A Milano, Palazzo Reale ospita, fino al 21 gennaio 2024, la prima personale italiana di Jimmy Nelson, tra i fotografi maggiormente coinvolgenti dello scenario contemporaneo, che celebra la diversità culturale incontrata nei suoi viaggi a contatto con le miriadi di comunità della Papua Occidentale, del Tibet, dell’Africa, della Siberia, del Bhutan o di altre zone del pianeta.

Humanity, curata da Nicolas Ballario e Federica Crivellaro, presenta sessantacinque scatti di grandi dimensioni (alcuni di due metri per tre), appartenenti ai cicli più famosi della sua produzione e ne documenta l’evoluzione creativa invitando lo spettatore a vedere il mondo attraverso una diversa prospettiva, incoraggiandolo ad accogliere e apprezzare la bellezza intrinseca di tutti, come parte integrante della grande famiglia umana.

Britannico, classe 1967, nato a Sevenoaks nel Kent, Nelson ha trascorso l’infanzia in Africa, Asia e Sud America viaggiando con il padre geologo, inizialmente è stato attratto dalle culture indigene come custodi di antiche saggezze, esempi di resilienza e di radicamento. Nel corso degli anni ha compreso quanto il suo lavoro potesse mettere in discussione e dissipare i preconcetti che classificavano queste etnie e ha trascorso la vita viaggiando, fotografando alcune delle culture indigene più a rischio di scomparsa, cercando di far emergere le loro emozioni nel racconto di usi e i costumi tradizionali che si sono preservati in un pianeta sempre più globalizzato.

I ritratti sono divenuti, infatti, la cifra più coinvolgente del suo lavoro. Nei lunghi soggiorni nelle zone più remote della terra, ha stabilito un profondo legame con le persone che vi abitano, prestando meticolosa attenzione alle caratteristiche culturali delle comunità che ritrae, enfatizzando l’unicità e la bellezza di ognuna. Le sue composizioni sono sinfonie visive, dove l’elemento umano è armonizzato con l’ambiente naturale. Le sue immagini ritraggono di frequente membri anziani delle comunità, i cui volti portano i segni del tempo e di una vita di esperienze, come nel ritratto dell’anziana signora Inuit.

Inoltre, dal punto di vista artistico, afferma di rimanere “affascinato dall’estetica delle popolazioni indigene. I loro indumenti vivaci, l’artigianato sofisticato e i paesaggi mozzafiato mi offrono un ricco arazzo visivo per catturare bellezza attraverso il mio obiettivo. Credo fermamente nel potere trasformativo della bellezza. Ho testimoniato di persona come riconoscere e celebrare la bellezza possa portare a cambiamenti positivi negli individui e nelle comunità. Quando le persone sono incoraggiate ad abbracciare le proprie identità e valori unici, diventano più sicure e appagate e si genera un effetto a catena di trasformazione positiva nelle loro vite.

Numerosi ritratti mettono in evidenza la forza e la bellezza delle donne, come quello della ragazza kazaka, potente simbolo di emancipazione femminile. I suoi scatti testimoniano come anche nei riti tradizionalmente maschili, ad esempio la caccia con l’aquila, le donne stiano rompendo le barriere di genere.
Federica Crivellaro, fa poi notare: “Un altro aspetto della fotografia di Jimmy Nelson è la rappresentazione delle persone in movimento, impegnate in rituali, che suonano strumenti musicali, che si arrampicano su rocce o cavalcano cavalli. Queste immagini non solo offrono uno sguardo sulle culture e sulle modalità di vita dei soggetti, ma servono anche a immergere lo spettatore in una cultura diversa in modo prudente e rispettoso. L’intenzione è quella di illustrare l’influenza dinamica di fattori esterni, come la globalizzazione, la tecnologia e la cultura popolare, sulle società tradizionali e sulle loro identità in evoluzione.

