“Percorrendo le lagune nel pieno sfolgorare del sole e osservando sul fianco delle gondole i gondolieri, che sembravano scivolare via nelle loro movenze agili e nei loro costumi variopinti, mentre le loro figure si profilavano sullo specchio verde chiaro dell’acqua, sullo sfondo dell’aria di un azzurro profondo, ho ammirato il quadro migliore e più perfetto della scuola veneziana”
(J.W. von Goethe)
La sua Arte sembra essere la prima e anche l’unica a raccogliere un intero secolo raccontandolo.
Il suo Nome si accosta senza doverlo dire e con estrema naturalezza a quello di Venezia.
È Canaletto che senza dubbio – e più di qualsiasi altro vedutista – ha codificato e definito l’immaginario collettivo mondiale di Venezia, identificandosi con il luogo che ha sempre raffigurato e regalandoci paesaggi e scenari che mai avremmo visto altrimenti.
A Canaletto e alla sempre magica città lagunare è dedicata la mostra “Canaletto e Venezia” – fino al 9 giugno a Palazzo Ducale di Venezia – che racconta la più romantica delle città e celebra le vedute sul Canal Grande che lo hanno reso famoso in tutta Europa e che forse (ancora oggi) sono le uniche in grado di renderne l’ineguagliabile luce.
Quanto è “scontata” la sua bellezza, tanto è impegnativo e complesso raccontarla.
Esaltata come città d’acqua e celebrata nel suo spettacolare manifestarsi, resa (se possibile) ancora più grandiosa e scenografica, la Venezia che nasce dalle mani e dalla mente di Canaletto è in grado di regalare sempre quell’esperienza visiva resa possibile da una straordinaria capacità tecnica che solo a lui apparteneva.
Antonio Canal detto Canaletto (1697 – 1768) è oggi l’artista più celebre del Settecento. In quello stesso secolo Venezia è attraversata da contraddizioni complesse e sorprendenti: è uno dei centri più cosmopoliti al mondo, vissuta e attraversata da mercanti, collezionisti e viaggiatori stranieri. La Repubblica di Venezia è ancora lo stato più importante della Penisola, ma già si mostrano al contempo i segnali della decadenza che predice la caduta del 1797.
Commercio e manifatture rallentano e gli artisti cercano e ottengono commissioni più remunerative altrove, mentre le famiglie nobili dispongono di imponenti ricchezze in grado di rivaleggiare con quelle dei regnanti europei. In questo contesto si sviluppa l’ultima grande stagione dell’arte italiana che si impone a livello internazionale raggiungendo l’eccellenza in ogni genere artistico: la veduta appunto, ma anche il ritratto, il paesaggio, la scultura, le arti decorative, la grande pittura di storia.
Questa mostra mette quindi in rapporto le opere del Canaletto con quelle degli altri maestri della scuola veneziana e il suo percorso individuale con gli eventi che hanno scandito la storia dell’arte in laguna durante tutto il secolo di cui è protagonista.
L’orizzonte viene così ampliato tanto in termini cronologici e temporali, quanto di genere. Accanto alla grande pittura vengono posti disegno, incisione, scultura, architettura e arti decorative, provando così a ricomporre un ampio quadro d’insieme.
Ogni sala è studiata per creare il dialogo tra opere, immaginazione e osservazione, individuando i due elementi dialettici entro cui si muove l’arte veneziana: la creatività dei suoi pittori e lo sguardo sulla realtà dei vedutisti.
Non si tratta di categorie chiuse ma di poli di attrazione fra i quali si muovono tanti altri grandi artisti come Guardi, Piazzetta, Giandomenico e lo stesso Giambattista Tiepolo.
Il vedutismo nasce nei primi anni del secolo, con la pubblicazione nel 1703 della raccolta di oltre cento incisioni intitolata Le fabbriche e vedute di Venezia disegnate, poste in prospettiva et intagliate da Luca Carlevarijs. In questo primo decennio fiorisce a Venezia una stagione creativa di grande vitalità, che accoglie la giovinezza di Canaletto e del suo coetaneo Giambattista Tiepolo.
Proprio Tiepolo accoglie il visitatore nella prima sala e apre il percorso di mostra con la rappresentazione del Nettuno che offre i doni del mare all’allegoria di Venezia. All’opera del Tiepolo è accostato Il Ridotto di Francesco Guardi, che all’immagine mitologica della città dominatrice dei mari contrappone lo sguardo del viaggiatore straniero.
Come sintesi delle due visioni, nel centro della sala sta il modello del Bucintoro, la galea delle feste dei dogi, imbarcazione che galleggia ma non naviga, interamente dorata, simbolo perfetto di una Venezia che sfarzosamente e inutilmente si autocelebra.
A questo punto del percorso entra in scena Canaletto: un giovane artista ventenne che segue a Roma il padre scenografo e, tornato a Venezia, si dedica alla sola pittura: da qui in poi produrrà i capolavori che per sempre hanno marcato l’immagine di Venezia e la storia della rappresentazione delle grandi vedute.
