Con la naturalezza e la sincerità spesso si compiono rivoluzioni senza averne avuta l’intenzione.
Christian Dior

Con oltre trecentomila scatti, l’Archivio Cameraphoto, costituisce un racconto visivo di Venezia, iniziato nel 1947, e frutto del fotogiornalismo di Dino Jarach e dei suoi collaboratori. Un patrimonio che il Ministero per i beni e le attività culturali nel 2014 decise di tutelare e ora può essere ammirato dal pubblico attraverso questa prima selezione dedicata al rapporto fra Venezia e un maestro della moda, Christian Dior (Granville, 21 gennaio 1905 – Montecatini Terme, 24 ottobre 1957). La città della Serenissima non era solo la sede di appuntamenti espositivi fondamentali come la Biennale, ma anche meta per artisti e collezionisti per l’immenso patrimonio artistico dove, ai suoi abitanti, si mescolavano i personaggi e gli eventi dell’arte, del cinema e della mondanità.

In quel 1947 avvenne anche la sfilata parigina in cui Dior rivoluzionò la moda con il suo “New Look”  sviluppato poi nella linea “Naturelle” che presentò nel 1951 a Venezia  e, complice Jarach, anche negli spazi urbani. La ripresa fotografica fissò così il dialogo tra le forme degli abiti, i disegni dei tessuti e le colonne, le superfici, i colori e le venature dei materiali, i riflessi dell’acqua della città. Quel 1951 fu un anno magico e le donne del Pianeta non solo ammirarono le proposte del sarto più popolare del momento, ma, il 3 settembre, si celebrò a Palazzo Labia il “Ballo del Secolo”, quel Bal Oriental voluto da Don Carlos de Beistegui y de Yturbe, capace di far arrivare in laguna un migliaio di protagonisti del jet set

Per “Intramontabili eleganze. Dior a Venezia nell’Archivio Cameraphoto” Pavan ha selezionato quaranta immagini della collezione. In quegli anni, ogni sfilata presentava poco meno di duecento modelli, attentamente calibrati tra capi facilmente vestibili e altri più impegnativi. Christian Dior era il nume tutelare della moda di quel dopoguerra e si valuta che solo per vedere (e acquistare) le sue proposte sorvolassero l’Oceano, ogni anno, almeno venticinquemila mila persone. Ogni suo cambiamento di linea – e ogni stagione ne imponeva uno –  veniva accolto con entusiasmo o con critiche feroci, a seconda se si appartenesse al suo “clan” o a intessi contrapposti.

In ogni caso, nessuna donna che volesse essere alla moda poteva ignorare i dettami del couturier parigino di Avenue Montaigne, una maison che, nata da appena cinque anni, impegnava già oltre un migliaio di collaboratori. Il suo new look si evolveva stagione dopo stagione e, come documentano le immagini esposte a Villa Pisani, la donna non poteva che vestire in “Ovale”: spalle arrotondate e maniche a raglan, tessuti modellati sino a diventare una seconda pelle. Complemento indispensabile, il cappellino, per cui Dior si ispirò, quell’anno, ai copricapi dei coolies cinesi.

Per l’autunno, creò invece la linea “Princesse” in cui la vita dava l’illusione di estendersi sino a sotto il seno e, nelle immagini di Cameraphoto, le bellissime modelle appaiono fra canali, chiese e palazzi che non sono mai un puro sfondo, ma protagonisti alla pari delle creazioni del grande sarto.

Il secondo nucleo della mostra è dedicato al Gran Ballo di Palazzo Labia, come detto, l’evento mondano del secolo. Per quel mitico 3 settembre a Venezia giunse tutto il bel mondo. L’invito di don Carlos, popolarmente indicato come Il Conte di Montecristo, raggiunse mille persone per un ballo in maschera che impegnò Dior, con Salvador Dalì, Pierre Cardin, Nina Ricci e altri giovani sarti, in veste di creatore dei costumi per gli illustrissimi ospiti. Un evento che riverberò nel mondo i fasti del Settecento Veneziano di Goldoni e Casanova. Costumi non solo per le persone, ma anche per i levrieri e altri cani che spesso accompagnavano i loro padroni.

Le torce quella mitica notte illuminarono i Duchi di Windsor, i Grandi di Spagna, l’Aga Khan III, il Re Faruq d’Egitto, Winston Churchill, molte teste coronate, principi e principesse, schiere di milionari, artisti come Fabrizio Clerici e Leonor Fini, stilisti come Balenciaga e Elsa Schiapparelli, protagonisti del jet set come Barbara Hutton, Diana Cooper, Orson Welles, Daisy Fellowes, Cecil Beaton (le cui immagini, pubblicate da Life, fecero sognare il mondo), i Polignac, e Rothschild. Ad accoglierli, in mezzo a nuvole di ballerine e Arlecchini, il padrone di casa che, camminando su piattaforme alte quaranta centimetri, dominava abbigliato da Re Sole. Erede di una immensa fortuna creata in Messico – viveva tra Parigi, dove possedeva una casa disegnata da Le Courbusier e decorata da Salvador Dalì e un castello di campagna – aveva acquistato e restaurato Palazzo Labia e ora lo offriva ai suoi amici.

DIDASCALIE IMMAGINI

– foto da 1 a 5
Dior a Venezia nel 1951, Archivio Cameraphoto
© Vittorio Pavan
– foto 6
3 settembre 1951 arrivo a Palazzo Labia di alcuni dei mille ospiti di Don Carlos de Beistegui y de Yturbe al “Bal Oriental” rigorosamente in maschera
 © Archivio Cameraphoto

In copertina
Dior a Venezia nel 1951, Archivio Cameraphoto
© Vittorio Pavan
(un particolare)

 

Dove e quando

Evento: Villa Pisani Museo Nazionale Via Doge Pisani 7 – Stra (Venezia)
  • Fino al: – 03 November, 2019