Arthemisia prosegue nella nuova proposta di grandi mostre dedicate agli artisti contemporanei e, a Bologna, Palazzo Albergati accoglie le opere più provocatorie, anticonformiste e rivoluzionarie del nostro tempo con la mostra “Jago, Banksy, TvBoy e altre storie controcorrente” che ruota intorno ai tre artisti tra i più discussi, e amati, degli ultimi anni.

Curato da Piernicola Maria Di Iorio, sessanta opere in un percorso unico e sorprendente alla scoperta degli “enfants terribles” dove si raccontano alcune delle storie estreme e trasgressive della public art italiana e internazionale, proprio mettendo in dialogo il misterioso artista inglese e i più influenti artisti italiani del momento.

A questi tre nuclei si uniscono poi molte opere di varie generazioni di artisti che da loro hanno preso ispirazione e spunto, o che semplicemente si inseriscono nel percorso “controcorrente” che li caratterizza: da Obey – in mostra con il celebre manifesto Hope, realizzato nel 2008 per sostenere la campagna presidenziale di Barak Obama – a Mr. Brainwash (di cui, tra gli altri, un esemplare della sua Mona Linesa), da Ravo e La ragazza con l’orecchino di perla a Laika e il suo celeberrimo Not this “game” fino a Pau con la sua serie delle Santa Suerte.

Con il risultato di un panorama esaustivo e provocatorio sull’arte dei nostri giorni, la mostra è divisa in quattro sezioni per agevolare il visitatore a cogliere le corrispondenze esistenti tra i diversi orientamenti nell’elaborazione delle tendenze legate all’arte e alla street art europea che, in questo momento, è un punto di riferimento internazionale.

Di Iori, nel catalogo edito da Skira, scrive: «Lo scambio in controcorrente è il meccanismo mediante il quale una proprietà di un fluido, per esempio calore, oppure energia elettrica, viene trasferita da un fluido all’altro che scorre nella direzione opposta. In questa mostra correnti stilistiche visivamente diverse sebbene apparentemente opposte divengono un unicum.

Un accostamento, seppur occasionale come in questo caso, capace di creare un legame cruciale di un’opera con il suo contrappeso. Come gemelli non identici, le caratteristiche individuali distintive delle opere in mostra presentano una connessione embrionale, consanguinea, stabilita al momento del concepimento e mantenuta durante l’evoluzione del lavoro. Il percorso espositivo – viaggio ideale tra le sculture di Jago e i lavori più iconici di Banksy e TvBoy – ci porta a vedere dall’interno un processo creativo che ha generato nell’arte attuale uno stravolgimento di dogmi e rituali.
Con la loro arte entriamo in una dimensione deldiverso, dove vengono costruite cronache e mondi alternativi capaci di costruire un nuovo ordine».

Pertanto, considerando la comprensione della “corrente” in riferimento all’arte di oggi e ai suoi rimandi alla realtà, la mostra propone di focalizzare sull’osservazione, e la comprensione, delle attuali realtà di cambiamento, interruzione con schemi del passato e nuove reazioni, simboliche e talvolta evocative rispetto a quello che viviamo.

Il Curatore, prosegue: «Jago, TvBoy, Banksy e tutti gli artisti, delfini dell’anonimo capostipite di Bristol, hanno creato una rottura con i riferimenti classici del mondo dell’arte e della sua fruizione, rifiutando di entrare a far parte di un sistema chiuso ed escludente. Ironia della sorte, questi artisti ribelli con le loro opere e la narrazione che li identifica, sono diventati molto ricercati e attualmente sempre più centrali nell’interesse del pubblico e dai musei e centri d’arte contemporanea».

Proprio attraverso le rappresentazioni ideali di questi artisti, si moltiplicano le possibilità di nuovi confronti con la realtà e vengono reinventate, e visualizzate, immagini che ci portano verso una discussione nuova sul potere e sulle odierne e controverse realtà politiche sociali e culturali.