Nel 1737, Francesco Algarotti pubblica Il Newtonianismo per le Dame, ovvero dialoghi sopra la luce e i colori, opera divulgativa delle teorie sulla luce di Newton. Da questo momento la luce di Canaletto si raffredda, si fa cristallina e conferisce un’efficace verità ottica ai dipinti e ai soggetti.
Canaletto supera in fama e abilità Carlevarijs e Sebastiano Ricci, affiancato da una schiera di artisti che stanno innovando il linguaggio della pittura storica, di ritratto, di interni e occasioni sociali: sono quegli stessi artisti che lavorano nelle grandi città europee (come il coetaneo Tiepolo), alle corti reali (dove Rosalba Carriera disegna ritratti a pastello che sovvertono i canoni celebrativi) e nella laguna (come la ricamatrice e pittrice Giulia Lana, così apprezzata da Giambattista Piazzetta).
Fenomeno squisitamente veneziano è Pietro Longhi, che nel 1741 inaugura il nuovo genere della pittura di costume, che ritrae personaggi del patriziato veneziano nelle loro occupazioni quotidiane. Simile attenzione per gli aspetti più domestici e meno imperiali si ritrova in un certo vedutismo (anche in Canaletto) come nello straordinario Il cortile dello scalpellino – eccezionale prestito della National Gallery di Londra – in cui si assiste al sorgere di un palazzo veneziano nell’ansa del Canal Grande, dove in futuro sorgerà il ponte di legno dell’Accademia e che offre un punto di vista inusuale rispetto alle varie rappresentazioni di Venezia.
Palazzo Ducale ospita venticinque opere di Canaletto, alcuni pezzi mai visti a Venezia e prestiti di grande valore da prestigiose collezioni private inglesi. L’allestimento si articola in undici sale e comprende altri ottanta quadri e venti sculture – oltre a una corposa presenza di incisioni e disegni e alla straordinaria esposizione di porcellane – per un totale di oltre duecentosettanta pezzi.
A Venezia va in mostra la storia di un grandissimo artista che svetta senza dubbio fra i maestri dell’arte veneziana. Arte caratterizzata dal confronto fra i due poli dialettici dell’immaginazione e dell’osservazione – non opposti, anzi, di reciproca attrazione – fra la fantasia dei suoi decoratori e lo sguardo sulla realtà dei vedutisti.
Le angolazioni, le prospettive e gli scorci – tra gondole e gondolieri – ci lasciano ancora una volta senza parole.
“Per bello noi comunemente intendiamo quello, che veduto, o ascoltato, o inteso, ci diletta,
ci piace e ci rapisce, cagionando dentro di noi dolce sensazione, e amore”.
A. Mariuz, Il Settecento. La pittura (I), in Storia di Venezia. Temi. L’Arte, a cura di R. Pallucchini, II, Roma 1995
Didascalie immagini
- Antonio Canal detto Canaletto, Piazza San Marco verso est, olio su tela, cm 115 x 153
Washington, National Gallery of Art (1945.15.3) - Antonio Canal detto Canaletto, Il Canal Grande da Palazzo Balbi a Rialto, Olio su tela, 144 x 207 (Cl. I. n. 2325)
Venezia, Ca’ Rezzonico, Museo del Settecento veneziano - Antonio Canal detto Canaletto, Il Ponte di Rialto, Olio su rame, cm 45,5 x 62,5
Wells-Next-The-Sea, Holkham Hall - Antonio Canal detto Canaletto, Il molo verso est con la colonna di S. Marco, Olio su tela, cm 111 x 186 (inv. 1473)
Milano, Raccolte d’Arte Antica e Pinacoteca del Castello Sforzesco - Giambattista Tiepolo, Allegoria con Venere e il Tempo, Olio su tela, cm 292 x 190,4 (Inv. NG6387)
Londra, The National Gallery - Francesco Guardi, Il Bucintoro a San Nicolò di Lido nel giorno dell’Ascensione, Olio su tela, cm 67 x 101 (inv. RF 319)
Parigi, Musée du Louvre - Sebastiano Ricci, La continenza di Scipione, Olio su tela, cm 114,3 x 137,2
Londra, The Royal Collection (RCIN 404981) - Antonio Canal detto Canaletto, Il Canal Grande da Santa Chiara verso Santa Croce, Olio su tela, cm 48,5 x 79
Parigi, Musée de Cognacq-Jay
IN COPERTINA
Antonio Canal detto Canaletto, Il bacino di San Marco, Olio su tela, cm 124,5 x 204,5
Boston, Museum of Fine Arts
[particolare]
Venezia, Palazzo Ducale
Appartamento del Doge
Venezia, San Marco 1
Orario
fino al 31 marzo 2019 → 8.30 – 17.30
(ultimo ingresso ore 16.30)
dal 1° aprile al 9 giugno 2019 → 8.30 – 19.00
(ingresso consentito fino alle 18.00)
Dove e quando
Evento: Canaletto e Venezia
- Fino al: – 08 June, 2019
- Sito web