Alla Biblioteca Classense prosegue con ingresso gratuito fino al 10 gennaio, Inclusa est flamma. Ravenna 1921: il Secentenario della morte di Dante, la prima di tre mostre che compongono Il progetto espositivo “Dante. Gli occhi e la mente” ideato dall’Assessorato alla cultura del Comune, dal MAR-Museo d’Arte della città di Ravenna e dalla Biblioteca Classense in occasione delle celebrazioni dell’anniversario della morte del “Sommo Poeta”.
Si tratta di un percorso di documentazione storica curato da di Benedetto Gugliotta, responsabile dell’Ufficio Tutela e Valorizzazione della Biblioteca Classense, con nucleo centrale nelle celebrazioni nazionali del sesto centenario del 1921 e inaugurate l’anno prima proprio in Classense alla presenza del Ministro della Pubblica Istruzione Benedetto Croce.
Infatti, il Secentenario, fu preceduto da altri momenti celebrativi di valenza nazionale, come le “Feste dantesche” del settembre 1908, organizzate dalla Società Dantesca Italiana, che riunirono a Ravenna rappresentanti di città e territori allora sotto la sovranità dell’Impero asburgico. In quell’anno si ritrovarono in un fraterno abbraccio Ravenna, Firenze, Trieste, Trento e le città della Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia che, dopo la Grande Guerra, completarono l’Unità d’Italia fino al Golfo del Quarnero. Fu in quell’occasione che nacque la Cerimonia dell’olio dove, annualmente, Firenze offre l’olio destinato ad ardere nella lampada all’interno della tomba, il simbolico atto di espiazione per l’esilio inflitto al poeta.
In quel settembre 1908 venne anche presentata al pubblico la Collezione Dantesca Olschki, uno dei fondi bibliografici più importanti al mondo. Acquisita nel 1905 dal libraio antiquario ed editore Leo Samuel Olschki, è ricca di oltre quattromila volumi alcuni rari e preziosi.
Con la collaborazione della Casa editrice Olschki, e con il Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali di Ravenna, è possibile vedere in mostra, due esemplari di un’edizione pregiatissima e a tiratura limitata (solo trecentosei esemplari) della Commedia, insieme al manoscritto autografo del proemio, scritto da Gabriele D’Annunzio (edizione celebrativa per i cinquant’anni dell’Unità d’Italia). La copia prestata da Olschki – l’altra è della biblioteca – è stampata su pergamena poi miniata e ha una legatura con borchie d’argento: un monumento dell’arte tipografica, stampata in soli sei esemplari.
È stata inoltre stabilita una collaborazione con l’Archivio Chini di Lido di Camaiore (LU), custode della memoria di Galileo Chini (1873-1956), forse il maggior interprete italiano dello stile Liberty. Autore del manifesto ufficiale del Secentenario, di grande formato (cm 200×150) recentemente restaurato ed esposto a Ravenna per la prima volta dopo il 1921.
Libri, manifesti, fotografie, dipinti, manoscritti e numerosi oggetti d’arte, tra i pezzi più importanti in mostra, il modello in bronzo del monumento di Dante a Trento, realizzato da Cesare Zocchi nel 1896; Dante nella pineta e I funerali di Dante, opere del triestino Carlo Wostry (1865-1943) e i celebri sacchi donati da Gabriele D’Annunzio e decorati da Adolfo De Carolis col motto “Inclusa est flamma” (“la fiamma è all’interno”) che dà il titolo alla mostra. I sacchi in tela di juta, contenenti foglie di alloro in omaggio a Dante, furono trasportati in aereo a Ravenna da tre aviatori che avevano partecipato a famose imprese militari di D’Annunzio, come il volo su Vienna del 1918 o l’Impresa di Fiume. Il Vate stabilì un parallelo tra la fiamma che ardeva sulla tomba di Dante e la fiamma perenne che veniva custodita presso il santuario di Apollo a Delfi, considerato dagli antichi Greci il cuore vivo della loro civiltà. Una simbologia iniziatica che intendeva rappresentare Dante visto come profeta della Nazione oltre che padre della lingua italiana.
Spiccano fra le vetrine alcuni Albi di firme della Tomba di Dante e della Classense, che raccolgono autografi di visitatori e visitatrici illustri, ma anche di comuni cittadini e cittadine che, tra il Diciannovesimo e il Ventesimo secolo, vollero testimoniare i loro sentimenti durante la visita al sepolcro di Dante. Curiosi, su tutti, gli autografi di papa Pio IX, che trascrisse dei versi danteschi ma non lasciò firma, e di quell’anonima fiorentina che, scossa dai sensi di colpa, chiese perdono al poeta quasi fosse stata lei stessa, cinque o sei secoli prima, a decretarne l’esilio dalla sua città natale.
Didascalie immagini
- 13 settembre 1921, piazza Vittorio Emanuele (piazza del Popolo), parla il sindaco di Ravenna F. Buzzi (fototeca Classense)
- 14 settembre 1920, Sala di Dante della Biblioteca Classense: Benedetto Croce, ministro della Pubblica Istruzione, apre le celebrazioni nazionali per il VI Centenario della morte del poeta (fototeca Classense)
- Galileo Chini, Secentenario della morte di Dante Alighieri 1321-1921, manifesto ufficiale delle celebrazioni del seincentenario esposto nella mostra alla Biblioteca Classense – foto Arte e Arti in esclusiva per questo articolo
- Gabriele D’Annunzio – Adolfo De Carolis, sacco votivo contenente foglie d’alloro
In copertina
Galileo Chini, Secentenario della morte di Dante Alighieri 1321-1921, manifesto ufficiale delle celebrazioni (particolare)
Un calendario di eventi e iniziative collaterali, curati insieme alla Fondazione Alfredo Oriani di Ravenna e all’Istituto Storico per la Resistenza e l’Età contemporanea della Provincia di Ravenna, approfondirà di volta in volta alcuni aspetti del percorso espositivo.
Dove e quando
Evento: Corridoio Grande della Biblioteca Classense – via A. Baccarini, 3 – Ravenna
- Fino al: – 10 January, 2021