Tutto comincia con un viaggio intercontinentale, quello che nel 1938 porta il produttore cinematografico di San Pietroburgo Jacques Gelman ad abbandonare il suo lavoro in Europa per trasferirsi in Messico, un viaggio che rivoluzionerà non solo la sua vita ma che influirà anche sulla documentazione dell’arte messicana del ventesimo secolo.
1 angel zarraga ritratto di jacques gelman 1945
Questo brevissimo preambolo serve a non dare nulla per scontato, a non illudersi che la mostra di Palazzo Albergati La Collezione Gelman: Arte Messicana del XX secolo. Frida Kalho, Diego Rivera, Rufino Tamayo, Maria Izquierdo, David Alfaro Siqueiros, Angel Zarraga – a cura di Gioia Mori e prodotta da Arthemisia Group in collaborazione con l’Instituto Nacional de Bellas Artes e il patrocinio del Comune di Bologna – abbia una sola chiave di lettura, ovvero quella legata al focus su alcuni artisti messicani del Novecento.
2 diego rivera ritratto di natasha gelman 1943
Sebbene la collezione Gelman, nata nel 1941, sia composta da dipinti dei maggiori esponenti del panorama dell’epoca quali Maria Izquierdo, David Alfaro Siqueiros, Rufino Tamayo e Angel Zarraga, le opere in mostra aprono finestre su tematiche che vanno dalla politica alla storia sociale; dal rapporto tra l’arte messicana e quella europea, fino al dialogo, umano, emotivo e artistico tra Frida Kalho e Diego Rivera.
3 rufino tamayo ritratto di natasha gelman 1948
Tutto comincia, ancora una volta, con una serie di ritratti, che Gelman commissiona per se e per la moglie Natasha ad alcuni artisti tra cui Angel Zarraga e Rufino Tamayo; ma anche a Diego e Frida. Già nelle opere delle prime sale è evidente quanto sia spiccata la differenza di sensibilità tra i due coniugi artisti: se Diego raffigura Natasha Gelman in una tela di grandi dimensioni e circondata dalle calle, Frida preferisce rappresentarla in un quadro di dimensioni più ridotte, accuratissimo nei dettagli del trucco e dei capelli, tanto da farla apparire una star del cinema.
4 david alfaro siqueiros siqueiros por siqueiros 1930
Sicuramente una visone diversa, più intima quella di lei, più sontuosa quella di lui, abituato, in quanto riconosciuto e acclamato muralista, a parlare alle masse attraverso i suoi murales, con un linguaggio diretto e accessibile a tutti.
Assieme a Rivera anche David Alfaro Siqueiros, di cui in mostra è presente un autoritratto datato 1930, rappresenta, in quanto famoso muralista, questa visione dell’arte come medium di comunicazione inclusiva e trasversale.
Nello stesso periodo altri artisti rappresentavano, secondo i collezionisti e mecenati russi, il panorama locale, tra questi Rufino Tamayo, che raffigura, in uno dei suoi quadri, il comico Fortino Mario Alfonso Moreno Reyes detto Cantinflas, con cui il produttore cinematografico collaborava e che era arrivato a rappresentare, con il suo personaggio, uno dei volti del Messico Nuovo e della rinascita postrivoluzionaria.
5 maria izquierdo scena circense con gitana 1940
Oltre a Frida Kalho, un’altra donna si vede protagonista dello stesso circuito, si tratta di Maria Izquierdo, prima donna messicana, peraltro, ad esporre negli Stati Uniti. Dell’artista sono tipiche le tematiche circensi, da cui trapela una malinconia polverosa e onirica come in Scena circense con gitana del 1940.
 Mentre alcuni dei pittori in questione potevano essere avvicinati ad una figuratività “surrealista”, Diego Rivera appare più vicino alla propria realtà territoriale e all’esaltazione dell’identità nazionale. Come accade in Girasoli, Venditore di Calle (entrambi datati 1943) e Paesaggio con cactus (1931) sia sulle grandi superfici che in dimensioni più ridotte, nelle opere di Rivera è presente un legame con la tradizione, che rappresenta forse uno dei motivi per cui l’artista sarà apprezzato anche in Europa e Stati Uniti.
6 diego rivera paesaggio con cactus 1931
Cambia il tema tra il primo e il secondo piano della mostra, ma anche, come dicevamo prima, cambia il messaggio che l’artista vuole trasmettere. Questo perché il secondo piano è dedicato a Frida Kalho, indagando l’artista, la donna, la “signora dell’arte messicana”, la Signora Rivera. 
