All’interno della ricca selezione di eventi che in tutta la penisola ne celebrano l’anniversario dei cinquecento anni dalla morte e che indagano i diversi aspetti dell’arte e del pensiero del genio vinciano, il 6 giugno è stata inaugurata al Museo Galileo di Firenze “Leonardo e i suoi libri. La biblioteca del Genio Universale”, una mostra che porta alle origini delle letture e degli studi che poi lo stesso Leonardo condusse e approfondì, e che lo resero un genio assoluto nei vari campi dello scibile artistico.
Un percorso innovativo e d’indagine che punta alla ricostruzione più veritiera e scientifica possibile di quella che fu la sua biblioteca personale che – attraverso una scansione cronologica – racconta l’incontro di Leonardo con il mondo dei libri e della parola scritta, il tutto incorniciato all’interno di una visione del mondo dove vigeva ancora l’unità del sapere, ben lontano dalla più moderna specializzazione delle arti.

Anche se nell’immaginario comune Leonardo rappresenta l’inventore, l’artista, lo scienziato d’ingegno e massimo talento rinascimentale, appare abbastanza naturale quanto il suo essere “genio” potesse anche non bastare se non supportato da un attivo dialogo con altri autori, a lui coevi o del passato, o da letture su argomenti più disparati che andassero oltre il diretto insegnamento della maestra Natura.
E proprio al Museo Galileo si cerca di dar conto, attraverso anche i suoi manoscritti, di quanto Leonardo fosse tutt’altro che un “omo sanza lettere”, ma anzi un appassionato lettore, cacciatore e collezionista di libri. Accanto a preziosi volumi presenti negli elenchi vergati da Leonardo, la mostra si avvale di applicazioni multimediali che permettono al visitatore di sfogliare i testi che furono da ispirazione a Leonardo e di individuare i passi dei Codici vinciani dove si fa espressa dichiarazione del loro utilizzo.
Dall’esposizione emerge – anche grazie alla ricostruzione dello studio dell’artista, completo di strumenti di scrittura e da disegno – la figura di un Leonardo mai inoperoso nella sua attività di lettura, bensì attento didatta che, verso gli scritti di altri autori, sviluppa un atteggiamento puntuale che lo accompagnerà per tutto il resto della sua vita e lo porterà a collezionare oltre duecento tra manoscritti e pubblicazioni.

Questa esposizione vuole quindi quasi sfatare il mito di quel Leonardo avvolto dal mistero, il genio solitario precursore della scienza e della tecnologia moderna. Tornando sui suoi manoscritti, infatti, si scopre la continua tensione dell’artista verso la conoscenza che – se da un lato è dominata dallo studio della Natura e dall’esperienza diretta dei fenomeni naturali – passa attraverso l’analisi della cultura del suo tempo e quindi attraverso il mezzo di comunicazione per eccellenza: il libro.
Tra gli scritti più importanti che Leonardo utilizzerà dagli anni giovanili fino alla fine della sua vita, la Divina Commedia di Dante per la sua valenza filosofico-scientifica e la Storia Naturale di Plinio il Vecchio, compendio enciclopedico di scienze naturali. Ma la prima e certa attestazione delle sue letture si trova nel foglio 195r-v del Codice Atlantico dove sono presenti alcune citazioni delle Pìstole di Luca Pulci, del Trionfo d’Amore di Francesco Petrarca e delle mitologiche Metamorfosi di Ovidio.

Lo scopo del curatore Carlo Vecce e di Paolo Galluzzi, Direttore del Museo Galileo, è stato quindi quello di ricostruire quella straordinaria biblioteca che lo stesso Leonardo riuscì a creare anche attraverso i suoi numerosi viaggi tra Italia e Francia, nei quali i libri assurgevano a fedeli compagni di viaggio.
Una raccolta di testi che rappresenta uno degli aspetti meno conosciuti del laboratorio vinciano proprio perché andata perduta alla sua morte: tra tutti quelli che probabilmente ha posseduto, solo un esemplare è stato finora identificato e si tratta del Trattato di architettura e macchine di Francesco di Giorgio Martini conservato nella Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze e che presenta dodici postille autografe.
Come in un tuffo nel privato di Leonardo, accanto a documenti della famiglia Da Vinci, si riunisce un corpus letterario che crebbe nel tempo evolvendo anche per contenuti e riflettendosi nelle varie fasi del suo lavoro: dall’indagine della Natura si passa all’idraulica, alla meccanica, alla matematica e ciò è accompagnato, di volta in volta, dalla comparsa di nuovi testi che approfondiscono la tematica da lui affrontata.

