I musei, le collezioni, le chiese, i palazzi e i siti archeologici sono talmente ricchi di testimonianze artistiche che hanno reso unica e straordinaria la storia dell’Italia. La bellezza è ovunque, disseminata a piene mani in ogni angolo del Paese, ma è fragile. Ha bisogno di impegno e di attenzioni per essere mantenuta, di cure e di restauri per essere salvata e di mani esperte e competenti per essere restituita a tutto il suo splendore quando il tempo, le calamità o l’incuria la insidiano.
Per salvaguardare e ‘restituire’ al Paese i beni artistici e architettonici del patrimonio culturale è da molti anni che un noto istituto bancario ha dato vita a un programma di salvataggio promuovendo e sostenendo il restauro di opere d’arte bisognose di cure, lavorando fianco a fianco con gli enti pubblici preposti alla tutela e individuando un nucleo di opere che versano in condizioni precarie, sostenendo e promuovendone il restauro. Restituzioni è il nome della rassegna che da quasi trenta anni a cadenza biennale presenta al grande pubblico il lavoro realizzato. Quest’anno nella maestosa Reggia di Venaria Reale alle porte di Torino con il titolo “La fragilità della bellezza. Tiziano, Van Dyck, Twombly e altri 200 capolavori restaurati”, saranno ben 212 i manufatti restaurati provenienti quasi tutti da 17 Regioni italiane mentre uno solo, un Bellotto, arriva da Dresda.
Grazie ai curatori scientifici Carlo Bertelli e Giorgio Bonsanti, organizzata in collaborazione con Consorzio Residenze Reali Sabaude l’esposizione è il risultato di un appassionante lavoro realizzato grazie alla collaborazione di più di 40 enti ministeriali, alla competenza di oltre 70 storici dell’arte, all’impegno di oltre 200 restauratori anche del Centro restauro di Venaria. Tante le opere, che si sono avvalse del restauro, coprendo un arco di tempo molto ampio che va dall’antichità al contemporaneo. Perché, diversamente da quanto si possa comunemente pensare, sono bisognosi di intervento e cura una grande varietà di opere e manufatti e non solo le opere del passato, ma anche le opere moderne se non addirittura contemporanee.
Si spazia infatti dagli affreschi della Tomba di Henib, dal Museo Egizio di Torino, o la preziosa Testa di Basilea, dal Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, al Ritratto di Caterina Balbi Durazzo di Anton Van Dyck, che arriva dal Palazzo Reale di Genova, dal San Girolamo penitente di Tiziano, dalla Pinacoteca di Brera al San Daniele nella fossa dei leoni di Pietro da Cortona, dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, fino a opere moderne che vedono lavori di Morandi, Burri e Twombly sotto la lente dei restauratori.
Anche manufatti particolari e curiosi sono oggetto di restauro. Fra la grande varietà colpisce il Mantello Tupinambà, fatto di penne e fibre di cotone, giunto tra XVI e XVII secolo in Italia dal Brasile, oggi conservato nella Pinacoteca Ambrosiana, o il clavicembalo dipinto, dal Museo Nazionale degli Strumenti Musicali di Roma.
All’affascinante e complesso mondo del restauro ci introduce Carlo Bertelli curatore scientifico che nella prefazione del catalogo, spiegando quanto sono veramente poche le opere che hanno attraversato gli anni e a volte i secoli, senza bisogno di una manutenzione, di un restauro e quanti e quali possono esser i tipi di intervento su un’ opera.
I restauratori di oggi sono una sorta di moderni investigatori armati di una sempre più ampia gamma di strumenti e tecnologie. Fino a poco tempo fa non si andava oltre la radiografia e le fotografie ai raggi ultravioletti e infrarossi, i primi mettevano in evidenza ciò che stava in superficie, quello che lo sporco o i ritocchi di altri interventi di restauro precedenti avevano “appoggiato” sul lavoro originario, i secondi penetravano in profondità e svelavano il disegno sottostante alla pittura. Oggi, grazie alla tecnologia più complessa, i grandi laboratori di restauro hanno una gamma di strumenti di guida che rendono possibile andare più a fondo nelle puliture senza “svelare” o “spellare” un dipinto.
Un bell’ esempio di nuova luce regalata dal moderno restauro – sempre citato da Carlo Bertelli – è dato dalla storia di due opere importanti come il San Gerolamo penitente di Tiziano a Brera, la Madonna con il Bambino di Jacopo Bellini a Lovere. Opere conservate e restaurate nel tempo con ogni cura, ma “offuscate” dalle vernici e da vecchi ritocchi, mai rimossi per prudenza, ma che alla fine gravavano e compromettevano la stabilità, ora liberate e consolidate grazie alle nuove tecniche.
E cosa dire della scansione in 3 D? Nel caso di un capolavoro di Vincenzo Foppa, una piccola tavola con i tre crocefissi della pinacoteca dell’Accademia Carrara di Bergamo, la scansione ha guidato millimetro per millimetro la mano del restauratore nell’attentissimo lavoro di demolizione integrazione ottocentesca che occupava tutta la parte inferiore del dipinto, riportando alla luce la magia della pittura originale. Oltre alla visita alla mostra “La fragilità della Bellezza” sarà tutta da gustare anche quella dei maestosi spazi e giardini della Reggia della Venaria Reale cogliendo la possibilità, durante tutto il periodo della mostra, di incontri, percorsi guidati per le scuole e visite accompagnate dai restauratori.
Didascalie immagini
- Anton van Dyck (Anversa, 1559 – Londra, 1641), Ritratto di Caterina Balbi Durazzo, 1624 Olio su tela , (particolare), Genova, Palazzo Reale
- Testa maschile barbata, cosiddetta “Testa di Basilea”, 460-450 a.C. Bronzo, Reggio Calabria, Museo Archeologico Nazionale,
- Manifattura romana (?), Clavicembalo prima del restauro Prima metà del XVII secolo, Crediti Giuliano Parente Roma
- Taddeo di Bartolo (Siena, 1362 circa – 1422), La Madonna “Belverde”, 1405 circa, Tempera su fondo oro su tavola Prima e dopo il restauro, Siena, Basilica di S. Maria dei Servi
- Alberto Burri (Città di Castello, 1915 – Nizza 1995), Nero, Bianco, Nero, 1955 Prima del restauro, Crediti Silvio Scafoletti (GNAM), Copyright Fondazione Burri
IN COPERTINA
Anton van Dyck (Anversa, 1559 – Londra, 1641), Ritratto di Caterina Balbi Durazzo, 1624 Olio su tela , (particolare), Genova, Palazzo Reale
[particolare]
Dove e quando
Evento: La fragilità della bellezza. Tiziano, Van Dyck, Twombly e altri 200 capolavori restaurati
- Fino al: – 16 September, 2018
- Sito web