«Quale spettacolo sarebbe più bello del vedere insieme, quasi vive e spiranti,
le immagini di tanti uomini illustri per fama e virtù?»

Così Polibio ricordava l’antico culto degli antenati, delle imagines maiorum, i ritratti votivi che i patrizi romani conservavano nelle loro case. I Barberini avrebbero certamente approvato, poiché una simile esibizione dinastica anima il desiderio di moltiplicare e diffondere i ritratti commemorativi del pontefice e dei suoi parenti, immortalati nel bronzo o scolpiti nel marmo, dipinti o stampati grazie alle cure di artisti altrettanto illustri, primo fra tutti Gian Lorenzo Bernini insieme a Pietro da Cortona, Nicolas Poussin, Guido Reni, Andrea Sacchi, Simon Vouet.

In occasione del quattrocentesimo anniversario dell’elezione di Urbano VIII al soglio di Pietro avvenuta il 29 settembre 1623, è stata realizzata una bella quanto imponente mostra, apice di un lavoro di ricerca durato molti anni. Curata da Maurizia Cicconi, Flaminia Gennari Santori e Sebastian Schütze – realizzata dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica – focalizza su Maffeo Vincenzo Barberini che, insieme ai nipoti, i cardinali Francesco e Antonio e il Principe Taddeo, privilegiò lo strumento dell’egemonia culturale in funzione dell’azione di governo.

L’immagine Sovrana“, con oltre ottanta opere, celebra lo splendore, le complessità e le molte ombre del pontificato più lungo del diciassettesimo secolo, quell’incredibile macchina di propaganda e innovazione artistica creata da Urbano VIII e l’inestricabile intreccio tra politica e cultura al centro di ogni iniziativa messa in campo dal pontefice. Come osserva Flaminia Gennari Santori «All’ombra dei Barberini il cinismo e le ragioni di Stato e di famiglia sono inscindibili da un’autentica e visionaria passione per ogni campo della creazione, dall’architettura alla scienza, dal teatro alle arti visive. È un papato sul viale del tramonto quello di Urbano VIII, che tuttavia mette in atto progetti di grande respiro che avranno enorme influenza sulla cultura europea».

Tra gli obiettivi dell’evento espositivo, evidenziare, seppur in una prospettiva rigorosamente scientifica, la straordinaria rilevanza attuale della visione barberina, e ognuna delle opere selezionate si presta a molteplici letture rivestendo una pluralità di funzioni e significati.
E’ indubbio come il profilo culturale e politico di un papa letterato e poeta seppe incidere sul pensiero filosofico, sul sapere scientifico e sulle arti del Seicento. Durante il suo pontificato, vi fu una congiuntura artistica straordinaria, incoraggiata dallo stesso pontefice che promosse imprese colossali, come il baldacchino di San Pietro di Gian Lorenzo Bernini o l’affresco del grande salone di Palazzo Barberini di Pietro da Cortona.

Per lui il mecenatismo e la promozione delle arti concorsero in modo sostanziale al potenziamento del governo spirituale e temporale della Chiesa, e non solo all’accrescimento del prestigio personale e famigliare. Durante il suo “regno” si impose un nuovo stile, che ebbe immediata diffusione non solo a Roma e in Italia, ma nell’intero scenario europeo: il Barocco nasce a Roma con i Barberini e la mostra riporta a Roma molti capolavori della collezione di famiglia, poi smembrata nei secoli e conservata nei principali musei di tutto il mondo.

Oltre ai capolavori, usati come strumento di fine diplomazia internazionale presso le principali corti europee, i libri, le stampe, gli oggetti, la raffinatissima collezione antiquaria e i grandi arazzi di famiglia concorreranno a far rivivere, in un’occasione irripetibile, i protagonisti dell’epoca. Obiettivo della mostra è anche quello di “restituire al pubblico” le idee dominanti e il funzionamento di un progetto intellettuale straordinariamente ambizioso, che trasformò Roma nella culla e nel luogo di irradiazione della cultura barocca, partendo da Palazzo Barberini come suo centro ideale.

