Al piano terra di Palazzo Barberini – nella sala nove, quella destinata alle mostre dossier con approfondimenti su singole opere o temi specifici – è possibile ammirare, per la prima volta, un San Francesco in estasi di Orazio Gentileschi (notificato dallo Stato italiano nel 2021 grazie al supporto delle Gallerie Nazionali di Arte Antica) quale opera di eccezionale importanza storica e artistica.
Il quadro costituisce una rara e rilevante testimonianza dell’avvicinamento del pittore pisano alle novità poetiche e stilistiche elaborate a Roma da Michelangelo Merisi, essendo riferibile agli stessi anni del processo (intentato da Giovanni Baglione contro Caravaggio, Onorio Longhi, Filippo Trisegni e lo stesso Gentileschi) durante il quale, nel settembre del 1603, quest’ultimo aveva dichiarato di aver prestato al suo amico lombardo “una veste da cappuccino” e un “par d’ale“. Si tratta plausibilmente dello stesso saio, contraddistinto da un peculiare copricapo a punta, che Orazio ritrasse nell’opera adesso esposta a Roma fino al 10 aprile.

Eseguito dal naturale e con il modello in posa, un metodo di lavoro che Gentileschi doveva aver appreso già attorno al 1599-1600 direttamente da Caravaggio, il quadro costituisce una rara e rilevante testimonianza del momento in cui Orazio si avvicinò alle novità poetiche e stilistiche elaborate da Michelangelo Merisi.
Con il titolo Orazio Gentileschi e l’immagine di san Francesco. La nascita del caravaggismo a Roma, curata da Giuseppe Porzio – professore di storia dell’arte moderna presso l’Università di Napoli L’Orientale – e Yuri Primarosa – curatore del museo e docente a contratto di storia dell’arte moderna presso la Sapienza Università di Roma – la mostra mette a confronto l’inedito dipinto – fortemente sperimentale nella resa di un naturalismo vivido ed espressivo – con alcuni oggetti di grande forza evocativa, come gli atti del processo del 1603 aperti sulla pagina della citata deposizione di Caravaggio, un saio cappuccino coevo e una fotografia di Massimo Listri della cripta dei frati di via Veneto a Roma, realizzata per l’occasione.

Tra le opere spiccano quella attribuita al Merisi (San Francesco in meditazione proveniente da Carpineto Romano), un’altra dello stesso Gentileschi (San Francesco sorretto da un angelo conservata al Prado) e il San Francesco in preghiera di Ludovico Cardi detto Cigoli.
Grazie a questa scoperta è possibile documentare, in modo nuovo, la nascita del caravaggismo a Roma attraverso il precoce influsso suscitato dal Merisi su Gentileschi, già attivo nella capitale papale da più di due decenni nel solco della tarda Maniera.

Nella nuova interpretazione dell’immagine di san Francesco fu infatti fondamentale per gli artisti caravaggeschi la familiarità con alcune pratiche di preghiera molto diffuse al tempo, come le veglie compiute dai cappuccini davanti alle spoglie dei loro confratelli, testimonianza dell’austerità di una regola consacrata all’elevazione dell’anima e al rifiuto delle vanità, celebrata magistralmente da Caravaggio e Gentileschi.

La mostra, accompagnata dal catalogo edito da Officina Libraria, è stata realizzata grazie al supporto della Galleria Benappi Fine Art, che ha provveduto anche al restauro della tela, eseguito da Stefano Scarpelli sotto la supervisione delle Gallerie Nazionali.

Fino al 2 aprile 2023, escludendo la prima di ogni mese, alle ore 11:00 di ogni domenica, è programmata “Piccoli sarti al museo” visita laboratorio per bambini dai sei ai dodici anni, un percorso didattico che li conduce alla scoperta di importanti personaggi storici e degli abiti con i quali sono rappresentati nei dipinti. I partecipanti potranno realizzare anche un bozzetto di abito su misura lavorando con tessuti di vario genere (attività gratuita con prenotazione obbligatoria all’indirizzo didattica@siparte.net che prevede biglietto ridotto con tariffa speciale per due accompagnatori, massimo dieci partecipanti, durata settantacinque minuti).  

