C’è una mostra molto bella, intrigante e completa, che merita di essere visitata per conoscere un po’ di più il nostro Paese. È a Torino e ci racconta a tutto tondo una figura di donna dalle molteplici qualità, che tutti conoscono per aver ispirato la più famosa delle pizze: la regina d’Italia Margherita di Savoia. Palazzo Madama le dedica una mostra aperta fino al 30 gennaio, coordinata da Paola Ruffino e con il contributo scientifico di tanti importanti studiosi che hanno realizzato anche un bellissimo catalogo.
Il percorso è immersivo, realizzato con oltre settanta opere d’arte fra cui ritratti, dipinti, sculture ma anche abiti e gioielli, senza tralasciare mobili, tappezzerie, manoscritti e strumenti musicali, così da ricostruire in modo completo gli amori e gli interessi della regina più amata d’Italia.

L’esposizione si sviluppa per nuclei narrativi, anticipati nelle sale del piano nobile da una sezione curata da Massimiliano Capella con dieci splendidi abiti della collezione privata di Mara Bertoli, creazioni sartoriali che ripercorrono l’evoluzione del gusto e dello stile dagli anni cinquanta dell’Ottocento alla metà del secondo decennio del Novecento, prefigurando il grande mutamento della società a cavallo tra i due secoli di cui Margherita è stata una protagonista.
La bionda regina è riuscita ad entrare in sintonia con un gran numero di Italiani, attraversando un periodo di profondi cambiamenti per il Paese. La sua innata eleganza, l’empatia che ha saputo generare a diversi livelli sociali, il modo anche schietto con cui ha sempre agito, ha portato Margherita di Savoia a diventare un’icona femminile, una musa artistica e anche un’importante mecenate.
Margherita si sposa all’età di sedici anni e sale al trono nel 1878, appena diciassettenne. È comunque preparata ad una vita di corte, ad una vita in prima linea e a diventare un esempio per il Paese, che ha bisogno di modelli da guardare, da seguire e, perché no, da amare.

Dall’ingresso, con l’immagine della Regina che ci accoglie, alla ricostruzione dei suoi ambienti e del suo gusto, Margherita emerge pienamente nella sua personalità, col supporto immaginifico di un filmato ideato e montato per la mostra, fotografie storiche e musica d’epoca.
L’esposizione mette in evidenza anche il profondo coinvolgimento politico che ha mosso Margherita durante la sua esistenza, con vero interesse ad aiutare le donne per emancipare la loro condizione. Sarà lei a promuovere la diffusione dell’istruzione e della formazione professionale, con occhio attento a quella femminile. Il 15 marzo 1871 inaugura a Firenze la Prima esposizione nazionale dei lavori femminili, sotto il patronato della principessa Margherita di Savoia. È una tra le prime tracce dell’attribuzione alla futura sovrana del ruolo di protettrice delle opere muliebri, dovuta certamente alla sua condizione di ‘prima regina degli italiani’ e di rappresentante della femminilità nazionale.
Insieme all’amica Andriana Marcello fonderà la scuola di merletto di Burano, un’impresa che era volta a sostenere tante donne senza istruzione né risorse.

La moda del pizzo nelle toilette femminili verrà promossa dalla regina che, così facendo, aiuterà un comparto ancora oggi molto importante per le nostre case di moda.
Gli anni trascorsi a Napoli, dove nascerà il suo unico figlio maschio, futuro re d’Italia, saranno felici e appassionati. Nasce così il suo amore per il corallo, che farà tornare di gran moda per sostenere l’attività dell’industria corallina guidata dalla scuola per la lavorazione del corallo, istituita dal Regio Decreto del 1878. Grazie al suo interesse, le attività delle scuole di arti applicate troveranno uno spazio nelle Esposizioni nazionali, mostrando così le eccellenze della manifattura italiana, caratteristica fondante della nostra terra, oggi come allora.