Accompagnano la mostra il catalogo edito da Officina Libraria, un programma di visite e laboratori per singoli, famiglie, scuole e gruppi, modulati secondo la corrispondente fascia d’età, una serie di visite guidate per gruppi e scuole su prenotazione. Calendarizzati anche quattro percorsi guidati in città alla scoperta dei luoghi che furono teatro di opere di costruzione, restauro e risistemazione volute da Urbano VIII.
In occasione della Festa della Musica, il prossimo 21 giugno, un concerto di musica barocca sarà incluso nel costo del biglietto di ingresso (per tutte le attività, informazioni e prenotazioni edu@coopculture.it).

Dettagli

Le sezioni della mostra

Il percorso si articola in dodici sezioni, procedendo dallo Spazio Mostre al piano terra agli spazi più emblematici del museo, come le sale monumentali del piano nobile: Salone Pietro da Cortona, Sala Marmi, Sala del Trono, Sala Paesaggi e alcune sale della collezione permanente.

  1. Piacere e Strategia
    è incentrata sulla figura di
    Maffeo Barberini: sono qui esposti una serie di ritratti e alcune opere documentate nella sua collezione personale che testimoniano il suo essere, già da cardinale, un raffinato cultore delle arti. Tra questi il Sacrificio di Isacco di Caravaggio (Gallerie degli Uffizi); il San Sebastiano nella cloaca Maxima (The J. Paul Getty Museum).
  2. Immaginare la dinastia
    presenta gli altri co-protagonisti del pontificato, in primo luogo i suoi nipoti,
    i cardinali Francesco e Antonio e il principe Taddeo Barberini, che ebbero un ruolo chiave nel plasmare l’ambizioso disegno dello zio. Fra le opere esposte spicca il Ritratto bronzeo di Urbano VIII di Gian Lorenzo Bernini, commissionato dal cardinale Antonio nel 1656, più di dieci anni dopo la morte del Papa e in prestito dalla collezione del Principe Corsini, ove giunse nella seconda metà dell’Ottocento in seguito al matrimonio di Anna Barberini e Tommaso Corsini.
    In questa sezione è esposto il Ritratto di Taddeo Barberini di Andrea Sacchi, in prestito dalla Collezione dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. A conclusione della mostra il dipinto sarà sottoposto a un intervento di restauro a cura del Laboratorio di Restauro del museo.
  3. La Fabbrica dei santi
    illustra le tematiche centrali dell’azione di governo di Urbano VIII, ovvero lo sforzo di riaffermare l’universalismo della Chiesa cattolica attraverso la celebrazione di simboliche figure storiche come Matilde di Canossa, la politica dei processi di canonizzazione e l’attività dell’Istituto di Propaganda Fide, funzionali quest’ultime all’opera di evangelizzazione nei continenti extra-europei. Opera simbolo di questa sezione è  il
    Martirio di Sant’Erasmo di Nicolas Poussin (Musei Vaticani).
  4. Hic Domus
    raccoglie i capolavori della collezione Barberini. Tra questi spiccano alcuni prestiti straordinari: il
    Pan disteso attribuita a Francesco da Sangallo il giovane (Saint Louis Art Museum); la Morte di Germanico di Nicolas Poussin (Minneapolis Institute of Art), una delle più celebri opere del pittore francese commissionata dal cardinale Francesco nel 1626; il Ritratto di Marc’Antonio Pasqualini con Apollo e Marsia di Andrea Sacchi, (The Metropolitan Museum of Art). Dal 4 maggio si è aggiunta la straordinaria Allegoria di Roma di  Valentin de Boulogne in prestito dall’Institutum Romanum Finlandiae, Roma.
  5. Imprese di famiglia
    accoglie opere e oggetti d’arte, libri e stampe che illustrano la creazione di un universo simbolico e allegorico specifico dominato dal sole, dalle api e dall’alloro, introdotti dall’emblematico dipinto
    Allegoria della Pace, omaggio al cardinal Francesco Barberini da parte di Giovan Battista Muti e Charles Mellin.
  6. Cultura antica
    è dedicata alle attività promosse dai Barberini nel recupero dell’arte antica e tardoantica, ben documentata nelle loro collezioni. In mostra la grande tela di Jean Lemaire,
    Anacoreta con l’obelisco Barberini, proveniente dalle collezioni del Museo del Prado. 
  7. Scienza moderna
