Al di là delle convinzioni di Gilbert Levin sui microrganismi marziani per quello che viene definito il maggiore thriller scientifico di sempre, la città di Matera – prima che si accendano i riflettori di capitale europea della cultura 2019 – presenta una bella mostra “Marte, Incontri ravvicinati con il Pianeta Rosso” allestita al Museo Archeologico Nazionale Domenico Ridola per raccontare al grande pubblico la storia dell’esplorazione e l’importante contributo italiano a questa avventura.
Partendo dalla figura mitologica del dio della guerra, prosegue con l’ntroduzione dedicata alle prime osservazioni dei canali di Giovanni Schiaparelli e alla grande produzione di letteratura fantascientifica, il percorso espositivo entra nel dettaglio per illustrare lo stato di conoscenza attuale attraverso i dati e le immagini che la più avanzata tecnologia spaziale ha permesso di acquisire.
Suggestive le prime ‘storiche’ foto delle sonde Viking fino alla sonda europea Mars Express, ai rover americani Curiosity e Opportunity e alla sonda Mars Reconnaissance Orbiter.
La ricca galleria di immagini catapulta il visitatore in una sorta di “incontro ravvicinato” con quel paesaggio fatto di immense dune, pianure sconfinate, profondi canyon, altissimi vulcani e le preziose tracce di acqua scoperte di recente.
La mostra vuole essere anche un omaggio al programma europeo ExoMars, realizzato con un importante contributo italiano, il cui obiettivo è una conoscenza approfondita del Pianeta Rosso e, chissà mai, una colonizzazione.
La mostra si conclude con la riflessione su cosa potrebbe riservare il prossimo futuro sollecitata dalla spettacolare e immersiva video-installazione ispirata alle immagini della nuova serie televisiva Mars di Ron Howard.