L’orologio, il dio sinistro, spaventoso e impassibile,
ci minaccia col dito e dice: Ricordati!
I Dolori vibranti si pianteranno nel tuo cuore
pieno di sgomento come in un bersaglio;

il Piacere vaporoso fuggirà nell’orizzonte
come silfide in fondo al retroscena;
ogni istante ti divora un pezzo di letizia
concessa ad ogni uomo per tutta la sua vita.

Tremilaseicento volte l’ora, il Secondo
mormora: Ricordati! – Rapido con voce
da insetto, l’Adesso dice: Sono l’Allora
e ho succhiato la tua vita con l’immondo succhiatoio!

Prodigo! Ricordati! Remember! Esto memor!
(La mia gola di metallo parla tutte le lingue).
I minuti, mortale pazzerello, sono ganghe
da non farsi sfuggire senza estrarne oro!

Ricordati che il tempo è giocatore avido:
guadagna senza barare, ad ogni colpo! È legge.
Il giorno declina, la notte cresce; ricordati!
L’abisso ha sempre sete; la clessidra si vuota.

Presto suonerà l’ora in cui il divino Caso,
l’augusta Virtù, la tua sposa ancora vergine,
lo stesso Pentimento (oh, l’ultima locanda!),
ti diranno: Muori, vecchio vile! È troppo tardi!

L’orologio – Charles Baudelaire

Quel cerchio che mai si apre e mai si chiude, quello scorrere veloce e senza freni di fatti, di parole, di persone. Quella forza che impieghiamo in questo moto perpetuo.

L’ingegno e l’energia che negli ultimi due secoli hanno spinto gli uomini a progettare. Merci, persone e dati circolano così senza freno. L’ oscillare di un pendolo, sinonimo di continui e improvvisi cambiamenti d’opinione e di convinzioni che si ribaltano nel loro esatto contrario. Il traffico pendolare, milioni di persone che la mattina presto per lavoro raggiungono il centro delle città e la sera tornano stanche. La sfida odierna e costante alla memoria e alla forza di gravità con quel “tutto” in costante movimento.

A Bologna, fino al 13 gennaio 2019, arriva Pendulum. Merci e persone in Movimento. Immagini dalla Collezione di Fondazione Mast, oltre 250 immagini storiche e contemporanee di 65 artisti di tutto il mondo che raccontano il tema della velocità sempre più al centro dell’attuale società.
Per ricordare i 5 anni di apertura del centro culturale multifunzionale, la FONDAZIONE MAST ha scelto di regalare al pubblico una selezione di opere dalla propria collezione di fotografie e immagini in movimento che raccontano dell’Industria e del Lavoro. Dell’Uomo e del suo andare.

Al dinamismo incessante, come spiega Urs Stahel – responsabile delle attività espositive e della collezione di fotografia industriale della Fondazione MAST Manifattura di Arti -, si contrappone un fenomeno di segno opposto: “Da decenni si continua ad aumentare il ritmo e la velocità: la crescente accelerazione dei processi economici e sociali è iniziata ai primordi della rivoluzione industriale fino a toccare oggi livelli vertiginosi. Il solo fenomeno che ci spinge a rallentare il passo, a cercare persino di fermare tutto, è quello delle migrazioni. Le uniche barriere esistenti sono quelle che frenano i perdenti locali e globali della modernità.”

Energie contrastanti che nascono dalla forza prorompente dei motori, dall’accelerazione, dai mezzi di trasporto trasformati in feticcio del nostro tempo ma anche il rallentamento, la frenata violenta, il blocco dei flussi di persone che migrano.In mostra: Psychomotor di Rémy Markowitsch, le fotografie che Robert Doisneau ha dedicato agli stabilimenti Renault e il Paint Shop della BMW ritratto da Edgar Martins, le auto da corsa di Ugo Mulas e il trittico in onore del feticcio-automobile di Luciano Rigolini accanto e/o contro alle complesse installazioni di Ulrich Gebert e Xavier Ribas sul tema della migrazione e del nomadismo allestite sulle pareti della PhotoGallery.
I container di Sonja Braas, l’epopea dei truckers di Annica Karlsson Rixon, la serie di Yto Barrada sui manovali. Helen Levitt con i suoi pendolari nelle metropolitane degli anni settanta e ottanta, David Goldblatt che documenta la fatica di affrontare quattro ore di viaggio in autobus per recarsi al lavoro e lo sforzo ancora maggiore necessario a percorrere il tragitto inverso dopo un turno di dieci ore.
E ancora: Jacqueline Hassink con una video installazione ritrae i pendolari moderni in sette città del nostro mondo globalizzato e mostra come ognuno di loro si muova prima verso la propria destinazione e contemporaneamente in un perenne viaggio virtuale al telefono o il tablet su cui tutti, senza eccezione, tengono gli occhi puntati.
Scene di vita di tutti i nostri giorni.

