Per chi ama le esposizioni di nicchia lontane anni luce dalla fabbrica del “mostrismo” e dei grandi numeri, a Venezia, prosegue fino al 31 gennaio la mostra dedicata a Gioseffo Zarlino realizzata nell’ambito delle celebrazioni per il cinquecentesimo anniversario della nascita del musicista.

Gioseffo Zarlino (Chioggia 1517 – Venezia 1590), figura chiave nella storia della teoria della musica occidentale – per la conoscenza della musica sul duplice versante della speculazione e della prassi – fu prima cantore e poi organista alla cattedrale della città natale. Allievo di Willaert a Venezia, e poi dal 1565 per venticinque anni maestro di cappella a San Marco, lasciando interessanti composizioni (mottetti e madrigali) e molti scritti fra i quali: Le istitutioni harmoniche (1558, seconda edizione rivista 1573), Dimostrationi harmoniche (1571) e Sopplimenti musicali (1588) che rappresentano la sintesi tra un’ampia e attenta analisi della musica del suo tempo e dei suoi immediati antecedenti per la conoscenza delle problematiche coeve in merito alla riorganizzazione dello spazio sonoro anche attraverso la ripresa di antichi e prestigiosi modelli interpretativi musico-matematici risalenti all’antichità greca.
L’esposizione “Musico perfetto. Gioseffo Zarlino (1517-2017) La teoria musicale a stampa nel Cinquecento“, a cura di Luisa Zanoncelli con un comitato scientifico internazionale è stata realizzata dalla Biblioteca Nazionale Marciana, in collaborazione con la Fondazione Ugo e Olga Levi onlus ed è allestita nelle Sale monumentali della Biblioteca proponendo un’ampia selezione della trattatistica musicale cinquecentesca conservata dalla stessa Marciana e un documento concesso in prestito dall’Archivio di Stato di Venezia e traccia nettamente l’importanza dell’eredità di Gioseffo Zarlino.
Negli ultimi decenni del Quattrocento fino all’inizio del Seicento ebbe luogo un profondo cambiamento nel pensiero musicale conseguente alla recezione umanistica degli antichi ideali estetici, pur nella continuità con la tradizione. Fino a metà del Sedicesimo Secolo, infatti, restano vive sia la secolare eredità boeziana della musica come disciplina matematica come l’altrettanto secolare separazione tra polifonia e pensiero speculativo.
Nel nuovo clima delle corti e delle accademie, con mecenati e amatori profondamente interessati alla musica, in Italia si assiste a una straordinaria produzione di trattatistica musicale in volgare, diffusa appena possibile attraverso la stampa. La finalità più ambiziosa è, sulle orme per esempio del De architectura di Vitruvio, costruire un organico quadro filosofico, scientifico ed estetico da cui derivare le regole che governano la monodia sacra e la polifonia. Zarlino definisce ‘musico perfetto’ chi è pienamente padrone dei domini pratico e speculativo assumendo i più rilevanti esiti di questa istanza; anche nella forma si seguono spesso antichi paradigmi: lo schema euclideo, ordinato in definizioni, proposizioni e corollari, oppure il dialogo, come nei trentacinque esemplari esposti, focalizzano sulle tappe fondamentali del percorso e le tematiche discusse: rapporto fra teoria e prassi, fra senso e intelletto; razionalizzazione delle tecniche compositive; controllo delle dissonanze; proporzioni e notazione; costruzione di forme equilibrate; modalità e suo legame con gli affetti; antichi generi cromatico ed enarmonico; accordature e temperamenti; supremazia della parola.
In questo periodo si portano a termine la codificazione e il raffinamento del contrappunto e si prepara la radicale svolta stilistica che a fine secolo sfocerà nel melodramma e nella monodia accompagnata.
Fra gli esemplari esposti ci sono manoscritti latini di teoria medievale, manoscritti greci all’origine dell’impatto del sapere musicale greco sulla musica dell’Occidente, fra cui lo splendido Aristoxenus bessarioneo, e scritti a stampa anche di Burzio, Gaffurio, Aaron, Fogliano, Spataro, Glareano, Vicentino, Zacconi, Vincenzo Galilei, Tigrini, Artusi, Banchieri e Diruta così da osservare la reale concretezza di una tipologia di testi interessante per gli esempi musicali, le tabelle, gli schemi che chiariscono i contenuti molto complicati. Un insieme che evidenzia anche il progresso tecnologico: il più antico incunabolo di teoria musicale rimasto (Burzio, Musices opusculum, 1487) presenta esempi dai righi e dalle note rozzamente xilografati e il testo latino, in un unico blocco pesante, denso di abbreviazioni, ricalca ancora la pagina manoscritta.

Nelle cinquecentine successive gli schemi e le tavole sono sempre più elegantemente disegnati e decorati, le riproduzioni musicali sono nitide, il testo, nel corsivo tipico delle pubblicazioni in volgare, è distribuito armonicamente nello spazio della pagina e ricco di interventi paratestuali: titoli, sottotitoli, rinvii a margine, note. Tutti questi aspetti, insieme al colore della carta e al solco dell’incisione, evocano l’impegno intellettuale e artigianale profuso allora perché si potesse in seguito penetrare i segreti di una tappa straordinaria della storia della musica.
Il catalogo dell’evento è pubblicato in coedizione dalla Biblioteca Nazionale Marciana e dalla Fondazione Levi.

Dettagli

DIDASCALIE IMMAGINI

  1. Gioseffo Zarlino (Ignoto veneziano del XVIII sec.), Museo internazionale e biblioteca della musica (immagine guida della mostra)
  2. Gioseffo Zarlino, De tutte l’opere, Venezia 1588 (courtesy Fondazione Ugo e Olga Levi onlus)
  3. Johannes Boen, Johannes de Muris, Dialogus de musica, sec-XV ((courtesy Fondazione Ugo e Olga Levi onlus)
  4. Nicolò Burzio, Musices opusculum, Bologna 1487 (courtesy Fondazione Ugo e Olga Levi onlus)
  5. Una delle vetrine della mostra (fonte)

IN COPERTINA
Un particolare di: Gioseffo Zarlino (Ignoto veneziano del XVIII sec.), Museo internazionale e biblioteca della musica

Dove e quando

Evento:

Indirizzo:
[Guarda su Google Maps]

Fino al: 20180131