Fino a cento anni fa dell’antica Spina, città etrusca e florido porto sull’Adriatico il cui ricordo era stato tramandato dagli autori greci e romani, si erano perse tutte le tracce materiali. Come raccontò secoli dopo Boccaccio, in seguito alla distruzione di Spina ad opera dei barbari nel III secolo a.C. “di lei non rimase vestigio alcuno”. Nei secoli che seguirono quella rovinosa distruzione il Po ne coprì infatti le vestigia con le sue acque fangose fino a quando, in modo del tutto casuale, durante le grandi bonifiche delle valli di Comacchio iniziarono ad emergere dal terreno preziosi reperti.

Alla prima e fortuita scoperta avvenuta il 3 aprile 1922 seguirono indagini archeologiche sistematiche e capillari su quel ricco lembo di terra che diede alla luce migliaia di tombe e corredi sontuosi, restituendoci sia le tracce della necropoli che del centro abitato.
Per dare degna collocazione ai preziosi e numerosissimi reperti emersi durante gli scavi, nel 1935 fu poi inaugurato il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara presso il cinquecentesco Palazzo Costabili, squisito esempio di palazzo rinascimentale al quale lavorarono sia Biagio Rossetti per l’architettura, che Garofalo e Dosso Dossi per gli affreschi che adornano le sale. I reperti esposti a Ferrara provenienti da quell’importante emporio del mondo antico rappresentano una delle maggiori raccolte al mondo di vasi greci a figure rosse di produzione attica, caratteristica che valse all’antica città etrusca di Spina la definizione di “la più grande singola fonte di ceramica ateniese nel mondo greco o grecizzato”.

In occasione del centenario dell’importante scoperta di Spina, il Ministero della Cultura tramite la Direzione generale Musei ha quindi ideato il ricco palinsesto intitolato Spina 100: dal mito alla scoperta che, attraverso diversi eventi espositivi e divulgativi, racconterà al pubblico cosa accadde nelle valli di Comacchio cento anni fa e cosa questo significò per l’archeologia e per la nostra storia.

Dopo una prima importante mostra conclusasi lo scorso ottobre a Comacchio presso la Galleria d’Arte di Palazzo Bellini, dal 22 dicembre il Museo Nazionale di Ferrara ospiterà la grande esposizione Spina etrusca. Un grande porto del Mediterraneo, concludendo nel 2023 con un’ultima tappa espositiva a Roma al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.
La mostra ferrarese approfondisce in particolare la rilevanza che questa scoperta archeologica ebbe sia sul fronte della disciplina che su quello del patrimonio portato alla luce, tracciando la storia di Spina come quella di un avamposto di primordine nel contesto del Mediterraneo.

E se il pubblico avrà dubbi o vorrà ulteriormente approfondire alcuni aspetti di questa importante scoperta archeologica potrà consultare i racconti degli “Spinatellers”, un progetto che vede gli studenti della Laurea Magistrale Applied Critical Archaeology and Heritage e della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università di Bologna scendere in campo per raccontare con podcast, focus tematici, interviste e quiz rivolti ai bambini, oggetti, aneddoti e storie, legati a questo interessantissimo “giallo archeologico”.
(Video in fase di inserimento)