C’è tempo fino al prossimo 17 aprile per visitare Lotsucht / Scandagliodipendenza, la mostra di Jonas Burgert allestita presso la Sala delle Ciminiere del MAMbo- Museo d’Arte Moderna di Bologna.
La prima personale in Italia dell’artista berlinese, curata da Laura Carlini Fanfogna, ha inaugurato nei giorni di Arte Fiera, ma nel susseguirsi di eventi di uno dei weekend più ricchi di mostre dell’anno, per chi non avesse avuto il tempo di recarsi al Museo o per chi lo avesse fatto rapidamente, vale la pena una visita più approfondita.
Quello che certamente colpisce del lavoro di Burgert sono i colori, le grandi dimensioni e la ricchezza di dettagli che ogni dipinto raccoglie, motivo per cui, una visione sommaria può non essere sufficiente.
All’entrata della mostra, Graufeld (2003), grafite su carta, raccoglie una serie di informazioni, riferimenti alla storia e alla natura e immagini che indubbiamente hanno influenzato l’autore; scandaglia, si potrebbe dire, l’esperienza e il vissuto dell’artista.
Ma se questo primo lavoro appare come un insieme di elementi geometrici, naturali e figure per certi aspetti “escheriane” lo stesso non si può dire degli altri lavori in mostra, oli su tela, dai colori forti e aggressivi che combinati con i soggetti creano delle realtà e dei paesaggi postumani e postnucleari alla Blade Runner come Luft nach Schlag (2012/ 13), licht und nicht und sticht (2014) e Ihr Schon (2016).
Alcuni elementi e dettagli rappresentano comunque un Leitmotiv dell’opera: come la presenza frequente di animali, scacchiere e pattern- Lotsucht (2007), Falle (2010)- ma tutti contestualizzati in scene differenti come se l’artista volesse fornire scorci diversi di una stessa società contaminata e che tende ad abbandonare l’individuo anziché includerlo.
Non a caso i personaggi che popolano le scene dipinte sono sempre caratterizzati da una intrinseca solitudine anche quando la scena è corale.
Siamo quindi tutti soli, in un certo senso, e forse la riflessione è su un modus vivendi che illude l’individuo, travolgendolo in situazioni polifoniche e caotiche, di non essere solo quando poi la realtà è tutt’altro.
Il ruolo dell’artista è quello, appunto, di scandagliare l’universo delle relazioni umane per descriverne le contraddizioni.
Attraversata la grande sala centrale che ospita la mostra si accede ad una sezione dedicata a opere di dimensioni più ridotte, si tratta di primi piani che colpiscono sicuramente per la loro intensità e per essere in certi casi quasi uno “zoom” dei lavori visti precedentemente, dando l’impressione di soffermarsi sullo sguardo e sui volti di alcuni dei personaggi che popolano le scene dipinte.
Oltre alle visioni potenzialmente ambientante in un futuro neanche troppo remoto e ai volti di ipotetici abitanti di mondi non ben definiti, uno spazio notevole è dato ai ritratti di figure femminili, anche questi di grandi dimensioni, che sembrano distaccarsi dal resto del lavoro dell’artista pur mantenendo con esso una connessione, e occupando lo spazio stagliandosi in verticale sulle pareti della sala.
Come se fossero “necessari” a ristabilire l’equilibrio tra Yin e Yang, bene e male, bianco e nero.
Opere come laubt sich (2016), Leugne (2016) o bleibleib (2016), tra le altre, rappresentano questo, da un punto di vista formale e ideale; lo stesso Jonas Burgert, sottolinea infatti il valore della Donna oltre gli archetipi e i ruoli canonizzati, identificando in essa un punto fermo, un elemento di stabilità all’interno della complessità rappresentata nei dipinti.
Per la sua pluralità di letture Lotsucht / Scandagliodipendenza si presta a riflessioni diverse, grazie anche ai tanti riferimenti culturali, storici e iconografici presenti nei lavori, che ogni singolo visitatore può rilevare “scandagliando” le realtà raffigurate nel tele in mostra.
Dettagli Graufeld / Camprigio, 2003 grafite su carta / graphite on paper 320 x 630 cm (L’Artista / The Artist - foto / photo © Lepkowski Studios) Euchmeute / Brancoavoi, 2013 olio su tela / oil on canvas 240 x 300 cm, Collezione privata / Private Collection (L’Artista / The Artist - foto / photo © Lepkowski Studios) bleibleib / restacorpo, 2016 olio su tela / oil on canvas 300 x 220 cm (L’Artista / The Artist - foto / photo © Lepkowski Studios) Feinschaft / Fini legami, 2012 olio su tela / oil on canvas 120 x 100 cm, Collezione privata / Private Collection (L’Artista / The Artist - foto / photo © Lepkowski Studios) laubt sich / si sfoglia, 2016 olio su tela / oil on canvas 300 x 220 cm (L’Artista / The Artist - foto / photo © Lepkowski Studios) licht und nicht und sticht / luce, ombra, traguardo, 2014 olio su tela / oil on canvas 280 x 440 cm (L’Artista / The Artist - foto / photo © Lepkowski Studios) Stückfrass / Corrosione, 2013 olio su tela / oil on canvas 240 x 300 cm (L’Artista / The Artist - foto / photo © Lepkowski Studios)
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