Questa sezione è per questo motivo suddivisa in diversi focus tematici. Partendo da una serie di scatti di Edward Weston, Guillermo Davila, Leo Matiz e Nickolas Muray che mettono il luce la sua disinvoltura davanti all’obiettivo e la sua capacità di manifestarsi solare e sorridente che, tanto autentica quanto sofferente e malinconica, mostra in foto e negli autoritratti tutti i lati della sua personalità.
7 diego rivera girasoli 1943
La spiritualità, il passato drammatico e l’attaccamento alla terra sono elementi determinanti di tutte le opere della pittrice. Svelando in autoritratti come quelli in mostra, l’anima e il corpo, e palesando la complessità del rapporto con se stessa e con il marito, come rende assolutamente chiaro il dipinto del 1949 L’amoroso abbraccio dell’universo, la terra (Messico), io, Diego e il signor Xoloti che li raffigura entrambi in un contesto visionario e immaginifico. Qui l’autoritratto fa riferimento all’impossibile maternità, al legame con la terra e alla relazione karmica con il – per due volte – marito che sebbene sia rappresentato come un bambino tra le braccia della madre (Frida) presenta sulla fronte il terzo occhio, simbolo di conoscenza e illuminazione.
8 frida kahlo l amoroso abbraccio dell universo io diego e signor xolotl 1949
La natura, in forma mistica o “biologica” è una costante del lavoro della pittrice, “biologa naturalista” che non ha mai nascosto il desiderio profondo di essere un medico e la fascinazione per l’anatomia che spesso è parte integrante delle opere. Cuori, vene, ossa, scheletri, parte della simbologia messicana degli ex voto, del legame con la natura e del tradizionale Dia de Los Muertos si uniscono alla storia individuale dell’artista e la affiancano come dei compagni di viaggio così come gli animali che raffigura e che accudisce anche nella vita reale.
Una parte della mostra è anche dedicata all’inconfondibile stile della donna, alla sua stanza nella Casa Azul a Coyoacán e agli abiti che indossava che ancora oggi ispirano stilisti come Gianfranco Ferrè, Valentino, Marras e Jean Paul Gaultier.
9 frida kahlo autoritratto con scimmie 1943
Al di la dell’icona, che innegabilmente rappresenta, quello che va sottolineato e che emerge dalla mostra è che l’identità di Frida Kalho non è attribuibile ad una corrente o ad uno stile. Avvicinata ai surrealisti, infatti, è lei stessa, con il suo lavoro, ad opporre la propria poetica a questa etichetta; lontana anche al “messicanismo” del marito e di alcuni suoi contemporanei, Frida impersona la femminilità e la spontaneità nell’arte e nella vita, riconosciuta anche dai suoi studenti della Scuola Esmeralda.
In lei le origini europee e indie radicano sia rigore che spontaneità e naturalezza e confluiscono spesso in un solo quadro, con le sue forze e le sue debolezze.
10 frida kahlo autoritratto come tehuana o diego nei miei pensieri 1943
Come nell’autoritratto che conclude la mostra Autoritratto come Tehuana (o Diego nei miei pensieri) del 1943 in cui Frida si raffigura con abiti tradizionali delle donne Tehuane famose per l’indipendenza, il potere e il ruolo ricoperto nella società; l’abito copre tutta la figura eccetto il volto e la fronte, su cui è ritratto Diego Rivera, come a voler sottolineare l’indissolubilità del rapporto che va ben oltre qualsiasi manifestazione di forza.
Con questo si chiude il percorso e in questo lavoro si manifesta la complessità dell’artista che non teme di svelarsi nel suo lavoro.

Dettagli

Catalogo Skira

Frida Kahlo, Autoritratto come Tehuana, (o Diego nei miei pensieri), 1943, particolare Angel Zarraga, Ritratto di Jacques Gelman, 1945, Diego Rivera, Ritratto di Natasha Gelman, 1943, Olio su tela, 115×153 cm, Rufino Tamayo, Ritratto di Natasha Gelman, 1948, David Alfaro Siqueiros, Siqueiros por Siqueiros, 1930, Maria Izquierdo, Scena circense con gitana, 1940, Diego Rivera, Paesaggio con cactus, 1931, Diego Rivera, Girasoli, 1943, Frida Kahlo, L’amoroso abbraccio dell’universo, la terra (Messico), io, Diego e il signor Xolotl, 1949, Frida Kahlo, Autoritratto con scimmie, 1943, Frida Kahlo, Autoritratto come Tehuana, (o Diego nei miei pensieri), 1943,

Dove e quando

Evento: La Collezione Gelman: arte messicana del XX secolo

Indirizzo:
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Date: 19 Novembre, 2016 - 26 Marzo, 2017