    testimonia il ruolo fondamentale delle attività di promozione della cultura scientifica svolte dalla famiglia, mostrando come il perseguimento di un sapere di carattere enciclopedico e l’intreccio di curiosità, scienza e sapienza, tipico dell’età di Urbano VIII, abbiano acquisito un significato del tutto peculiare nella prospettiva di autorappresentazione dei Barberini. Emblematica di questa sezione è la celebre opera di Francisco Hernandez, nota come Tesoro Messicano (1649), che riproduce il cosiddetto Drago Barberini. A rappresentare lo straordinario interesse delle grandi famiglie nobiliari per la scienza sarà in mostra
    Tlamachayatl (datato 1534) uno dei rari esempi oggi conosciuti di tessuti piumati mesoamericani, in prestito dal Museo delle Civiltà di Roma.
  8. Tessere la trama
    è riservata agli arazzi realizzati nel corso del Seicento dall’arazzeria Barberini, straordinaria operazione imprenditoriale promossa nel 1625 dal cardinal Francesco Barberini. Nel Salone di Pietro da Cortona sono accostati per la prima volta gli arazzi (conservati in parte ai Musei Vaticani e in larga parte negli Stati Uniti) ai loro cartoni preparatori, appartenenti per lo più alla collezione delle Gallerie Nazionali.
  9. La retorica e la poesia
    dedicata al rapporto del papa e dei suoi nipoti con le istituzioni letterarie, in ricordo delle adunanze accademiche che vi si svolgevano per volontà di Antonio Barberini.  Nella Sala Ovale saranno esposti il 
    Busto di Urbano VIII di Gian Lorenzo Bernini in dialogo con il Busto di Francesco Bracciolini di Giuliano Finelli (Victoria and Albert Museum), mentre nell’attigua Sala Paesaggi verranno presentati i testi chiave della produzione letteraria e panegirica dell’epoca, compresi i Poemata scritti dallo stesso Maffeo Barberini (Biblioteca Apostolica Vaticana) e le Aedes Barberinae (1642) di Girolamo Teti (Biblioteca Casanatense), che celebrano Palazzo Barberini e i suoi capolavori.
  10. Le Api Munifiche
    è dedicata alle opere commissionate dai nipoti del papa e poi inviate come doni diplomatici alle corti di Parigi, Madrid, Londra e Vienna. In casi eccezionali, gli artisti della cerchia barberina eseguono, come favore speciale del papa, opere direttamente per Carlo I ed Enrichetta Maria in Inghilterra, o per il cardinale Richelieu in Francia: emblematico il
    Busto che lo ritrae, opera di Gian Lorenzo Bernini, in prestito dal Musée du Louvre.
  11. Intorno all’alveare
    è dedicata ad alcuni episodi di collezionismo di personaggi del più stretto
    entourage della famiglia Barberini, che occupano ruoli chiave in seno alla Curia e agiscono come moltiplicatori e amplificatori su larga scala delle scelte artistiche e culturali della famiglia papale. In mostra l’Allegoria dell’Intelletto, Volontà e Memoria di Simon Vouet dei Musei Capitolini.  
  12. Il Teatro degli Stupori
    che racconta la dimensione scenografica di Palazzo Barberini, coerentemente con la funzione originaria del luogo, dedicato agli spettacoli teatrali. In mostra alcune testimonianze dei grandiosi eventi “urbani” organizzati dalla famiglia, come l’imponente dipinto
    La Giostra del Saracino, affidata alla regia del fedele Andrea Sacchi o lo scenografico Carosello per l’ingresso di Cristina di Svezia di Pietro Gagliardi (entrambi in prestito dal Museo di Roma, Palazzo Braschi).
    In questa sezione sono esposti due grandi dipinti di Andrea Camassei (1602 – 1649), uno dei maggiori e più assidui interpreti delle strategie mecenatistiche della famiglia: La strage dei Niobidi e Il riposo di Diana.
    Le due tele sono state restaurate appositamente per la mostra.

Didascalie

– immagine 1
Michelangelo Merisi detto Caravaggio,
Ritratto di Maffeo Barberini in veste di protonotario apostolico, circa 1595, olio su tela, 122 x 95 cm.
Firenze, Collezione privata

– immagini da 2 a 6
scatti in alcune delle sale espositive
foto lberto © 2023 Alberto Novelli

Dove e quando

Evento:

Indirizzo: Gallerie Nazionali di Arte Antica - Palazzo Barberini - Via delle Quattro Fontane, 13 - Roma
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Fino al: 30 Luglio, 2023