Dettagli

Alcune pillole di approfondimento
(courtesy Gallerie Nazionali di Arte Antica Roma)

  • L’immagine di san Francescoe la nascita del caravaggismo
    Il movimento di rinnovamento spirituale inaugurato al principio del Duecento dal santo di Assisi influì a lungo sulle arti, ben oltre l’eroico itinerario avviato da Giotto che portò progressivamente al Rinascimento. Il radicale messaggio francescano, caposaldo di una nuova concezione umanistica del mondo, fornì linfa vitale, all’inizio del XVII secolo ,anche al “movimento” caravaggesco: un fenomeno strettamente legato, almeno ai suoi esordi, a precisi valori etici, religiosi e filosofici. L’auspicio del ritorno di una nuova povertà della Chiesa e l’obiettivo di una vita autentica ispirata ai principi evangelici prese forma, per la prima volta nella storia dell’arte europea, in immagini fortemente antiretoriche calate nella realtà contemporanea. Una rinuncia alle convenzioni e all’ostentazione della ricchezza condivisa non soltanto dagli ordini religiosi più progressisti – anche in risposta agli strali dell’universo protestante – ma persino da illustri esponenti dell’aristocrazia, come i Colonna e i Barberini.
  • L’esercizio della santità
    Nella nuova interpretazione dell’immagine del santo di Assisi fu fondamentale per gli artisti la familiarità con alcune pratiche di preghiera molto diffuse al tempo, come le veglie compiute dai frati cappuccini davanti alle spoglie dei loro confratelli. Un suggestivo parallelismo tra queste consuetudini e i quadri esposti, è offerto dall’ossario di Santa Maria della Concezione, formatosi a partire dal 1631 con i resti di oltre quattromila frati, molti dei quali provenienti da altre chiese dell’Ordine. I loro scheletri nudi o abbigliati, fotografati da Massimo Listri per l’occasione, costituiscono una vivida testimonianza dell’austerità della loro regola, conforme in tutto a quella dettata dal santo raffigurato da Caravaggio, Cigoli e Gentileschi.
  • San Francesco cappuccino
    Estatico, penitente o contemplativo, Francesco ha abbandonato l’habitus dei frati minori conventuali per indossare quello cappuccino. L’impaginazione ravvicinata e i forti contrasti chiaroscurali, sottolineati da un’illuminazione radente, definiscono in Caravaggio e in Gentileschi una realtà scabrosa legata al filone pauperistico romano d’inizio secolo. La nuova tela di Orazio, del resto, è riferibile agli stessi anni del celebre processo – i cui atti sono esposti in mostra – che Giovanni Baglione aveva intentato contro Caravaggio e lo stesso Gentileschi, durante il quale, nel settembre del 1603, quest’ultimo aveva dichiarato di aver prestato al suo amico lombardo “una veste da cappuccino” e un “par d’ale”. Si tratta probabilmente dello stesso costume di scena, contraddistinto da un peculiare copricapo a punta, che compare nelle opere. Un saio cucito con pezze diverse di lana grezza e lacera – come quello appartenuto al predicatore Mattia da Salò – che rievocava quello che lo stesso Francesco si era confezionato “da sé per tenere lontane tutte le seduzioni del demonio; lo aveva fatto ruvidissimo per crocifiggere la carne e tutti i suoi vizi e peccati, e talmente povero e grossolano da rendere impossibile l’invidiarglielo“.

Didascalie immagini

  1. Orazio Gentileschi
    San Francesco in estasi, 1602-1605 circa
    olio su tela, 98 × 73 cm
    iscrizione sul retro della tela «S.eP.S. n.o10»
    Collezione privata, Courtesy Benappi Fine Ar
  2. Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio (attribuita)
    San Francesco in meditazione, 1606-1607
    olio su tela, 123 x 92,5 cm
    Courtesy Gallerie Nazionali di Arte Antica, Palazzo Barberini, Roma
  3. Ludovico Cardi, detto il Cigoli
    San Francesco in preghiera, 1599 ca.
    Olio su tela, 135 × 120 cm
    Roma, Gallerie Nazionali di Arte Antica, Palazzo Barberini
  4. Massimo Listri
    Ossa e scheletri di frati cappuccini nella cripta di Santa Maria della Concezione a Roma
    Fotografia 2022, cm 170×127
    Firenze, Fondazione Listri per le Arti Visive
  5. particolari dal San Francesco in estasi di Orazio Gentileschi

Dove e quando

Evento: Orazio Gentileschi e l’immagine di san Francesco. La nascita del caravaggismo a Roma

Indirizzo: Gallerie Nazionali di Arte Antica - Palazzo Barberini - Via delle Quattro Fontane, 13 - Roma
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Fino al: 10 Aprile, 2023