Quando si trasferirà a vivere a Roma, animerà un’intensa vita di corte, con balli, ricevimenti, pranzi di gala per accogliere gli esponenti delle case reali europee. Margherita dà il via al suo stile, dove apparirà sempre vestita da eleganti abiti dello stilista del momento, l’inglese Charles Worth, padre dell’haute couture francese, con profusione di perle e diamanti, alcuni dei quali presenti in mostra. Come faceva notare il Tissot, “Margherita ai balli di corte, con quindici giri di perle al collo, i grossi orecchini a forma di pera, il corpino disseminato di spille e di nodi di diamanti appariva adorna come una statua votiva”.

I suoi interessi sono anche artistici e darà vita ad un salotto culturale romano frequentato da personalità della cultura come della politica, fra cui ricordiamo Marco Minghetti, lo statista della destra storica, con il quale ebbe una lunga amicizia. Metterà insieme una ricca biblioteca, curata personalmente e che dimostra la varietà e l’internazionalità dei suoi interessi: alla sua morte il suo fondo conterà tredicimila e cinquecento sessanta volumi. Amava la poesia, leggeva in francese ed inglese, lei stessa produrrà versi e, il poeta Giosuè Carducci, che tanto la stimava, le dedicò sinceri versi di ammirazione. Il suo amore per l’arte la porterà a frequentare la Biennale di Venezia sin dal 1895, anno della prima edizione. Amava la pittura nordica, così come le immagini intimiste, di vita quotidiana, ma con il passare del tempo il suo gusto si andò evolvendo verso esiti formali innovativi, arrivando ad amare artisti dagli accenti futuristici, come Giacomo Balla.

Comunque, tra tutte le arti, Margherita ebbe una predilezione speciale per la musica, in tutti i suoi aspetti: studio personale, sociabilità salottiera, patrocinio e sostegno a musicisti e istituzioni musicali caratterizzarono in modo significativo il corso della vita di Margherita. A orientare Margherita verso la musica fu la madre Elisabetta di Sassonia, appassionata di musica classica. Imparò sin da piccola a suonare benissimo il pianoforte, mentre a Napoli, per curiosità, cominciò a prendere lezioni di mandolino, cimentandosi anche nello studio delle canzoni napoletane. Amò anche il violino e cercò di impratichirsi anche con quest’altro strumento. Ovviamente l’amore per la musica la portò a frequentare teatri e sale da concerto, e seguendo la sua attitudine politica, sovvenzionò teatri d’opera e soprattutto sostenne le istituzioni impegnate, nella capitale, per la diffusione del repertorio sinfonico e cameristico, sia con contributi finanziari, sia con la costante presenza ai concerti. Figurò fin dall’inizio (1874) fra i patrocinatori della Società Orchestrale romana e sostenne l’Accademia di Santa Cecilia e il Liceo musicale, contribuendo fra l’altro economicamente alla costruzione della sala accademica inaugurata nel 1895.

Fu costante il suo patrocinio e sostegno alla Società del Quintetto fondata dal maestro Giovanni Sgambati nel 1881. Il Quintetto divenne nel 1893 Quintetto di Corte di Sua Maestà la Regina. Infine, organizzò concerti al Quirinale, una tradizione che è arrivata fino ai nostri giorni. Nei primi anni venne eseguita esclusivamente musica pianistica e da camera di Beethoven, il musicista prediletto da Margherita: «ho un culto per Beethoven, è così grande e sempre nuovo, mi sembra proprio stare presso Dante e Shakespeare!».
L’altro grande amore della regina fu la montagna e la sua residenza prediletta fu indubbiamente Castel Savoia, nella Valle del Lys, appositamente eretto, tra il 1899 e il 1904 circa, per accogliere in maniera adeguata la presenza della sovrana e quella, ristretta e intenzionalmente selezionata, del personale al suo seguito. La passione per la Valle d’Aosta, però, nasce ancor prima, quando soggiornò nel 1880 proprio vicino al capoluogo e da lì intraprese impegnative escursioni.

