti del nostro tempo e caratterizzato da una doppia anima, quella culturale che prevede eventi espositivi inediti, con momenti di approfondimento o divulgazione, e quella commerciale costruita secondo modalità innovative e il più possibile inclusive. Invece, il piano terreno della Rotonda ospita, oltre a Eataly, anche i percorsi del progetto Art Market, con allestimenti temporanei in collaborazione con artisti e alcune tra le più importanti gallerie e istituzioni operanti sul territorio internazionale.

ll nuovo percorso espositivo, attingendo dagli archivi Magnum, ha come protagonisti gli alimenti, la tradizione e il ruolo sociale del cibo attraverso le centoventicinque opere di ventinove autori, dai grandi maestri della seconda metà del Novecento alle ricerche dei contemporanei. Diviso in cinque sezioni, che seguono un andamento sia cronologico che tematico, focalizza il cibo nella sua connotazione sociale, economica e simbolica e sottolinea l’inestricabile legame tra la vita dell’uomo e le attività naturali e culturali legate al cibo – Dal Crudo al Cotto, per citare il titolo di un volume epocale dell’antropologo Claude Lévi Strauss – e dove la figura umana ha molto spesso, non casualmente, un ruolo centrale.
In tale contesto ogni riflessione assume un valore ancora più significativo, sottolineando la molteplicità di sfaccettature che rendono il cibo un elemento complesso e ricco di significati, tradizioni e preziosa diversità.

Un lungo viaggio visuale, ricco di sorprese, punteggiato di immagini spesso diversisime che pongono l’esperienza umana in relazione con i prodotti della natura e con la loro elaborazione.
La mostra è accompagnata da una pubblicazione delle Edizioni E.ART.H. contenente le riproduzioni di tutte le opere presenti, con i contributi testuali del Curatore insieme a quelli di Oscar Farinetti e Chiara Ventura (presidente e vicepresidente di E.ART.H.).

Dettagli

Le cinque sezioni della mostra

(courtesy E.ART.H.)

