La rassegna in corso presso Palazzo Zabarella a Padova “Da Monet a Matisse. French Moderns, 1850–1950“, aperta fino al 12 maggio 2024, dimostra ancora una volta quanto il collezionismo americano sia stato importante per la conoscenza e la valorizzazione dell’arte francese tra la fine del XIX secolo e gli inizi del Novecento.

Furono infatti i collezionisti americani che a Parigi frequentavano gli atelier di Montmartre a rivolgere la propria attenzione nei confronti di artisti che costituivano le punte più avanzate di una ricerca verso nuovi linguaggi nell’espressione figurativa, pittori e scultori ai quali il pubblico parigino riservava spesso un’accoglienza tiepida, quando non addirittura ostile. Né i critici si mostravano più ben disposti: nel 1879, recensendo il Salon, Joris-Karl Huysmans, esponente di spicco del Decadentismo, definiva il Modernismo “gusto, mania, di tutto ciò che è moderno“, indicandolo come un’adesione acritica al nuovo, considerato importante e rappresentativo a prescindere dal suo valore intrinseco.

Nella rassegna padovana sono esposte circa sessanta opere provenienti dal Brooklyn Museum di New York: si tratta di uno dei primi musei d’arte istituiti negli Stati Uniti, essendo stato fondato negli anni Venti del XIX secolo, e oggi la sua ricchissima collezione permanente comprende pezzi che spaziano dall’arte egizia a quella contemporanea. Nei confronti del Modernismo francese il museo di Brooklyn ha dimostrato un precoce interesse, svolgendo un ruolo determinante nella promozione di questo fondamentale capitolo dell’arte moderna: è qui infatti che nel 1921 si tenne la rivoluzionaria esposizione dedicata ai Dipinti di maestri francesi moderni: i post impressionisti e i loro predecessori, che rappresenta la prima iniziativa di questo genere negli Stati Uniti.

La mostra ripercorre la storia dei movimenti d’avanguardia che hanno caratterizzato l’arte moderna dalla fine del XIX secolo alla metà del Novecento – realismo, impressionismo postimpressionismo, simbolismo, fauvismo, cubismo e surrealismo – passando dalla rappresentazione figurativa all’evocazione dell’idea, dal naturalismo all’astrazione, attraverso dipinti, disegni e sculture realizzati da maestri francesi o che si sono formati in Francia: da Jean-Baptiste-Camille Corot a Pierre Bonnard, da Gustave Courbet a Paul Cézanne, da Claude Monet a Marc Chagall e da Edgar Degas fino a Henri Matisse.

Il percorso espositivo si articola in quattro sezioni tematiche, dedicate ai generi più diffusi: natura morta, paesaggio, nudo, ritratti e figure. In apertura, il meticoloso realismo e i soggetti tradizionali, conformi ai canoni artistici in vigore a metà dell’Ottocento, vengono presentati attraverso le opere di pittori accademici, come Jean-Léon Gérôme e William-Adolphe Bouguereau. Si rivolge al naturalismo e a soggetti meno aulici e stereotipati la generazione successiva: pittori come Millet e Boudin descrivevano le spiagge della Normandia e la campagna nei dintorni di Parigi con pennellate più sciolte e libere.

Le loro suggestioni romantiche e realistiche aprivano la strada alla rivoluzione impressionista, esprimendosi con un naturalismo che nei lavori di Sisley e Pissarro costituisce il punto di partenza per una ricerca nella quale le prove, gli errori e le innovazioni del primo modernismo segnano la scoperta della pittura en plein air. Un percorso che finirà per approdare coerentemente alle avanguardie novecentesche, tra i fauves e i cubisti con Bonnard, Vuillard, Matisse, Léger, Derain.

Il linguaggio figurativo degli impressionisti, guidati da Monet, Renoir e Degas, ha rivoluzionato le convenzioni sia del soggetto che dello stile: scene quotidiane e visioni paesaggistiche sono narrate attraverso pennellate espressive e rapide, nelle quali si avverte l’urgenza di fissare sulla tela l’attimo fuggente. Cézanne verrà assunto come nume tutelare dalla generazione successiva, che lo considera l’archetipo delle proprie innovazioni, in virtù delle quali il colore, la forma e la pennellata assumono un valore prioritario rispetto al soggetto rappresentato.

