Negli anni che seguirono all’Unità d’Italia, collezionare opere degli artisti italiani del tempo era diventata un’attività che incominciava ad aprirsi a una fascia di pubblico sempre più ampia. La nuova borghesia emergente, ricca dei commerci e dell’imprenditoria, si lascia affascinare da questa nuova moda, attratta, in non pochi casi, anche dalla valenza di status symbol che derivava del possesso e dell’esibizione degli oggetti d’arte.
I nuovi mercati e le occasioni di acquisto escono dai circoli chiusi e specialistici e rendono agibile a un pubblico più ampio opere, quadri e statue. Un ruolo importante viene svolto dalle Esposizioni Nazionali che del 1861 sono allestite con cadenza periodica nelle principali città italiane. Organizzate per costruire e rafforzare lo spirito nazionale e mettere in mostra le più avanzate produzioni nei vari campi dell’industria e del commercio, si accompagnarono anche con esposizioni nazionali di Belle Arti che incrementarono la diffusione e la fruizione delle opere degli artisti italiani del tempo.
Non mancano per aumentare la circolazione di quadri e statue, le rassegne annuali promosse dalle istituzioni accademiche, come ad esempio a Milano le mostre dell’Accademia di Brera, o le rassegne delle Società Promotrici, o di associazioni private, vere vetrine che permettevano di conoscere l’evoluzione del lavoro degli artisti. E sull’esempio della Francia e dell’Inghilterra, in questi anni nasce anche in Italia il mercato dell’arte organizzato in empori e in gallerie, accessibili a un fascia più ampia di acquirenti, dove spesso sono i mercanti d’arte a orientare i collezionisti verso autori e correnti espressive precise, aiutandoli a costituire le loro raccolte.
L’ occasione che testimonia l’importanza storica del fenomeno del collezionismo, anche quello privato, nello sviluppo delle arti in Italia, dall’Unità nazionale ai primi anni del Novecento, viene offerta da una nuova mostra allestita nelle sale del Castello di Novara. Ottocento in collezione. Dai Macchiaioli a Segantini è la rassegna che presenta ottanta capolavori di pittura e scultura tutti provenienti da prestigiose raccolte private, di autori quali Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Giovanni Fattori, Carlo Fornara, Domenico e Gerolamo Induno, Silvestro Lega, Angelo Morbelli, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Giovanni Segantini, Federico Zandomeneghi.
L’esposizione, curata da Sergio Rebora ed Elisabetta Staudacher, coadiuvati da un comitato scientifico composto da Luisa Martorelli, Fernando Mazzocca e Aurora Scotti Tosini, ripercorre l’evoluzione delle arti in Italia dall’Unità nazionale ai primissimi anni del Novecento in modo trasversale e non attraverso la ripartizione in scuole regionalistiche. Suddivisa in otto sezioni l’esposizione affronta temi storico risorgimentali nella prima sezione “Il Risorgimento nazionale tra epica e cronaca”, quelli della vita quotidiana del nuovo stato sabaudo con l’attenzione al “vero” e i paesaggi naturalistici, con opere che vanno da Gerolamo Induno, a Giovanni Fattori, Silvestro Lega.
Intanto nei decenni successivi all’ Unità si assesta e si diffonde un più preciso gusto nazionale, che attingendo anche alle esperienze artistiche d’Oltralpe, afferma il trionfo della pittura e della scultura di genere su temi ispirati alla vita pastorale e agreste e a quella borghese delle città moderne, con incursioni anche su temi decorativi o folcloristici nel neo Settecento e nell’orientalismo. Tra le opere, le esperienze degli artisti operanti a Parigi o in rapporto con le gallerie parigine, tra cui Boldini, De Nittis, Zandomeneghi, Corcos. Verso gli anni novanta dell’Ottocento nuovi temi si affacciano anche nel campo dell’arte: un’attenzione nuova al mondo del lavoro e alla denuncia delle ingiustizie sociali porta gli artisti a rappresentare con attenzione nuova, come emerge nella sezione “Il lavoro e la nuova sensibilità ai risvolti sociali”. Sull’altro fronte i primi stimoli del simbolismo a volte con rimando allegorico.
Anche contenuti così diversi si trovano spesso accomunati dalla tecnica della pittura divisionista, caratterizzata dalla separazione dei colori in singoli punti o linee che interagiscono fra di loro in senso ottico; da parte dei maestri della cosiddetta prima generazione: Segantini, Previati, Morbelli, Pellizza, Nomellini, Longoni, Grubicy.
Come percorrendo le stanze di salotti privati “L’Ottocento in collezione” permette di gettare lo sguardo fra le collezioni del passato, cercando di catturare quel fenomeno sfaccettato e complesso rappresentato dal collezionismo privato, una così ampia parte del mondo dell’arte.
Didascalie immagini
- Giuseppe De Nittis, Tra le spighe del grano, olio su tavola, 33 x 25 cm, collezione privata
- Giovanni Boldini, Il cappellino nuovo (Lina Cavalieri), olio su tavola, 27 x 33 cm, collezione privata
- Guglielmo Ciardi, Laguna, olio su tela, 84 x 132 cm, collezione privata
- Emilio Longoni, La piscinina, olio su tela, 126 x 71 cm, collezione privata
- Giovanni Fattori, Artiglieri sul Lungarno, olio su tela, 40 x 71,5 cm, collezione privata
- Giovanni Segantini, Petalo di rosa, olio e tempera su tela, 64 x 50 cm, collezione privata
IN COPERTINA
Giuseppe De Nittis, Tra le spighe del grano, olio su tavola, 33 x 25 cm, collezione privata
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Dove e quando
Evento: Ottocento in collezione. Dai Macchiaioli a Segantini
- Date : 20 October, 2018 – 24 February, 2019
- Sito web