Piuttosto che documentare le culture da una prospettiva etnografica, il suo focus è quello di mostrare la loro vivace contemporaneità e l’interazione tra tradizione e modernità. Ne è un esempio l’immagine che ritrae un gruppo di Dani della Papua Occidentale, che cammina verso lo spettatore indossando occhiali da sole e una combinazione di oggetti tradizionali e non, tra cui un diploma incorniciato legato al braccio, esemplificando l’incorporazione di elementi non tradizionali accanto all’abbigliamento tipico.”

Un ulteriore aspetto fondante della sua opera è il rapporto che lega l’umanità alla natura e agli sfondi, siano essi valli, montagne, pianure o corsi d’acqua, avvolgono le persone ritratte così da far loro trasmettere un senso di profondo rispetto, quasi una reverenza per la natura diventando, nelle immagini del fotografo, simboli della difesa dell’ambiente e comunicando l’importanza di pratiche sostenibili per la conservazione dell’eco sistema.

Spesso gli scatti di grande formato raffigurano gruppi di persone riunite, in piedi accanto o sopra alberi alti e saldamente radicati a simboleggiare forza e stabilità, sfondo ideale per far riecheggiare l’orgoglio e la fiducia delle persone che posano per il suo obiettivo. Opere che richiedono una non comune abilità tecnica unita a uno spiccato esercizio di pazienza per tali scene corali, dove è indispensabile il coordinamento di una moltitudine di persone, molte delle quali poco avvezze alla macchina fotografica, che devono rimanere immobili per alcuni secondi.

Una perfezione stilistica frutto di lunga ricerca e sperimentazione e, prendendo a esempio due maestri come Richard Avedon e Irving Penn, Jimmy Nelson si avvicina ai suoi soggetti, prestando attenzione ai dettagli, utilizzando esclusivamente la luce naturale e dedicandosi a manifestare l’autentica essenza delle culture che incontra.

Dopo lunga sperimentazione con la fotografia analogica, l’artista ha cominciato a utilizzare un banco ottico di grande formato (10×8) in titanio, per poterlo trasportare con facilità – anch’esso esposto a Palazzo Reale – che gli garantisce una qualità d’immagine e una risoluzione eccezionali. Questo ha segnato una tappa significativa nella sua evoluzione artistica, avvicinandolo al processo di creazione di immagini che assomigliano a dipinti. Una selezione di questa serie di fotografie 10×8 è esposta per la prima volta al pubblico.

Dettagli

“Humanity” è promossa da Comune Milano – Cultura, prodotta da Palazzo Reale e Skira Editore, in collaborazione con la Jimmy Nelson Foundation. Accompagna la rassegna un documentato catalogo, uno scrigno di immagini straordinarie da conservare.

Orario apertura

Martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica
10:00 -19:30
Giovedì 10:00 – 22:30
(la biglietteria chiude sempre un’ora prima)
Lunedì chiuso

Didascalie immagini Jimmy Nelson

  1. Marquesans, Hakahau, Mount Oave, Ua Pou, The Marquesans Island, French Polynesia, 2016
    © Jimmy Nelson B.V.
  2. Kazakh, Bayan-Ölgii, Mongolia, 2011
    © Jimmy Nelson B.V.
  3. Maori, Gisborne Festival, North Island, New Zealand, 2011
    © Jimmy Nelson B.V.
  4. Wodaabe, Sudosukai clan, Gerewol festival, Chad, 2016
    © Jimmy Nelson B.V.
  5. Kazakh, Bayan-Ölgii, Mongolia, 2017
    © Jimmy Nelson B.V.
  6. Marquesans, Atuona, Hiva Oa, Marquesans Islands, 2016
    © Jimmy Nelson B.V.
  7. Maasai, Sarbore, Serengeti, Tanzania, 2010
    © Jimmy Nelson B.V.
  8. Himba, Hartmann Valley Serra Cafema, Namibia, 2011
    © Jimmy Nelson B.V.
  9. Jimmy Nelson with the Huli Wigmen
    © Jimmy Nelson B.V.
  10. Chukchi, Chukotka, Siberia, Russia, 2012
    © Jimmy Nelson B.V.

 

Dove e quando

Evento:

Indirizzo: Palazzo Reale - piazza Duomo - Milano
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Fino al: 21 Gennaio, 2024