A partire dalla metà dell’Ottocento il mondo della moda entra come componente determinante nella rappresentazione dei personaggi che animano la vita moderna. Le atmosfere e l’eleganza della Belle Époque vengono celebrate con una pittura dalle pennellate fluide, che mette in evidenza la lucentezza e la consistenza dei tessuti preziosi, come nei ritratti femminili di Boldini. Altri artisti si sono invece dedicati allo studio di costumi e tradizioni della vita popolare, cogliendo immagini di un mondo destinato a scomparire con l’avanzare della modernità.

Per i pittori accademici, il nudo era ancora legato ai canoni della bellezza perfetta e della nobiltà dei soggetti storici e mitologici. I sostenitori della modernità, come il poeta Baudelaire, promuovevano invece un nuovo tipo di bellezza basata sulla rappresentazione della quotidianità, e gli artisti iniziavano a raffigurare la nudità nel suo crudo realismo. Come la liberazione della forma si sia estesa dalla pittura alla scultura lo testimonia il piccolo nucleo di opere di Auguste Rodin esposte in mostra, che fondono i richiami alla classicità nella grazia e perfezione dei corpi e dei gesti con l’attenzione al vero. Infine, nel Novecento il nudo viene completamente trasformato dalle sperimentazioni delle avanguardie, accompagnando il percorso di ricerca intrapreso dall’astrazione in pittura, come nel caso de Les Plongeurs Polychromes di Fernand Léger, che chiude la rassegna padovana.

Dettagli

Didascalie immagini

  1. Gustave Courbet (1819–1877): L’onda, 1869 circa. Brooklyn Museum, dono di Mrs. Horace O. Havemeyer, 41.1256. (Photo: Brooklyn Museum)
  2. Alfred Sisley (1839–1899): Inondazione a Moret, 1879. Brooklyn Museum, lascito di A. Augustus Healy, 21.54. (Photo: Brooklyn Museum)
  3. Claude Monet (1840-1926): Marea crescente a Pourville, 1882. Brooklyn Museum, dono di Mrs. Horace O. Havemeyer, 41.1260. (Photo: Brooklyn Museum)
  4. Pierre-Auguste Renoir (1841–1919): Natura morta con tazza blu, 1900 circa. Brooklyn Museum, lascito di Laura L. Barnes, 67.24.19. (Photo: Sarah DeSantis, Brooklyn Museum)
  5. Paul Cézanne (1839–1906): Il villaggio di Gardanne, 1885–1886. Brooklyn Museum, Ella C. Woodward Memorial Fund e Alfred T. White Fund, 23.105. (Photo: Brooklyn Museum)
  6. Claude Monet (1840-1926): Il Parlamento, effetto di sole, 1903. Brooklyn Museum, lascito di Grace Underwood Barton, 68.48.1. (Photo: Brooklyn Museum)
  7. Giovanni Boldini (1842–1931): Ritratto di signora, 1912. Brooklyn Museum, dono anonimo, 41.876. (Photo: Sarah DeSantis, Brooklyn Museum)
  8. Auguste Rodin (1840-1917), L’età del bronzo, modello medio, prima riduzione 1876 – Brooklyn Museum, dono di B. Gerald Cantor, 68.49. (Photo: Brooklyn Museum)

in prima pagina:

Claude Monet (1840-1926): Marea crescente a Pourville, 1882. Brooklyn Museum, dono di Mrs. Horace O. Havemeyer, 41.1260. (Photo: Brooklyn Museum)

Sito web: https://www.zabarella.it/mostre/da-monet-a-matisse

Dove e quando

Evento: Da Monet a Matisse. French Moderns, 1850–1950

Indirizzo: Palazzo Zabarella, via degli Zabarella, 14 - Padova
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Fino al: 12 Maggio, 2024