I tibetani sono gente modesta e tenace.
I loro occhi sono pieni di gentilezza…La bellezza del Tibet sta proprio nella sua gente che vive felicemente e in maniera pacifica, ma in maniera intensa e passionale.
La loro felicità mi commuove, per cui attraverso la mia arte cerco di portare altra gioia alle persone
”.
Han Yuchen

Il Tibet, i suoi abitanti e la sua anima, quel fascino, la sua quiete, le tinte e i paesaggi: tra spettacolari monasteri, altissime montagne, città perdute e una cultura millenaria, a Palazzo Medici Riccardi di Firenze arriva l’arte di Han Yuchen.

Così, da pochi giorni e fino al 28 luglio, proprio in Toscana ha trovato casa la mostra Il regno della purezza. Il Tibet nella pittura di Han Yuchen che racconta quel regno della purezza, conosciuto al mondo per essere luogo di introspezione e di ricerca di candore fisico e spirituale, che viene fuori anche dalle immagini dell’artista cinese Han Yuchen, nel racconto del “suo” Tibet.

Quella regione mistica – che da sempre ha esercitato fascino profondo su Han Yuchen e che lui conosce intimamente in ogni sua parte – è stata la terra che negli ultimi dieci anni l’artista ha attraversato, sia in estate che in inverno, negli altipiani e nelle vallate ai piedi delle montagne più alte del mondo, vivendo in tende, soggiornando con famiglie tibetane e visitandone i pascoli.

Han Yuchen è nato a Jilin nel 1954 e si è formato presso l’Accademia Centrale di Belle Arti di Pechino. Poeta oltre che pittore, si inserisce nella linea tradizionale della pittura d’inchiostri su carta e della calligrafia secondo l’uso antico. Con altrettanta sicurezza, si è impadronito della tecnica più rappresentativa dell’arte occidentale, la pittura a olio, esercitandosi nel ritrarre i compagni di lavoro nel periodo più tormentato della sua vita.
Nonostante il suo talento precoce, circostanze avverse lo hanno tenuto lontano dall’arte, a causa della difficile posizione della famiglia, giudicata “controrivoluzionaria”. Costretto in gioventù a lavorare duramente, Han Yuchen ha avuto successo come imprenditore e questo ha fatto sì che potesse riprendere e dedicarsi con continuità a quella vocazione artistica che maturò fin dalla sua prima visita allo studio del famoso pittore Zhang Wenxin, a Pechino.
Han Yuchen è stato deputato del X, XI e XII Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese ed è anche membro della China Artists Association, oltre che ricercatore nominato dalla China National Academy of Painting, Professore Onorario all’Accademia di Belle Arti Russa.

La mostra di Palazzo Medici Riccardi offre una selezione molto accurata dei suoi quadri, ventiquattro in tutto, che rispecchia solo in parte la sua ampia e varia attività artistica.

La prima personale in Italia dell’artista cinese, è curata da Cristina Acidini, ideata da Xiuzhong Zhang, promossa e realizzata dalla Zhong Art International, con la collaborazione dell’Accademia delle Arti del Disegno e dell’Accademia di Belle Arti di Firenze e con i patrocini della Regione Toscana, del Comune di Firenze, della Città Metropolitana e del Consolato Generale della Repubblica Popolare Cinese in Firenze.

La sua pittura è a olio, materica e fatta di pennellate decise e profonde che riescono a riprodurre con singolare corposità gli abiti spessi e i corpi massici di quegli uomini che sembrano sospesi in un tempo diverso dal nostro.

Allo stesso modo è rappresentato nello stile unico di Yuchen il paesaggio, protagonista al pari degli esseri viventi e al quale l’artista riserva ampie stesure, tenute sottotono con leggerezza.
I dipinti di Yuchen sono strettamente collegati alla sua attività di fotografo, che per mezzo di questo strumento seleziona e prepara le sue inquadrature, collegandosi anche alla sua esperienza di calligrafo per il senso armonioso del ritmo compositivo.

Il fatto che questa mostra si tenga a Firenze non è un caso.
In Toscana infatti il nome stesso del Tibet risveglia gli echi di un interesse appassionato e duraturo che si è espresso e continua a esprimersi nei musei e nelle attività culturali. Nel Settecento, a Pistoia, il gesuita Ippolito Desideri – considerato il primo tibetologo in Occidente – accolto dal sovrano Lajang Khan durante un pionieristico soggiorno da missionario in Tibet, aprì la strada a numerose successive spedizioni italiane.
A Firenze, nella sezione di antropologia ed etnologia del Museo universitario di storia naturale, fondato nel 1869 dall’antropologo Paolo Mantegazza, sono esposti rari oggetti liturgici tibetani mentre nel Gabinetto G. P. Vieusseux esiste un polo straordinario di documentazione fotografica e letteraria sul Tibet, grazie all’archivio di Fosco Maraini, che iniziò nel segno del Tibet la sua attività instancabile di orientalista.

Il regno della purezza. Il Tibet nella pittura di Han Yuchen ci aspetta e chissà che non riesca a far sentire anche noi un po’ più puri.

DIDASCALIE

  1. Gioco del lancio dell¹anello, 2016, olio su tela, 150×300 cm
  2. Sotto il sole, 2015 olio su tela, 150×230 cm
  3. Innocenza infantile, 2015, olio su tela, 180×140 cm
  4. Ai piedi del muro rosso, 2014m olio su tela, 110×100 cm

In copertina
Gioco del lancio dell¹anello, 2016 (particolare)
 

Orario
dalle 10:00 fino alle 18:00
ultimo ingresso alle 17:30
mercoledì chiuso

nfo@zhongart.it
www.zhongart.it

Dove e quando

Evento: Palazzo Medici Riccardi – via Camillo Cavour, 3 – Firenze
  • Fino al: – 28 July, 2019