Le imprese de “la prima, l’unica regina alpinista” vennero portate alla ribalta da alcune riviste nazionali ed estere, anche di carattere specialistico, decretandone la fama di impavida alpinista, in un’epoca in cui le rappresentanti femminili di questa pratica, essenzialmente dominata dagli uomini, erano in piena ricerca di un legittimo spazio. […] Per i suoi meriti, venne insignita della Presidenza onoraria del gruppo femminile del Club Alpino inglese. Di sicuro, la regina non doveva temere la fatica, come provano le uscite nel grandioso regno del Monte Bianco, con i suoi grandi ghiacciai e le impressionanti seraccate, compiute in parte a dorso di mulo e in parte a piedi: al Mont de la Saxe (2348 m), al Col de la Seigne (2516 m), al Mont Crammont (2736 m), magnifico belvedere sull’intera catena montuosa, al ghiacciaio della Brenva, che all’epoca occupava quasi tutta la parte bassa della Val Veny, al lago Combal (oggi praticamente prosciugato), al pianoro di Plan Chécrouit.”
Una regina amata ed apprezzata quindi anche all’estero, una donna moderna, una delle prime a guidare l’automobile, che ha saputo dare un volto nuovo alla casa regnante di un giovane Paese appena unificato. Quando morirà, nel 1926, nella sua villa di Bordighera, l’amore che gli Italiani le avevano sempre riservato verrà documentato in modo indelebile. L’omaggio imponente tributato dalla popolazione al treno che porta la sua salma a Roma per la sepoltura al Pantheon è filmato dall’Istituto Luce lungo le varie tappe del viaggio. Un documento eloquente di quanto Margherita fosse ancora, per gli italiani, la loro Regina. E visitando questa affascinante mostra possiamo capire il perché di tanto onore.

Dettagli

Didascalie immagini

  1. La principessa Margherita con un pappagallo, da Onorato Roux, La prima Regina d’Italia nella vita privata, nella vita del paese, nelle lettere e nelle arti, Milano, Aliprandi, 1901.
  2. Giuseppe Bertini, Ritratto di Margherita di Savoia, 1870, olio su tela,
Racconigi (CN), Direzione Regionale Musei Piemonte – Castello di Racconigi
  3. Pieretto Bianco (Pietro Bortoluzzi), Merlettaie a Burano, 1905,
olio su tela, Treviso, collezione privata
  4. Pasquale Carmosino, Coppa, 1881, ardesia, pietra calcarea bianca, cosiddetta pietra lavica, corallo, conchiglia sardonica, marmo verde antico, Torre del Greco (NA), Museo del Corallo – Istituto Degni
Ph. Mimmo Torrese
  5. Spilla a forma di stella, seconda metà XIX secolo,
diamanti, oro e argento,
Napoli, Palazzo Reale, Appartamento Storico, ©Archivio dell’arte, Luciano e Marco Pedicini fotografi
  6. Giacomo Balla, Affetti, 1910, olio su tavola,
Torino, collezione privata
  7. Giuseppe Grandi, Beethoven giovinetto, 1874, bronzo,
Torino, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea Ph. Gonella
  8. Demetrio Cosola, Gressoney La Trinité, 1893, olio su tela,
Napoli, Palazzo Reale, ©Archivio dell’arte, Luciano e Marco Pedicini fotografi
  9. Pietro Paolo Michetti, Ritratto di Margherita di Savoia, 1890, olio su tela, Venezia, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro

In copertina

Giovanni Pandiani, Busto di Margherita di Savoia, 1868, marmo,
Napoli, Palazzo Reale, Collezione Savoia, ©Archivio dell’arte, Luciano e Marco Pedicini fotografi

Orari:

da mercoledì a lunedì:
10:00 – 18:00
Martedì chiuso
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura

Dove e quando

Evento: Margherita di Savoia Regina d’Italia

Indirizzo: Palazzo Madama - Sala Senato, Piazza Castello - Torino
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Fino al: 30 Gennaio, 2023