  • DALLA GUERRA AL BOOM
    Il percorso cronologico prende il via con il periodo della seconda guerra mondiale, anni in cui nutrirsi era una preoccupazione quotidiana per la maggior parte della popolazione europea. I drammatici scatti di Werner Bischof e di David Seymour parlano della fame e hanno il sapore amaro della guerra, immortalando gli sguardi dei civili, degli orfani e dei rifugiati.
    Si giunge poi agli anni Cinquanta e Sessanta: attraverso le fotografie di Elliott Erwitt, Inge Morath, George Rodger e Martin Parr vediamo un’altra società, un altro rapporto con il cibo, nei decenni della ricostruzione e del boom economico. Una rinata sensazione di benessere si traduce in una nuova mondanità che ha come sfondo proprio i caffè e i ristoranti: luoghi di ritrovo che testimoniano come il cibo non è più soltanto una necessità. Il sedersi a tavola diventa un momento di incontro, pretesto sociale per scambi, relazioni,
    benessere.
  • L CIBO DELLE STAR
    Se dagli anni Sessanta il cibo diventa un pretesto sociale per tutti, certamente per le celebrities, lo star system e la politica, i momenti a tavola diventano occasioni ufficiali o status symbol. Esplode il concetto di convivialità, delle grandi tavolate, il cibo diventa quasi uno spettacolo, e proprio i grandi protagonisti delle scene e della politica interpretano al meglio questo ruolo: qui si incontrano Marilyn Monroe e Ronald Reagan, Alfred Hitchcock e Muhammad Ali, veri testimonial del nostro rapporto con la tavola, nella vita pubblica o nell’intimità della vita domestica.
    Anche nelle ricerche artistiche, dal surrealismo alla pop art, il cibo ha giocato un importante ruolo estetico e sociale, e i fotografi non hanno mancato di sottolinearlo, con gli scatti di Philippe Halsman che valorizzano le composizioni surrealiste di Salvador Dalí, o l’omaggio alla celebre Campbell’s Soup di Andy Warhol, nella quale l’artista si specchia nella più celebre delle sue fonti di ispirazione, simbolo indiscusso della cultura pop.
  • DAL PRODUTTORE AL CONSUMATORE
    Dal produttore al consumatore è la sezione dedicata alla filiera alimentare e a tutti i processi che trasformano un prodotto della natura in una merce, in una selezione di diverse modalità di fruizione del cibo. Si parte da lontano, con la cottura del pane al vapore nelle campagne cinesi documentata da Eve Arnold negli anni Settanta, si continua con la preparazione dell’astrattu di pomodoro nella serie Bagheria di Ferdinando Scianna e si arriva ai mercati: quelli tradizionali di Ballarò, a Palermo, firmati da Alex Majoli, e quelli di guerra di Paolo Pellegrin nella striscia di Gaza. Si conclude con i supermercati, quasi sempre i simboli per eccellenza della globalizzazione.
    Emerge quindi l’aspetto più specificamente sociale, economico e velatamente politico del cibo, in un incrocio tra la tradizione di determinate colture e culture e la contemporaneità dei meccanismi di distribuzione di massa. Nei mercati di diversi tempi e luoghi, si incrociano presente e passato, guerra e pace, tradizioni locali e culture lontane.
  • CIBO ESTREMO
    Il Cibo estremo è la sezione dedicata alle nuove forme di elaborazione e consumo. Analizzando l’ambito della produzione alimentare, si va dalla coltivazione intensiva degli avocado, negli scatti di Zied Ben Romdhane, al tema degli Organismi Geneticamente Modificati del progetto di Jonas Bendiksen, per arrivare alle opere di Alex Webb legate alle colture idroponiche.
    Si giunge poi al consumo, trattando in primis il tema dell’eccesso di plastica utilizzata per i packaging alimentari, al centro della ricerca di Cristina De Middel e poi, con le fotografie di Martin Parr, si arriva fino al consumismo del junk food. A fare da contraltare alle tendenze iper-produttive, negli scatti dalla serie Living the Good Life in Vrmdza di Jérôme Sessini si mette in luce il desiderio di riscoprire ritmi e modi di vita del passato, per recuperare una necessaria durabilità, uno sguardo che è anche una sfida per tutti noi e che fa da contraltare a un settore a volte controverso, fatto di tecnologia e velocità.
  • LA TAVOLA SACRA
    Fin dalla notte dei tempi, l’uomo si è rapportato con il cibo attraverso gesti dal forte valore sacrale: la scelta degli alimenti, del modo di prepararli, del momento per consumarli. Con gli scatti di Abbas, Olivia Arthur, Leonard Freed, Nanna Heitmann e Ferdinando Scianna, ricordiamo che il “pane quotidiano” è simbolo del corpo di Cristo, che i piatti tipici delle festività ebraiche sono strettamente legati a episodi biblici, che il digiuno (ramadan) è uno dei pilastri dell’Islam. Dalle immagini di Raghu Rai emerge la sacralità di certe pietanze soprattutto nei templi e nei luoghi di preghiera induisti e buddhisti, mentre nelle fotografie di Jonas Bendiksen si evince il carattere conviviale delle festività religiose, ma anche il legame con la morte. Quest’ultima è centrale anche nelle opere di Guy Le Querrec, che documentano la preparazione della birra Taan, tradizionalmente consumata in occasione delle lunghe celebrazioni funerarie in Burkina Faso.

Didascalie immagini

  1. Philippe Halsman, Marilyn Monroe, USA, 1952 © Philippe Halsman/Magnum Photos
  2. Martin Parr, New Brighton, England, 1983-1985 © Martin Parr/Magnum Photos

Dove e quando

Evento:

Indirizzo: Eataly Art House - via Santa Teresa, 12 - Verona
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