Più avanti negli anni l’attenzione di Leonardo si sposta verso autori di testi che trattano di architettura, ingegneria, meccanica e matematica come Vitruvio e Archimede che venivano riscoperti esattamente in quell’epoca e in mostra ne è testimone un eccezionale manoscritto autografo di Piero della Francesca con le opere dell’inventore siracusano.
È nel capoluogo lombardo (intorno al 1495) che il Maestro comincia a comprare i libri a stampa e incunaboli, quasi tutti in volgare, di letteratura e linguistica.
Nel Codice Trivulziano (raccolta di disegni e scritti attualmente conservata al Castello Sforzesco di Milano) Leonardo trascrive parzialmente testi di Pulci, Valturio e Bracciolini insieme a un breve elenco di libri da acquistare o da leggere: “Donato/lapidario/Plinio/abaco/Morgante”.
Si tratta di veloci e sommari appunti stesi magari prima di una partenza, liste di testi da comprare o prendere in prestito con indicazione delle biblioteche o dei «cartolari» presso cui trovarli o degli amici che li possiedono.
Ma siamo a Firenze quando sui primi fogli del Codice di Madrid II il Maestro vinciano stila la sua più ampia lista di libri che abbia redatto, elencando centosedici volumi preceduti da un semplice “richordo de’ libri ch’io lascio serrati nel cassone”: dalle grammatiche latine ai manuali di stile e retorica; dai vocabolari di latino ai libri di trattazione religiosa; dai testi scientifici e filosofici a quelli di medicina e astrologia.

Un vero e proprio censimento a partire dal quale – attraverso il contributo di un nutrito panel di studiosi internazionali – al Museo Galileo di Firenze è stato possibile dar vita a un progetto espositivo unico nel suo genere e non solo.
Il programma di ricerca e ricostruzione virtuale della mitica biblioteca leonardesca ha, infatti, anche il fine di una digitalizzazione completa di tutti i testi di Leonardo, a breve disponibili su una piattaforma online, che consentirà non solo di consultare libri e testi sui quali studiò il genio vinciano, ma anche di collegarli alle pagine dei suoi stessi manoscritti. Il tutto sarà accessibile sia ai grandi studiosi ma anche al pubblico più vasto e desideroso di avvicinarsi al mondo di Leonardo.
La mostra, visitabile fino al 22 settembre, è realizzata in collaborazione con la Commissione per l’Edizione Nazionale dei Manoscritti e dei Disegni di Leonardo da Vinci, Accademia Nazionale dei Lincei e Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.

Didascalie immagini

  1. Leonardo da Vinci, Lista di libri, 1495 circa, Codice Atlantico, f. 559r, Biblioteca Ambrosiana, Milano
  2. Dante Alighieri, Commedia, Commento di Cristoforo Landino, Niccolò di Lorenzo della Magna, Firenze, 1481, Biblioteca Nazionale Centrale, f. a1r, Firenze
  3. Benedetto da Firenze, Trattato d’abacho, 1480 circa, Biblioteca Medicea Laurenziana, f. 10v, Firenze
  4. Giacomo Filippo Foresti, Cronicha de tuto el monde vulgare, Bernardino Rizzo da Novara, Venezia, 1491, Biblioteca Nazionale Centrale, f. a1r, Firenze
  5. Luca Pacioli, Summa di arithmetica geometria proportioni e proportionalità, Paganino de’ Paganini, Venezia, 1494, Biblioteca Nazionale Centrale, f. 82r, Firenze

IN COPERTINA
Giacomo Filippo Foresti, Cronicha de tuto el monde vulgare, Bernardino Rizzo da Novara, Venezia, 1491
Biblioteca Nazionale Centrale, f. a1r, Firenze
[particolare]

Dove e quando

Evento: Museo della Scienza Galileo Galilei, piazza dei Giudici – Firenze
  • Fino al: – 22 September, 2019
  • Sito web