Richard Mosse associa invece il commercio globale alle migrazioni: nell’opera lunga sette metri dal titolo Skaramaghas centinaia di container occupano un’area portuale. Lungo il margine sinistro dell’immagine la sua termocamera, in grado di rilevare differenze di calore a trenta chilometri di distanza, fotografa il trasporto di merci lungo le rotte mondiali, mentre sulla destra, gli stessi container sono impiegati come abitazioni per i migranti. Individui rimasti bloccati, persone che non possono andare avanti né tornare indietro e che temono il momento in cui sapranno se hanno ottenuto il permesso di proseguire il viaggio o se invece verranno reimbarcate verso il paese d’origine. Un’unica immagine che condensa tutto il sistema.

Il Pendolo. Quel pendolo che rimanda all’incessante passare del tempo. Quell’oscillare quale sinonimo di cambiamenti, d’opinione e di convinzioni, che si ribaltano nel loro esatto contrario. Il simbolo valido per i traffici in genere, per quel perenne scambio di merci, a fronte di altre merci, di denaro, di promesse.
Quel qualcosa che oscilla e oscilla ancora e che ogni uomo vive – con consapevolezza a tratti e con noncuranza a momenti – nel quale ci dimeniamo in 24 ore e in 60 secondi.

Per mezzo di meravigliose fotografie storiche e contemporanee della collezione della Fondazione MAST viene cosi descritta la genialità con cui l’uomo ha progettato navi, automobili, ferrovie, aerei e autostrade digitali per “conquistare il mondo” e per “spostarsi” al suo interno ponendo al centro della nostra esistenza l’economia, il commercio, la produzione, la vendita e il trasporto. Ma descrive anche il ruotare dell’uomo senza mai sistemarsi su se stesso, a velocità supersonica, che finirà per piantaci o per liberarci.

Quando nel 1851, il fisico Léon Foucault riuscì a dimostrare la rotazione della Terra in modo sorprendentemente semplice, pare che Galileo avesse esclamato “Eppur si muove!”.
La Terra non ruota solo intorno al sole come lui e Copernico avevano dimostrato, ma anche intorno al proprio asse e Foucault era stato in grado di provarlo.
Ebbene si: ruotare intorno al proprio asse è azione che implica enorme dinamismo, lo stesso che da due, tre secoli gli esseri umani producono sulla Terra con i loro congegni, strumenti e macchinari.
Ma anche solo con le loro teste.
E purtroppo all’interno del loro unico tempo che, come scrisse Baudelaire “…è giocatore avido: guadagna senza barare, ad ogni colpo! È legge”.

 

Didascalie immagini

  1. Sonja Braas
    Container, 2015, dalla serie “Un eccesso di prudenza” /
    from the series “An Abundance of Caution”, 2014-2017
    Stampa a pigmenti / Pigment print, 176 x 144 cm
    © Sonja Braas
  2. Mario De Biasi
    Gamba de legn, Milano, 1951
    Stampa ai sali d’argento / gelatin silver print, 45,7 Å~ 55 cm
    © Archivio Mario De Biasi
    Courtesy of Mondadori Portfolio
  3. E.O. Hoppé
    King George V’s Docks, London, England, 1934
    © 2018 Curatorial Assistance, Inc. / E.O. Hoppé Estate Collection
  4. Mimmo Jodice
    Napoli, Manifestazione a Piazza Garibaldi / Naples,
    Demonstration in Piazza Garibaldi, 1967
    Stampa ai sali d’argento / Gelatin silver print, 19,3 x 29 cm
    © Mimmo Jodice
  5. Edgar Martins
    Paint shop, BMW Group Plant Munich (Germany), 2015
    © Edgar Martins
  6. Vincent Fournier
    Space Shuttle Discovery, Orbiter Process Facility Bay 2,
    John F. Kennedy Space Center [NASA], Florida, U.S.A., 2011
    © Vincent Fournier, from the Space Project série
  7. O. Winston Link
    Licenza al treno a doppia trazione / Highball for the Double Header, 1959
    Stampa ai sali d’argento / gelatin silver print, 39 x 48,8 cm
    © O. Winston Link, courtesy Robert Mann Gallery

IN COPERTINA:
Il pendolo di Foucault installato nel Pantheon di Parigi.
(fonte)
[particolare]

Orari di apertura
Martedì – Domenica 10.00 – 19.00
Ingresso gratuito

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Dove e quando

Evento: Pendulum. Merci e persone in Movimento. Immagini dalla Collezione di Fondazione Mast
  • Fino al: – 12 January, 2019
  • Indirizzo: MAST. via Speranza 42, Bologna
  • Sito web