Al Museo di Santa Giulia a Brescia prosegue la più importante esposizione sul mondo delle vette, che analizza l’universo iconografico della montagna, attraverso le opere di Vittorio Sella, Martin Chambi, Ansel Adams, Axel Hütte. Però, non si tratta di una collettiva di quattro autori, quanto di un progetto composto da quattro personali che documentano, attraverso centoventi immagini complessive, le particolari attitudini nello sviluppare una fotografia della natura montana, così da far vivere allo spettatore un’esperienza unica.

Prodotta dalla Fondazione Brescia Musei e da Skira (che ha curato anche il catalogo), Luce della Montagna, come spiega il Curatore «è un’escursione temporale per immagini di quattro grandi fotografi che dalle Alpi ci conduce al sistema montuoso del Caucaso in Eurasia, e da lì verso il Karakorum per poi allungarsi fino al Sikkim, al confine con Bhutan, Tibet e Nepal. Dalle vette himalayane a quelle africane, sul Ruwenzori, al confine fra Repubblica Democratica del Congo e Uganda, e ancora nel West americano dei grandi spazi, dentro il Parco nazionale Yosemite in California, per scendere infine in Sud America e concludersi sulle Ande peruviane».

Il percorso si apre idealmente con quaranta scatti di Vittorio Sella (Biella, 1859-1943) focalizzando sul suo progressivo passaggio da una fotografia ampiamente descrittiva e documentaria a un’altra che intende interpretare e celebrare la bellezza della natura e, in particolare, delle montagne: da Alpi e Dolomiti, al Ruwenzori in Africa, le montagne del Caucaso, il Sikkim incuneato tra Tibet, India e Bhutan, il Karakorum himalayano, l’Alaska. Se ci soffermiamo a riflettere sul fatto che furono realizzate tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, stupisce nitidezza e ricchezza di dettagli in quelle foto: lastre di vetro spesso preparate in loco e, nel caso delle spedizioni in Asia o Africa, dopo mesi di avvicinamento a piedi. Tra le foto esposte anche una scattata dallo stesso campo base dal quale poi, nel luglio del 1954, Achille Compagnoni e Lino Lacedelli partirono tracciando la via per salire in vetta e conquistare il K2.

Quaranta immagini anche di Martin Chambi (1891-1973) – fotografo peruviano attivo nei primi decenni del secolo scorso – appositamente stampate per la mostra dalle lastre di vetro emulsionate originali, le stesse che venivano trasportate a dorso di mulo su e giù per le Ande. Si tratta delle vedute di Macchu Picchu, di Pisac, Kenko e Sacsayhuamán, ma, soprattutto, inquadrano la vita sociale quotidiana delle popolazioni andine in un racconto etnografico di valore inestimabile.

Sono trenta gli scatti dello statunitense Ansel Adams (1902-1984) che esaltano la maestosità della natura, in particolare la nuova frontiera del West. Realizzate intorno alla metà del secolo scorso, le immagini la rivelano ancora incontaminata, quasi eroica, di grande respiro, dove le montagne dominano senza incombere, al contrario paiono proteggere l’uomo, guidarlo verso il futuro e il progresso.

Particolarmente curata è la tecnica realizzativa e la stampa, nonché la sua paziente lettura del tempo al fine di registrare il paesaggio nella sua forma più autentica e primitiva. Ambientalista ante litteram, Adams affermava che «ogni giorno devo scrivere ai giornali per ricordare loro l’importanza dell’ambiente e della sua difesa».

IInfine Axel Hütte (Essen, Germania, 1951) che, per certi aspetti, rappresenta l’evoluzione e la sintesi contemporanea di Sella e Adams. Allievo di Bernd e Hilla Becher, uno dei cinque protagonisti della “Dusseldorf Academy “(con Andreas Gursky, Thomas Struth, Candida Höfer e Thomas Ruff), è un instancabile viaggiatore, grande camminatore e ciclista semiprofessionista.
Perfezionista dell’immagine analogica, paziente e tenace nella sua ricerca della fotografia “completa” ove ogni dettaglio deve aderire a un progetto di immagine, offre anche visioni inquietanti, dove le vette sembrano fantasmi che aleggiano sul nostro tempo, sempre più instabile e incerto.

Dettagli

Didascalie immagini

  1. Vittorio Sella, Seracchi dalla vedretta del Mandrone, 14 agosto 1891
    Courtesy Fondazione Sella Biella
  2. Martin Chambi, Senza titolo (Winay Wayna) 1941 circa
    © Asociacion Martin Chambi
  3. Ansel Adams, Cypress Pebble Beach, 1967
    Courtesy Fondazione di Modena -FMAV Fondazione Modena Visive
    © The Ansel Adams Publishing Rights Trust
  4. Axel Hutte, Gruppo di Brenta, 2022
    © Axel Hutte
  5. Martin Chambi, Tristeza Andina, 1922-1925 circa
    © Asociacion Martin Chambi
  6. Vittorio Sella, Monte Ushba al levare del sole dal monte Mesi ad ovest di Mazeri (Soanezia) 29 settembre 1890
    Courtesy Fondazione Sella Biella

Orari

martedì-domenica: 10.00 – 18.00
dal 9 giugno: 10.00 – 19.00

Dove e quando

Evento:

Indirizzo: Museo di Santa Giulia - via Musei, 81/b - Brescia
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Fino al: 25 Giugno, 2023